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Bagni maschili e femminili a scuola Fonte foto: iStock

Santa Sofia, bagni imbrattati a scuola: la punizione fa discutere

Bagni imbrattati: in una scuola media di Santa Sofia la preside ha preso una decisione drastica e che ha sollevato molte polemiche e critiche

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Sta facendo discutere la decisione di una preside di una scuola media di Santa Sofia, un comune della provincia di Forlì-Cesena, in Emilia Romagna. All’interno dell’istituto secondario di primo grado, a causa dei bagni trovati imbrattati più volte, la dirigente scolastica ha fatto una scelta drastica, per far capire ai ragazzi che i beni comuni della scuola vanno tutelati. Decisione che sta facendo ampiamente discutere e che non è stata esente da critiche.

Bagni imbrattati in una scuola media di Santa Sofia

La dirigente scolastica della scuola media Galilei di Santa Sofia, nell’Appennino forlivese, ha inviato una circolare alle famiglie, nella quale ha spiegato che sono tanti gli atti vandalici compiuti da inizio scuola all’interno degli spazi dell’istituto comprensivo. In particolare, la preside ha fatto notare che i bagni, soprattutto quelli maschili, sono stati sporcati più volte: in alcuni casi sono stati spalmati per terra e calpestati degli escrementi, le cui tracce sono poi finite anche nelle aule, trasportate dalle scarpe degli studenti.

Non solo questo: spesso i distributori automatici di bevande vengono scossi, per far cadere i prodotti senza pagare. Come riportato da ‘Il Resto del Carlino’, tutti questi episodi hanno spinto la dirigenza dell’istituto a rivolgersi direttamente ai genitori, per poterli coinvolgere e cercare di migliorare la situazione.

La decisione della preside

La dirigente scolastica, se le cose non cambieranno, ha deciso che si provvederà a sorteggiare a turno tra gli alunni, per decidere chi dovrà pulire. Si sceglieranno tre studenti per ogni corso della scuola media, affidando l’incarico di volta in volta a ragazzi diversi, così da responsabilizzare tutti quanti. Individuare i responsabili di quanto sta accadendo non è, infatti, semplice.

Il provvedimento potrebbe riguardare anche le famiglie, che potrebbero essere chiamate a dare un contributo economico alla scuola per coprire le spese che l’istituto ha dovuto affrontare per il lavoro straordinario dei collaboratori scolastici, impegnati a pulire e a sistemare i diversi danni compiuti. Al momento è solo una proposta, che però potrebbe presto diventare realtà se gli atti vandalici non finiranno.

Le polemiche per la punizione scelta dalla preside

Nonostante sia solo un’ipotesi al vaglio della dirigenza scolastica e non ci sia ancora nulla di concreto, non sono mancate le prime polemiche e le critiche rivolte verso la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Santa Sofia.

In particolare sta sollevando molti commenti l’esternazione di Mirko De Carli, consigliere comunale del movimento cristiano del Popolo della Famiglia nella città di Riolo Terme, che ha espresso il suo parere in merito alla notizia in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook: “È evidente che siamo di fronte a giovani generazioni con enormi problematiche in termine di educazione, civiltà e responsabilità. I bagni vandalizzati con escrementi alla scuola media di Santa Sofia sono un segnale da non sottovalutare. È un percorso davvero arduo per educatori e famiglie, ma bisogna farlo: rimettere la famiglia al centro significa un questo caso poter aiutare il dialogo famiglia/scuola. Un passaggio fondamentale per coloro che saranno gli adulti del futuro”.

In una nota resa pubblica dal suo partito, invece, ha aggiunto: “O si identificano subito i responsabili o al bagno ci si va sorvegliati. Il fatto di non poter andare in bagno se non accompagnati non è una punizione, ma è un modo di tutelare i beni pubblici e di garantire la funzionalità della scuola. Già in alcune scuole chi chiede di andare in bagno viene segnalato in un cartellone giornaliero che monitora anche le volte in cui un alunno esce, perché spesso sono sempre gli stessi studenti a chiedere di uscire”.