Troppi compiti per le vacanze in Italia? Cosa dicono gli esperti
Genitori e studenti pensano che i compiti per le vacanze estive assegnati dagli insegnanti in Italia sono troppi: ecco cosa dicono gli esperti
La pausa estiva sta per finire e gli studenti si stanno preparando per il rientro a scuola. Come succede ogni settembre, i giovani dovranno portare al cospetto degli insegnanti i compiti fatti durante le vacanze. Il dibattito sulle attività assegnate dai docenti per il periodo estivo si ripropone ogni anno: sono troppi i compiti per le vacanze in Italia? Ecco cosa dicono gli esperti.
Cosa dicono gli esperti sui compiti delle vacanze
I compiti per le vacanze sono troppi. Lo pensano la maggior parte delle famiglie e degli studenti. Ma cosa dicono gli esperti degli esercizi assegnati dagli insegnanti per il periodo estivo lontano dai banchi di scuola?
“La mia idea è che i compiti devono essere pochi“, ha detto ad ‘Ansa’ Raffaele Mantegazza, docente di Scienze pedagogiche al Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca. Per bambini e ragazzi, infatti, ci deve essere anche “il tempo dell’ozio – ha proseguito -, la Montessori lo diceva già nel secolo scorso”. Inoltre, ha aggiunto, “è proprio la concezione di compito da rivedere, ripensare: servono compiti che appassionino i ragazzi, che abbiano un senso per la loro vita, altrimenti diventano solo una vessazione”.
Sulla stessa linea Pier Cesare Rivoltella, professore di Didattica e Tecnologie dell’educazione all’Università di Bologna, secondo cui “è fondamentale” che i compiti delle vacanze rispettino i principi “dell’equilibrio, della misura, della sostenibilità”. Per l’insegnante, inoltre, lo studente non dovrebbe essere lasciato da solo nello svolgimento delle attività didattiche nei mesi estivi. “Occorrerebbe garantire un supporto – ha spiegato – perché si insegna a scuola ma si impara a casa e l’insegnante oggi ha a disposizione tanti strumenti, Teams, Zoom, Chat: perché non mettersi a disposizione con attività di ‘sportello’ sia durante l’anno che in estate? L’orario di lavoro del docente dovrebbe essere di 38-40 ore e lo stipendio adeguato”.
I 2 esperti hanno anche bocciato lo studio di chi viene rimandato. I motivi? Non si recupera in poche settimane quello che non si è acquisito in un intero anno scolastico e anche i corsi messi a disposizione dalle scuole sono brevi e svolti a giugno, quando i ragazzi sono già stanchi.
Gli aspetti negativi secondo il pediatra
Da anni il pediatra Italo Farnetani porta avanti una vera e propria battaglia contro i compiti per le vacanze. In un’intervista rilasciata a giugno a ‘Adnkronos Salute’, ha riassunto quelli che per lui sono gli aspetti negativi di questa pratica in 3 punti.
“Il primo – ha detto Farnetani – è il costo eccessivo per le famiglie, per comprare libri e altri supporti”. Il secondo “è lo stress che determinano i compiti delle vacanze nell’alunno“. Il pediatra ha sottolineato di essere “un grande fautore dello studio“, tanto che “renderei anche obbligatoria la scuola almeno fino a 18 anni”. Ma, ha evidenziato, “nelle vacanze estive bisogna ‘staccare la spina’. Basti immaginare: tutto il mondo è in vacanza, c’è caldo, le città sono vuote, la gente si diverte, e un bambino si deve mettere a studiare davanti al libro”.
L’ultimo punto riguarda quella che il dottor Farnetani ha chiamato “l’unilateralità della formazione di bambini e adolescenti“. È vero che la scuola “è l’organismo culturale e di formazione più importante organizzato e articolato”, ma i mesi delle vacanze estive “sono utili proprio per poter dare multilateralità all’apprendimento, alla formazione, all’acquisizione di nuove esperienze e della sperimentazione di stili di vita diversi“. L’estate è un momento da sfruttare “per svolgere attività diverse dal periodo dell’anno scolastico, per fare più sport, esplorare maggiormente l’ambiente”.