
Chi è Vera Rebasti, la prima laureata medico-ingegnera in Italia
Vera Rebasti ha completato il percorso di studi della Medtech school di Humanitas e Politecnico, l'inedito corso da cui si esce doppiamente dottori
Vera Rebasti è una dei primi dieci studenti che hanno chiuso il percorso di studi della Medtech school di Humanitas e Politecnico di Milano, dal quale si esce doppiamente laureati. La ragazza è una dei primissimi medici-ingegneri d’Europa poiché ha concluso l’inedito corso in tandem fra i due atenei milanesi da cui si esce con la laurea in Medicina e in Ingegneria biomedica.
La scelta di Vera Rebasti di frequentare Medicina e Ingegneria
Vera Rebasti è stata intervistata da La Repubblica. La studentessa ha raccontato di avere da sempre il desiderio di diventare medico, al quale si associa l’amore per la matematica e la fisica.
“Avevo fatto il test per entrare sia a Medicina che a Ingegneria e li ho passati. Ero terribilmente indecisa ma a un certo punto dovevo scegliere”, ha detto al quotidiano nazionale. Alla fine, sei anni fa, la giovane ha trovato una soluzione che le ha permesso in qualche modo di frequentare entrambi i corsi di laurea.
Vera ha detto che all’epoca dell’iscrizione all’università era affascinata sia da Medicina che da Ingegneria. “Vivevo un vero dilemma – ha detto – che questo corso (la Medtech school, ndr), mai visto prima, ha finalmente sciolto”.
Come si è svolto il percorso di studi
Il doppio percorso non è stato sicuramente facile, Vera ha anzi definito questi sei anni di studio “tosti”.
“I primi tre anni seguivamo il primo semestre al Politecnico con i corsi di Ingegneria, il secondo all’Humanitas con quelli medici. Dal quarto in avanti invece – ha spiegato – avevamo materie in cui venivano fuse conoscenze di medicina con varie applicazioni ingegneristiche”.
Per esempio per ortopedia, la ragazza ha studiato “le patologie mediche come fratture o artrosi, ma allo stesso tempo anche tutta la parte di tipo ingegneristico legata alle protesi, come la compatibilità dei materiali che vengono usati a contatto con i tessuti umani e la loro meccanica”.
La parte più difficile di tutto il percorso è stata legata all’impegno che ha richiesto.
“Ci sono stati semestri in cui abbiamo dovuto affrontare molti esami, non facili diciamo, in una sola sessione”, ha rivelato.
I progetti futuri di Vera Rebasti
Superate tutte le difficoltà, anche grazie al forte legame che si è creato tra tutti i poco più di quaranta studenti iscritti al corso, Vera guarda ora già al futuro.
La neo doppiamente laureata vorrebbe specializzarsi in Chirurgia generale. Alla domanda se resterà in Italia, la ragazza ha confermato che l’idea sarebbe quella.
“Tenterò il test il prossimo 22 luglio e spero di rimanere all’Humanitas. In questi anni mi sono affezionata a questo mondo – ha detto Rebasti – che ho avuto modo di conoscere. Ma dipende dalla graduatoria nazionale quindi si vedrà”.
Riguardo invece all’essere sia medico che ingegnere, Vera ritiene che il corso che ha frequentato, rispetto a quello di Medicina tradizionale, le abbia dato “conoscenze in più, soprattutto per la ricerca dove credo che siamo più autonomi”.
Tra le materie frequentate ci sono stati anche percorsi molto all’avanguardia legati alle nuove tecnologie.
“Esami come Intelligenza artificiale e machine learning, statistica fatta al Politecnico – ha aggiunto – ci hanno permesso di avere un approccio ai problemi molto ingegneristico che credo serva molto”.