Salta al contenuto
Giudizi a scuola Fonte foto: iStock

Giudizi a scuola, "caso" insufficiente: l'allarme del pediatra

Il pediatra Italo Farnetani dice sì alla reintroduzione dei giudizi sintetici nella scuola elementare ma lancia l'allarme sul "caso" insufficiente

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Alla scuola primaria tornano i giudizi sintetici, da ottimo a insufficiente. Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta è d’accordo, ma ha lanciato l’allarme sul ‘caso’ insufficiente: “Questo termine va sostituito”.

L’allarme del pediatra sul ‘caso’ insufficiente a scuola

Il pediatra Italo Farnetani si è detto favorevole alla riforma annunciata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che prevede la reintroduzione dei giudizi sintetici al posto di quelli descrittivi nelle scuole elementari italiane. Ma con una precisazione. Secondo Farnetani, infatti, è necessario sostituire la parola ‘insufficiente’. “È dannosa per tutti, sostituiamola con un’altra formula”, ha spiegato a ‘Adnkronos’.

Ancora prima di parlare dell’espressione formale del giudizio, “l’importante è valutare bene e in modo equo l’alunno“, ha aggiunto il pediatra. “Invito i docenti e le scuole a basarsi sempre sui principi della docimologia, scienza essenziale della didattica che studia i criteri della valutazione”.

Un giudizio giusto “rappresenta il presupposto fondamentale della scuola, ma nello stesso tempo è essenziale nella crescita e nella formazione dello studente, del minore”. È, come ha detto Farnetani, “un momento importante: da una giusta valutazione ricevuta a scuola deriva la giusta dimensione della propria autostima, ma nello stesso tempo una giusta collocazione dell’alunno nell’ambito della società e del suo ruolo di cittadino“.

I 3 metodi di giudizio a scuola

Come spiega Italo Farnetani, i metodi di giudizio sono 3:

  • giudizio descrittivo;
  • giudizio sintetico;
  • giudizio numerico.

Ognuno di questi giudizi ha dei pro e dei contro. Secondo il pediatra, il giudizio descrittivo presenta due punti critici. Il primo riguarda la comunicazione: “si può scrivere tanto e dire poco senza prendersi responsabilità. E non sempre i testi sono comprensibili, magari hanno troppi tecnicismi”. Inoltre, su questo fronte “interviene troppo la soggettività del docente” che “può rendere difficoltoso un confronto con altri alunni, con altri insegnanti, o per lo stesso alunno può non essere scientificamente possibile fare un confronto degli effettivi progressi ottenuti nel percorso di studio”.

Per quanto riguarda il giudizio numerico, “i voti ormai fanno parte del vissuto collettivo e hanno facilità di comprensione e confronto, anche troppo forse”. La valutazione numerica è “tagliente” e talvolta “penalizzante, soprattutto nelle insufficienze”.

Infine, i giudizi sintetici, quelli che il Governo vuole reintrodurre nella scuola elementare, “hanno il vantaggio di ‘comunicare’ il giudizio unendo anche gli aspetti positivi del voto – ha continuato il professore -. Sono in grado cioè di esprimere in modo facilmente comprensibile il risultato senza avere la freddezza del voto numerico, o essere prolissi come li giudizio descrittivo”. Per questo motivo, secondo Farnetani il giudizio sintetico si dimostra essere una “scelta appropriata”.

Ma, “non mi piace il termine ‘insufficiente’ – ha affermato il pediatra -. Per l’alunno che lo riceve può essere una grossa caduta di autostima e per i genitori ha un impatto negativo sia nel giudizio dei figli sia nella valutazione di se stessi. Magari possono essere portati a chiedersi se sono stati bravi genitori, se hanno saputo ottemperare al loro compito. Ecco perché – ha concluso Italo Farnetani – propongo di sostituire il termine insufficiente con ‘in costruzione‘”.