
Un'università vuole oscurare il Sole (con l'aiuto di Bill Gates)
Il progetto segreto di un'università americana ha l'obiettivo di creare nuvole capaci di riflettere parte della luce solare per ridurre le radiazioni
È stato svelato il controverso progetto di un’università americana, finora mantenuto segreto dal team di ricercatori che lo sta sperimentando. Si tratta di creare nuvole artificiali per oscurare il Sole. L’esperimento sta ricevendo diverse critiche per i timori degli effetti che potrebbe avere sui fenomeni meteorologici, ma l’ateneo ha replicato a coloro che nutrono dubbi sul progetto. A sostenere il piano è invece il magnate Bill Gates.
Il progetto per oscurare il Sole dell’università americana
Un gruppo di ricercatori e studiosi di geoingegneria climatica della California ha condotto, nel più assoluto riserbo, un esperimento che ha previsto l’uso di una macchina montata su una portaerei in disuso per spruzzare una specie di aerosol marino nell’atmosfera con l’obiettivo di stimolare la formazione di nuvole capaci di riflettere parte della luce solare.
Le informazioni sul progetto sono state riportate nella sezione Login de Il Corriere della Sera, il test è stato chiamato Marine Cloud Brightening e punta a ridurre la quantità di radiazioni solari che raggiungono la superficie della Terra. Dato il continuo aumento delle temperature globali, alcuni scienziati ritengono infatti sua necessario trovare una soluzione “artificiale”.
L’esperimento Marine Cloud Brightening è però stato interrotto dopo una ventina di minuti, appena le autorità locali ne sono venute a conoscenza. Il piano originale del team di ricercatori prevede anche un secondo test che dovrebbe coprire un’area molto più ampia pari all’estensione del Porto Rico. Il progetto è stato mantenuto volutamente segreto per evitare di allarmare l’opinione pubblica.
A svelare in cosa consiste l’esperimento è stato il quotidiano statunitense Politico, che ha ottenuto e analizzato oltre 400 documenti interni e scambi di email riservate dell’università di Washington, uno degli enti principali dietro al programma. La testata americana ha rivelato che il primo test è stato condotto ad Alameda e si trattava solo di un primo passo verso un esperimento molto più ambizioso.
Già prima del lancio del progetto, i ricercatori sono entrati in contatto con finanziatori privati e consulenti per organizzare il secondo test su vasta scala, con la creazione di nuvole artificiali su un’area di oltre 10mila chilometri quadrati, localizzata al largo delle coste occidentali del Nord America, del Cile o dell’Africa centro-meridionale.
Il ruolo di Bill Gates nel progetto
Proprio riguardo ai finanziatori del progetto, entrerebbe in scena Bill Gates. Il fondatore di Microsoft sarebbe infatti tra gli interessati al programma, il magnate è da tempo sostenitore della geoingegneria solare e un suo collaboratore aveva partecipato nel dicembre 2023 a una dimostrazione di una macchina per la creazione di nuvole.
Tra gli altri sostenitori dell’esperimento ci sarebbe un’organizzazione chiamata SilverLining, enti collegati all’ex governatore di New York Eliot Spitzer e società di Gordon Moore, cofondatore di Intel, anche se la Moore Foundation avrebbe negato coinvolgimenti diretti
Le critiche al progetto e la risposta dell’università
Per capire meglio in cosa consiste l’esperimento, perché è stato mantenuto segreto e come mai abbia generato critiche, bisogna comprendere cosa sia la geoingegneria solare. Questa tecnica comprende una serie di tecnologie e metodi volti a raffreddare in modo artificiale il pianeta, riflettendo una parte della luce solare nello spazio.
Queste pratiche sono ancora poco regolamentate e gli scettici temono i possibili effetti collaterali sul clima. Per esempio, non è chiaro se possano alterare i modelli climatici, con conseguenze imprevedibili sulle coltivazioni, sulla fauna e sulle comunità umane. Inoltre, se anche riuscissero a raffreddare il pianeta, un’interruzione improvvisa potrebbe causare un “termination shock“, ovvero un’impennata delle temperature.
Attualmente oltre 575 scienziati hanno chiesto di vietare lo sviluppo di queste tecnologie, sostenendo che non possono essere gestite in modo equo e sicuro a livello globale.
Ai dubbi sollevati, in particolare sul secondo test su vasta scala, i ricercatori dell’università di Washington hanno sottolineato che lo scopo del progetto è dimostrare che gli strumenti per creare nuvole possono funzionare in condizioni reali. Sulle accuse di segretezza, hanno replicato che si è semplicemente deciso di limitare le informazioni per “evitare di spaventare” il pubblico.