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Figlia adolescente Fonte foto: iStock

Perché i genitori devono "mollare" i loro figli (secondo Novara)

Il pedagogista Daniele Novara, nel nuovo libro, ha affrontato la delicata questione del rapporto tra genitori e figli adolescenti, iper controllati

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Quando i figli diventano adolescenti, per i genitori inizia un periodo davvero difficile da affrontare. Non sono più bambini, ma non sono nemmeno adulti: stanno cercando il loro posto nel mondo e la loro identità e spesso è il gruppo di coetanei il punto di riferimento e non più la famiglia. Per questo capita di sentirsi destabilizzati anche nel ruolo di genitori. Secondo il pedagogista Daniele Novara i genitori dovrebbero “mollare i loro figli“, se davvero ci tengono alla loro crescita. Lo ha spiegato in un libro dedicato proprio ai genitori di adolescenti.

Essere in buoni rapporti con i figli adolescenti è un problema per Novara

Daniele Novara è un pedagogista che ha dato alle stampe il libro “Mollami! Educare i figli adolescenti e trovare la giusta distanza per farli crescere”. Intervistato da La Stampa, l’esperto ha spiegato perché voler essere a tutti i costi in buoni rapporti con i figli teenager non è una buona idea. Lui definisce questa generazione di genitori come una “mutazione antropologica narcisistica“.

“Avere buoni rapporti con i figli adolescenti non solo è impossibile, ma è parte del problema. Proiettiamo sui nostri figli le nostre istanze narcisistiche e lo vediamo nelle scuole, con eccessi di apprensione che hanno portato all’inutile registro elettronico, lo vediamo sui campi da calcio con genitori infervorati su prestazioni nemmeno agonistiche”. Il pedagogista, portando ad esempio la sua adolescenza, ha ricordato che negli anni Sessanta i genitori non andavano a vedere le partite dei figli e a scuola andavano solo quando era obbligatorio e nemmeno sempre.

Secondo lui “non esistono nemmeno più i genitori assenti, solo quelli con iper- presenza. I tempi di accudimento delle madri sono raddoppiati e quelli del padre quadruplicati”. Per l’esperto la “litania del genitore assente, che deve parlare di più, che non sta vicino e non è abbastanza disponibile è una stupidaggine allo stato puro. Al momento nessun genitore è assente. Se mai lo è sul piano educativo. Pensare di essere padre e compagno di giochi è assurdo. I ragazzi e le ragazze devono cercare la compagnia dei loro coetanei, non dei genitori”.

L’importanza di gestire la libertà dei figli secondo Novara

Nel libro Daniele Novara ha dato anche dei consigli pratici, che ha spiegato nella sua intervista: “Se quando l’altro parla io continuo a interferire, anche con piccole locuzioni, allora quel che faccio è controllare, non ascoltare. Gli adolescenti hanno bisogno di una comunicazione educativa, di servizio, con indicazioni chiare“.

Secondo il pedagogista “la tecnica giusta è quella del paletto, bisogna gestire la libertà dei figli: c’è un orario di rientro, un modo di usare lo smartphone, la paghetta vuol dire che hai questi soldi e non altri. Noi pedagogisti siamo scienziati pratici, come gli architetti”.

Daniele Novara ha parlato anche di “un’assurda psichiatrizzazione dell’adolescente” ed è partito da un presupposto: “L’adolescente ha un legittima difficoltà a vivere. È la cosa più legittima di questo mondo, ma se la manifesti dai 13, 14 anni, ecco che hai un disturbo o un qualche bisogno terapeutico, Ma non è così”. I ragazzi hanno bisogno di qualcuno che li ascolti, ma anche di vivere questo momento delicato e particolare, che è anche “il bello dell’adolescenza, età che non torna e gli adulti scimmiottano, il che in effetti è un problema”.

“Non esiste l’adolescente maturo. Ma chi è maturo a 15 anni? Come chiedere a un pesce di restare asciutto”, ha aggiunto nell’intervista il pedagogista.

Come gestire il rapporto degli adolescenti con la tecnologia

Un altro tasto dolente è rappresentato dal rapporto spesso considerato problematico con la tecnologia. “Liberiamoci dall’equivoco: nessuno ha un problema con la tecnologia, il problema è la corrispondenza tra età e tecnologia. Pensiamo all’auto: fino a 18 anni non si guida e ci sono delle limitazioni. Questo perché il cervello di un adolescente, semplicemente, è fragile. Non ha la stessa completezza di un cervello adulto, nonostante gli adulti poi se ne facciano poco. Il cervello pronto per usarlo in maniera organica l’abbiamo a 23, 24 anni. Non prima”

Daniele Novara ha sottolineato che “il problema è che l’adolescente viene agganciato a livello dopaminergico dai dispositivi che sostituiscono la vita reale e la immergono in un mondo fittizio, che promette gioie e piaceri e che invece li isola. Il problema è l’isolamento, che è una brutta bestia perché è totalmente contro natura”.

Novara e il problema della disinformazione educativa

La disinformazione educativa è uno dei grandi problemi della società moderna. Il pedagogista si chiede: “Perché se per esempio c’è un episodio di bullismo non chiamano i pedagogisti, ma la polizia?”. Sarebbe più sensato chiamare una figura che possa aiutare genitori, insegnanti e anche ragazzi nelle scuole ad affrontare il crescente problema della violenza.

“Noi pedagogisti siamo usciti dall’immaginario ed entrati un poco di più nel discorso pubblico, le istituzioni sembrano non essersene accorte”, ha detto Novara, aggiungendo: “Con questa politica che parla alla pancia si vogliono vedere le divise, ma la scuola non è una caserma. Questo è un problema educativo, non di sicurezza. Imparando a menare le mani non si costruisce un mondo più sicuro, ma un immaginario pieno di pericolosi equivoci”. Anche perché, come ha affermato l’esperto, “l’unico vero antidoto alla violenza è imparare a gestire i conflitti“.