Salta al contenuto

Perché la riforma Valditara sulla scuola piace ai presidi

Per l'Associazione nazionale presidi si tratta di "un passo avanti per una maggiore responsabilizzazione degli alunni"

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

La Camera dei deputati ha approvato definitivamente la riforma del voto in condotta e della valutazione alla scuola primaria. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha espresso la sua soddisfazione per l’approvazione della legge, definendola “un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti”. E anche i presidi sembrano essere dello stesso parere del titolare del dicastero che si occupa della scuola. “Si tratta di un passo in avanti, che trovo condivisibile, per una maggiore responsabilizzazione degli alunni“, è il commento di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp).

Perché i presidi approvano la riforma Valditara

“Abbiamo assistito a un crescendo di fatti incresciosi accaduti in tante scuole – ha sottolineato Giannelli – e siamo tutti d’accordo. C’è stata unità sull’esigenza di mettere mano al regime disciplinare e di renderlo più severo”.

Una delle novità è poi la bocciatura con il 5 in condotta. A tal proposito il presidente di Anp ha ricordato “che con il 5 in condotta si bocciava anche prima” e che ciò che cambia, invece, “è l’innalzamento dell’attenzione sul sistema scolastico. Per quanto riguarda le modifiche tecniche con il 6 in condotta si dovrà elaborare un testo in cui l’alunno rifletterà sul proprio comportamento e questo lo aiuterà a comportarsi meglio con gli altri. È un messaggio più di tipo culturale che repressivo. Sono, inoltre, previste delle multe per chi aggredisce il personale scolastico, misura che noi stessi abbiamo già chiesto più volte. Le aggressioni sono un reato grave, che prevede anche un inasprimento della pena, eppure sono aumentate. Ora si spera che la multa possa dissuadere ulteriormente i malintenzionati dal mettere in atto questo tipo di comportamento inaccettabile”.

Le critiche degli studenti alla riforma Valditara

A differenza dei presidi, chi non ha davvero gradito la riforma Valditara sono gli studenti che giudicano le misure come un tentativo di rafforzare “una cultura autoritaria e punitiva“. A questa critica Giannelli ha replicato evidenziando che si tratta di un’interpretazione distorta. “Parliamo di scuola e ci deve essere un’azione educativa – ha spiegato il presidente dell’Anp – che va insieme a quella repressiva, perché non è tollerabile sparare con i pallini un docente in classe. È ovvio che ci sarà un’azione repressiva dopo, ma prima deve esserci quella educativa”.

Tra le novità diventano più difficili le sospensioni. “Il ministro Valditara ha sempre detto che allontanare un alunno da scuola non è utile, anzi in alcuni casi si peggiora la sua condotta. Quindi si limiterà il numero dei giorni di sospensione sostituendoli in modo consistente con lavori utili in enti e/o associazioni diverse dalla scuola. La nuova legge prevede forme di rieducazione– ha detto Giannelli- perché la repressione pura e semplice in alcuni casi non è utile, anzi è controproducente. Ma quando ci si comporta male ci deve essere una punizione, e per azione repressiva si intende una reazione da parte dell’ordinamento scolastico di tipo punitivo”.

In sintesi per il presidente dell’associazione nazionale dei presidi, la riforma punta a rafforzare “l’autorevolezza dei docenti” e a far capire agli studenti che “il rispetto per gli altri è la cosa più importante in una società civile”.