
Riscatto laurea ordinario o agevolato, come funziona: conviene?
Come funziona il riscatto della laurea: chi può fare domanda all'INPS, quando si fa richiesta e le differenze tra riscatto ordinario e agevolato
Riscattare la laurea conviene oppure no? Sono molti i laureati che se lo chiedono e sono poche le persone che hanno deciso di beneficiare di questa misura, le cui regole sono un po’ cambiate nel 2025. Si tratta di un sistema che prevede molta burocrazia e anche costi non sempre così contenuti, che però aiuta i lavoratori ad andare in pensione “prima” tenendo conto anche degli anni spesi per studiare all’università. Come funziona il riscatto della laurea, che può essere ordinario o agevolato, e quando conviene chiederlo?
Cos’è il riscatto della laurea
Il riscatto della laurea è un investimento previdenziale che consente di “recuperare” gli anni di studio per andare in pensione prima e sperare in un assegno più cospicuo. Si tratta di un sistema che l’INPS prevede per far rientrare gli anni dell’università in quelli utili per raggiungere la pensione: li trasforma, praticamente, in anni contributivi, a patto che il titolo finale sia stato conseguito, ovviamente.
Secondo le stime, il 60% di chi può beneficiare di questa misura sta pensando di ricorrere a questo beneficio.
Le differenze tra riscatto della laurea ordinario e agevolato
Esistono due tipi di riscatto della laurea:
- il riscatto della laurea ordinario si calcola in base al reddito di chi fa richiesta: più alto è il reddito, più alto è il costo per riscattare gli anni universitari (l’importo che si versa si può dedurre dal reddito complessivo);
- il riscatto della laurea agevolato, invece, si calcola in modo forfettario sul minimale contributivo annuo Inps, quindi il costo non dipende dal reddito (anche in questo caso l’importo è detraibile).
Chi può richiedere il riscatto della laurea
Questo beneficio può essere richiesto da chi ha conseguito una laurea o titolo equipollente. Si possono riscattare, nel dettaglio:
- le lauree del vecchio ordinamento, da 4 a 6 anni in vigore fino al 1999
- le lauree triennali e specialistiche/magistrali (quelle della riforma 3+2)
- i “vecchi” diplomi universitari da due a tre anni
- i dottorati
- i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni
- i diplomi AFAM, l’Alta Formazione Artistica e Musicale post 2005
- i diplomi ITS Academy
Non si possono, invece, riscattare gli anni fuori corso o coperti da altri contributi. In caso di Erasmus o studi all’estero, il riscatto può essere richiesto solo se il ministro dell’Università e della Ricerca lo riconosce ai fini previdenziali. Chi ha conseguito due lauree o più dal 12 luglio del 1997 può riscattarle tutte, anche nel caso di titoli ottenuti prima di tale data.
Quanto costa riscattare la laurea
La procedura per riscattare gli anni universitari ha, ovviamente, un costo che dipende dal sistema pensionistico in cui si rientra. Chi rientra nel sistema retributivo, ante 1996, può calcolare la somma da pagare con il metodo della riserva matematica: bisogna tenere in considerazione l’età, il sesso, le retribuzioni e la durata del periodo. In tal caso il costo può essere molto alto.
Chi, invece, rientra nel sistema contributivo (post 1996), la cifra da versare si basa sull’aliquota contributiva vigente, pari al 33% per i dipendenti, applicata alla retribuzione lorda dell’anno precedente alla domanda.
In caso di riscatto agevolato, il reddito minimo previsto per il 2025 è di 18.555 euro, con aliquota AGO al 33%, e il costo annuo è 6.123,15 euro.
A chi conviene riscattare la laurea
Il riscatto ordinario della laurea conviene a chi può dedurlo integralmente dal reddito imponibile, mentre in caso di riscatto agevolato non si parla di deduzione, ma di detrazione. La scelta di una delle due forme per accedere al beneficio dipende da molti fattori, così come sono variabili le motivazioni che possono spingerci a richiederlo oppure no.
Secondo gli esperti, è importante sapere che prima si fa richiesta (la domanda va presentata all’INPS), minore è l’importo da versare. Bisogna anche valutare lo stipendio del lavoratore: chi ha un reddito basso ha convenienza a chiedere il riscatto agevolato. Ma non bisogna sottovalutare anche il sistema pensionistico: i vantaggi sono maggiori per chi rientra in quello contributivo. È anche da tenere in considerazione, infine, se si vuole o meno anticipare la pensione, perché in caso affermativo potrebbe aver senso chiedere il riscatto, nonostante i costi alti.
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