Svelato il segreto di Mary Shelley: così scrisse "Frankenstein"
Come è nato il personaggio di Frankenstein di Mary Shelley: secondo una teoria moderna deriverebbe da un dolore profondo provato dalla scrittrice
Mary Wollstonecraft Godwin, che tutti conosciamo come Mary Shelley (ha preso il cognome del marito, Percy Bysshe Shelley), è stata una scrittrice e saggista britannica, nata a Londra il 30 agosto il 1797. La sua opera più famosa è “Frankenstein”, un romanzo gotico di fantascienza pubblicato nel 1818. Una storia che ancora oggi appassiona tantissimi lettori e che ha conquistato un pubblico vasto anche grazie alle diverse trasposizioni cinematografiche proposte nel corso degli anni. Perché Mary Shelley scrisse Frankenstein e a cosa si ispirò? Pare che la scrittrice avesse un “segreto”, troppo doloroso da raccontare.
Com’è nato Frankenstein di Mary Shelley
Il romanzo di Mary Shelley è la storia di uno scienziato svizzero, di nome Frankenstein, che decide di fare uno strano esperimento: prende dei pezzi di cadaveri e li ricuce insieme per creare un uomo nuovo. Con un segreto che solo lui conosce riesce anche a dargli vita.
Tradizione vuole che il romanzo sia nato sul Lago di Ginevra, nell’estate del 1816, quando Mary Godwin, il futuro marito P.B. Shelley, lo scrittore Lord Byron e il segretario John Polidori erano intenti a leggere racconti di paura scritti da loro. Si dice che Mary Shelley abbia trovato l’ispirazione in un sogno, per far nascere quello che poi sarebbe stato il suo romanzo più celebre.
Una teoria più moderna, però, svela che la storia è venuta alla luce per un dolore profondo provato dalla stessa scrittrice e non solo da un “sogno”. A svelare questo retroscena è stata la poetessa e studiosa Fiona Sampson, autrice di “Mary Shelley in Bath”, in uscita a marzo 2025. Secondo lei il dolore di una morte ingiusta che deve essere riparato a ogni costo, anche compiendo un esperimento come fa lo scienziato protagonista del libro, deriva dal lutto provato da Mary Shelley per la perdita della sorella Fanny.
Com’è stato scoperto il segreto di Mary Shelley
Mary Wollstonecraft Godwin era figlia della filosofa Mary Wollstonecraft e del politico William Godwin, appassionato anche lui di filosofia. Dopo aver perso la madre subito dopo la nascita, lei è cresciuta con il padre e con Fanny Imlay, figlia primogenita della donna scomparsa. L’uomo le ha dato il suo cognome, facendola crescere come se fosse sua figlia.
Quando erano piccole il padre spesso le portava al cimitero a trovare la madre e le due bambine si allenavano a imparare a leggere proprio grazie alle iscrizioni sulle lapidi. La studiosa e scrittrice Esther Cross nel suo romanzo memoir “La donna che scrisse Frankenstein” ha raccontato che Mary aveva un posto in cui si rifugiava quando voleva stare da sola: era il cimitero di San Pancras.
Come riportato dal Guardian, Fiona Sampson ha incrociato lettere e diari di Mary Shelley con quelli di altri personaggi a lei legati. Ne sono emersi dei dolori davvero molto forti. Come il suicidio dell’adorata sorella Fanny, che nel 1816 si è tolta la vita in una stanza d’albergo a Swansea, forse a causa di un rifiuto amoroso, probabilmente proprio dell’uomo che poi Mary ha sposato, dopo essere scappata con lui a 16 anni nonostante lui fosse già sposato (con una donna, Harriet, anche lei morta suicida).
Forse il personaggio di Frankenstein è nato proprio dalla volontà di ricucire quell’anima volata in cielo per un rifiuto d’amore ed è il tentativo postumo della sorella di rimediare a quel torto di cui potrebbe pensare di essere stata in parte colpevole, avendo negato alla sorella l’amore di Percy.