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Susanna Tamaro sull'Asperger a scuola Fonte foto: IPA

Asperger a scuola, perché c'è un problema secondo Susanna Tamaro

Susanna Tamaro ha svelato qual è la maggiore difficoltà a scuola per gli studenti affetti da sindrome di Asperger e come lei è sopravvissuta a scuola

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Si stima che in Italia la popolazione colpita dalle diverse forme di autismo sia all’incirca dell’1%, quindi circa 600mila persone (secondo quanto riportato dall’Associazione Nazionale Genitori persone con Autismo). Numeri in continuo aumento grazie alla migliore e più accurata capacità diagnostica. Tra questi, anche moltissimi studenti, bambini e adolescenti. A parlarne è stata Susanna Tamaro, la celebre scrittrice di Va’ dove ti porta il cuore, anch’essa affetta dalla sindrome di Asperger.

Tamaro ha voluto spiegare qual è una delle maggiori difficoltà che gli studenti affetti da tale sindrome devono affrontare tra i banchi di scuola.

Qual è il problema a scuola per gli studenti con Asperger

Alla vigilia della Giornata mondiale dell’Autismo, che ricorre ogni anno il 2 aprile, Susanna Tamaro ha voluto far chiarezza su alcuni aspetti che riguardano le persone affette dalla sindrome di Asperger, o “autismo ad alto funzionamento“.

Tra i principali nemici, ha spiegato la scrittrice nell’editoriale del Corriere della Sera, ci sono i rumori, essendo l’autismo “un problema neurologico e non psicologico”. “La nostra testa è come una scatola in cui i mattoncini del Lego sono in perenne e disordinato movimento: non si riesce a fare una casetta ma si può solo cercare di metterli ossessivamente in ordine. Questo disordine porta con sé un’esasperazione sensoriale che riguarda principalmente l’udito, la pelle, ma anche l’odorato. I rumori sono i nostri principali nemici e così tutto quello che riguarda il contatto fisico perché la sensibilità della pelle è direttamente collegata al cervello. In più, i bambini autistici non sono in grado di leggere le espressioni dei volti e questo è spesso uno dei primi campanelli d’allarme”, ha affermato Tamaro.

E proprio i rumori e il frastuono nelle classi scolastiche sono quelli che creano maggior disagio tra gli studenti affetti da Asperger. “Se io, negli anni Sessanta, sono riuscita a sopravvivere in classe è perché allora le elementari e le medie erano segnate da un ordine e da una disciplina assolute, e dunque dal silenzio: nessuno urlava, nessuno si agitava in maniera scomposta, nessuno faceva rumori con le sedie”. Una condizione diversa dalle classi odierne, dove spesso il rigore di un tempo non esiste più e il rumore tende a regnare sovrano. “Il disordine e il frastuono, infatti, aumentano in maniera esponenziale il nostro disagio sensoriale”, ha aggiunto la scrittrice.

Studenti con sindrome di Asperger a scuola, capacità e limiti

Gli studenti affetti da sindrome di Asperger, inoltre, hanno “una capacità di creare collegamenti inediti e insoliti fra le cose” e contano su “una memoria eccezionale“, che non sarebbe però “spendibile in termini scolastici perché si comporta un po’ come un cavallo pazzo che segue strade note a lui soltanto”, ha aggiunto Susanna Tamaro.

Ma le persone autistiche, aggiunge, riuscirebbero a vedere una porta invisibile a tutti gli altri: “Immaginiamo di avere davanti una grande parete con tre porte: mentre le persone normali non avranno alcuna difficoltà a individuarle, una persona nello spettro non le vedrà ma ne scorgerà invece un’altra invisibile agli altri”.

“Il fatto che ci siano stati nella storia scienziati e artisti con questa sindrome ci conferma la loro predisposizione innata di intravedere nuove possibilità nel reale. Lo psichiatra Simon Baron-Cohen, che dirige il centro sull’autismo a Oxford, ipotizza che siano state proprio le persone Asperger ad aver guidato, negli ultimi settantamila anni, il progresso umano proprio per questa loro facoltà di aprire delle porte invisibili“, ha concluso Tamaro.