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Bagni unisex Fonte foto: iStock

Bagni unisex in un liceo di Trieste: è scontro con la Regione

Fa discutere l'idea di rendere la toilette di un liceo di Trieste senza distinzione tra maschi e femmine: scontro con la Regione per i bagni unisex

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Il liceo scientifico Galilei di Trieste, con 44 classi e quasi mille alunni, ha inaugurato l’anno con quasi tutti i bagni senza distinzione fra studenti maschi o femmine: toilette unisex, un solo ambiente per tutti. Lo riporta ‘Il Piccolo’ precisando che è una “proposta organizzativa” della dirigente scolastica insediatasi questo mese. L’idea ha però subito suscitato polemiche tra Ufficio scolastico regionale e assessorato regionale Istruzione. Attualmente i bagni senza indicazione del genere sono in fase sperimentale solo su un piano della sede centrale del Galilei, come previsto dalla dirigente, che nei prossimi mesi avvierà per il collegio docenti “momenti di formazione” su stereotipi e discriminazioni. L’istituto è uno dei più frequentati tra le scuole superiori triestine, ma ora è al centro di uno scontro con la Regione.

La proposta sui bagni unisex al liceo di Trieste

I bagni senza genere, anche chiamati gender neutral, hanno un obiettivo ben preciso: garantire la tutela e il rispetto di tutti. “Se le ragazze mi dicono che la soluzione non le trova a loro agio o è poco funzionale, sono pronta a fare marcia indietro”, ha precisato la preside, finita nel mirino di Regione Friuli-Venezia Giulia.

La polemica e lo scontro con la Regione

Dalla Regione è arrivata un’immediata risposta alla proposta del liceo triestino con la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, che ha definito “ridicolo” coniugare la discriminazione. A questa voce si è aggiunta anche quella dell’assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen: “Stupisce che una dirigente appena insediata ritenga prioritario intervenire non sull’offerta formativa o sulla didattica, ma utilizzi il serissimo tema dei diritti per un’iniziativa che lascio agli studenti e ai genitori valutare”.

“L’iniziativa – ha proseguito Rosolen – rappresenta una puntuale applicazione di posizioni politiche in un contesto sensibile, più utile alla propaganda che a promuovere la cultura dei diritti“.

Ma cosa pensano i diretti interessati, ovvero gli studenti del liceo scientifico Galilei di Trieste, della novità dei bagni unisex sia per uomini che per donne? A quanto pare i ragazzi e le ragazze manterrebbero una posizione per lo più indifferente: molti sarebbero a favore, qualcuno contrario.

I bagni gender neutral alla Bocconi di Milano

Ad rendere i bagni gender neutral è stata da tempo anche l’università Bocconi di Milano. Samuele Appignanesi, presidente dell’associazione arcobaleno ‘Best Bocconi’, ha spiegato che circa due anni fa “quando ho ripreso l’università dopo aver fatto coming out, ho iniziato ad avere difficoltà ad usare i bagni in università. Nei bagni degli uomini venivo guardato male e a volte anche deriso. Nei bagni delle donne mi sentivo fuori posto e anche lì ricevevo qualche sguardo. La mia prima soluzione è stata di non usare più i bagni universitari. Ovviamente questo sistema non era sostenibile sul lungo termine”.

Lo studente ha quindi avviato un dialogo con l’ateneo che si è rivelato proficuo, da qui l’inserimento dei bagni arcobaleno. “Mi sono attivato per diffondere la notizia in università e abbiamo deciso di farlo con un video, insieme alle associazioni di rappresentanza e a BocconiTV”, ha spiegato con un post sui social, ma tra i commenti è emerso che non tutti gradivano l’iniziativa. In particolare tre studenti sono stati sospesi per sei mesi dall’ateneo per aver scritto frasi derisorie e provocatorie con allusioni sessuali considerate discriminanti.