
Borse di studio post laurea tassate: cosa cambia e da quando
Dal 7 giugno 2025 le borse di studio post laurea assegnate dalle università italiane sono tassate: la modifica del ministero e i dubbi degli esperti
Una modifica introdotta al cosiddetto decreto Pnrr-Scuola (il DL 45/2025), all’articolo 1-bis, comma 4, prevede una novità per quello che riguarda le borse di studio per attività di ricerca post laurea. Secondo questa novità questi soldi saranno ora tassati: tali borse di studio hanno perso, infatti, il diritto all’esenzione Irpef e all’irrilevanza ai fini Irap. Cosa cambia per gli atenei e per i ricercatori che già hanno ottenuto questi fondi? Il ministero dell’Università e della Ricerca ha cercato di spiegare i punti più oscuri di questa modifica al decreto Pnrr-Scuola.
Le tasse sulle borse di studio post laurea
Secondo quanto emerso, dal 7 giugno 2025 sono tassate le borse di studio per attività di ricerca post laurea, che hanno così perso l’esenzione Irpef e l’irrilevanza ai fini Irap. La modifica introdotta dall’articolo 1-bis, comma 4, del DL 45/2025, il decreto Pnrr-scuola, fa parte di alcune novità che riguardano i contratti di ricerca universitari e degli enti di ricerca.
Tale decreto va a modificare la cosiddetta legge Gelmini (la legge 240 del 2010) e di fatto introduce gli incarichi post doc e gli incarichi di ricerca, che vanno a sostituire i vecchi assegni di ricerca che continuano a beneficiare dell’esenzione Irpef.
Le borse di studio vengono di fatto equiparate al reddito di lavoro dipendente e soggette al principio di cassa: la tassazione avviene quando la somma viene incassata. Chi fino al 6 giugno ha ricevuto una borsa di studio post laurea con esenzione Irpef, dal giorno dopo potrebbe essersi ritrovato somme inferiori a quelle dei mesi precedenti.
Quali sono gli effetti della fine dell’esenzione Irpef
Alcuni esperti legislativi hanno sollevato delle questioni che potrebbero risultare problematiche, soprattutto per chi ha già una borsa di studio assegnata. Il comma 4 dell’articolo 1-bis del decreto Pnrr-scuola, confermando l’esenzione per i nuovi “incarichi di ricerca”, riporta le seguenti parole che pongono più di un dubbio: “Nonché alle borse di studio conferite dalle università per attività di ricerca post laurea sono soppresse”.
Di fatto, secondo gli esperti, con questa espressione viene abrogata la norma che assicurava l’esenzione per le vecchie borse di studio per attività di ricerca post laurea: eppure il decreto permette ancora alle università italiane di bandire e conferire borse di studio per la ricerca secondo i loro regolamenti.
Gli atenei, dunque, possono continuare a dare borse di studio post laurea, che però sarebbero soggette a tassazione perché non rientrerebbero nella casistica degli “incarichi di ricerca”, per i quali è prevista l’esenzione Irpef. Potrebbero rimetterci i ricercatori italiani (quelli che non sono fuggiti dall’Italia e hanno scelto di rimanere) che hanno già ottenuto tali soldi e che vedranno l’importo diminuire a causa della tassazione. Importo che già non è altissimo, soprattutto se paragonato a quelli di altri Paesi dell’Europa.
La precisazione del ministero dell’Università e della Ricerca
Il Corriere della Sera ha contatto il ministero dell’Università e della Ricerca per alcuni chiarimenti in merito alle problematiche sollevate dagli esperti legislativi. Il problema per chi già beneficia di tali sostegni economici non esisterebbe, in quanto il principio di non retroattività della legge salva le borse di studio che sono state assegnate prima dell’entrata in vigore della nuova normativa: non dovrebbero rischiare di perdere l’esenzione Irpef.
Dal ministero, inoltre, viene precisato che per le nuove borse di studio assegnate la scelta di assicurare l’esenzione dalla tassazione ricadrà solo su quelle concesse per “incarichi di ricerca“, così da promuovere l’uso di queste nuove forme contrattuali che il legislatore considera più tutelanti di quelle esistenti invece oggi.
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