Salta al contenuto
Il critico d'arte Vittorio Sgarbi Fonte foto: Ipa

Vittorio Sgarbi e il libro "proibito" in collegio: il suo ricordo

Vittorio Sgarbi parlando dei tempi della scuola ha svelato un aneddoto curioso: studente di un collegio ha "osato" leggere un libro proibito

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Vittorio Sgarbi è uno dei più famosi critici e storici dell’arte del nostro Paese. Nel corso della sua vita ha anche scritto diversi libri e partecipato a numerose trasmissioni televisive, nei panni di opinionista. Intensa anche la sua carriera politica, essendo stato più volte eletto alla Camera dei Deputati e in diverse amministrazioni comunali. Della sua adolescenza ha tanti ricordi, come quelli legati alla sua vita in collegio: qui Vittorio Sgarbi è stato ripreso per aver letto un “libro proibito“.

Il libro proibito letto da Sgarbi al collegio

In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Vittorio Sgarbi ha ricordato un episodio accaduto quando studiava al collegio dei salesiani: “Lessi di nascosto Senilità di Italo Svevo, un romanzo considerato proibito. Un prete lo vide sul mio banco e lo segnalò al preside”.

In seguito, la scuola ha avvertito i suoi genitori, “che invece di difendermi difesero le ragioni del prete. Senza capire che nella mia scelta di leggere un libro proibito c’era il desiderio di creare un’autonomia di giudizio rispetto alle cose. E invece fu visto come un crimine”.

Parlando con i suoi genitori, però, quel prete si è un po’ confuso: “Disse, rivolgendosi ai miei: Vostro figlio deve leggere libri formativi“. Il padre ha chiesto quali erano i libri formativi e il sacerdote ha risposto: “Per esempio Il giovane Werther di Goethe“. Peccato che, come ricordato da Sgarbi, “anche quel libro era proibito”. Del resto a lui è sempre piaciuto il proibito: “Non me lo sono mai fatto mancare”.

Che bambino era Vittorio Sgarbi

Da bambino, come raccontato al quotidiano, Vittorio Sgarbi era “irrequieto e divertito per quello che contribuivo a fare accadere. Un carattere che si è proiettato oltre la fase adolescenziale fino a quella adulta”.

Del rapporto con la madre, ricorda che lei “aveva un temperamento simile al mio, pieno di slanci e di entusiasmo. Vedeva in me quello cui destinare una serie di valori e visioni. In qualche modo mi immaginava come un prolungamento della sua mente”. Lei è sempre stata al suo fianco in ogni progetto, mentre suo padre era più distaccato e “guardava come uno spettatore, davanti a un teatro dove accadevano cose pensate da me e in parte realizzate con mia madre”.

I libri che hanno formato Vittorio Sgarbi da adolescente

Durante l’intervista, però, Vittorio Sgarbi ha svelato anche quali sono stati i libri formativi della sua adolescenza: “Alla mia formazione letteraria ha contribuito in modo determinante mio zio Bruno Cavallini. Mi regalò I fiori del male. In chiesa invece di leggere il catechismo leggevo Baudelaire. Era la mia risposta ai preti visti da me come simbolo del potere”.

Che scuola ha fatto Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi è nato a Ferrara l’8 maggio del 1952: è figlio di due farmacisti, Giuseppe Sgarbi e Rina Cavallini, e fratello maggiore della regista e scrittrice Elisabetta Sgarbi. È cresciuto a Ro Ferrarese.

Durante gli anni dell’adolescenza ha frequentato un collegio di salesiani, dove si è diplomato, per poi iscriversi alla facoltà di Filosofia dell’Università di Bologna. Qui si è laureato con 110/110 e lode nel 1974, per poi continuare gli studi specializzandosi in storia dell’arte. Ha iniziato a lavorare poco dopo, nel 1977, come storico dell’arte presso la soprintendenza ai beni storici e artistici in Veneto.

Nel corso della sua vita ha anche insegnato: è stato docente a contratto per tre anni all’Università di Udine. Nel 2022, invece, lo hanno nominato, per chiara fama, professore ordinario di Storia dell’Arte moderna presso la Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università Kore di Enna, ma non ha mai svolto docenza a causa dell’età.