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La Sicilia vieta il cellulare ai bambini: cosa prevede la legge
La Sicilia punta a vietare l'uso dei cellulari ai bambini e a limitarlo negli adolescenti: cosa prevede la legge-voto che promette di cambiare tutto
In Sicilia l’uso di smartphone e dispositivi digitali potrebbe essere vietato ai bambini e limitato agli adolescenti. A stabilirlo è il disegno di legge approvato all’unanimità dall’Assemblea regionale siciliana, che per diventare operativo dovrà ora superare lo step successivo, ovvero l’approvazione da parte del Parlamento nazionale. Ecco cosa prevede la legge-voto, tra divieti e sanzioni, e perché i genitori sarebbero responsabili.
- Cosa prevede la nuova legge contro l'uso di smartphone da parte dei bambini
- Perché i genitori sono responsabili: cosa dicono gli studi
Cosa prevede la nuova legge contro l’uso di smartphone da parte dei bambini
Quella approvata dall’Assemblea regionale siciliana (il 12 febbraio 2025) è una legge-voto che dovrà essere discussa in Camera e Senato prima di diventare legge a tutti gli effetti. A firmarla è stato il pediatra e deputato regionale del M5S Carlo Gilistro, che si è detto molto soddisfatto del risultato ottenuto: “Il fatto che non ci sia stato oggi nemmeno un voto contrario – ha dichiarato Gilistro a La Repubblica – dimostra che la gravità del problema è stata ben compresa da tutti”. Un segnale positivo, secondo il deputato, anche “considerando che il ministro Valditara ha annunciato il divieto degli smartphone a scuola”.
Cosa prevede la legge-voto approvata in Sicilia? È vietato, fino ai 5 anni, l’uso di dispositivi a radiofrequenza e videogame, mentre è consentito solo sotto la supervisione di un adulto a partire dai 6 anni in su. Inoltre, alle scuole medie e superiori sarà vietato l’uso di dispositivi elettronici durante le ore di lezione.
Le violazioni delle norme previste dal disegno di legge comporterebbero sanzioni da 150 a 500 euro.
Perché i genitori sono responsabili: cosa dicono gli studi
Quello dell’uso della tecnologia fin dalla più tenera età è un problema che non riguarda solo l’Italia, ma è globale. All’interno del dibattito emerge anche la preoccupazione dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Marina Terragni, sulla responsabilità dei genitori.
Al Sole24Ore, Terragni ha sottolineato anche come il problema sia estremamente attuale anche in altri Paesi occidentali, nei quali si stanno studiando regole mirate a regolamentare l’uso dei dispositivi digitali da parte dei bambini. In particolare, Terragni ha evidenziato l’allarme lanciato dallo studioso Jonathan Haidt, autore dello studio “La generazione ansiosa”, negli Stati Uniti.
“Ci sono bambini da zero a cinque anni – ha dichiarato Marina Terragni – che hanno giovani genitori che spingono i carrozzini e guardano contemporaneamente il cellulare. E quindi non guardano il bambino negli occhi o non interagiscono col bambino perché assorti sul loro smartphone. Ecco la domanda è: con che autorità a quel bambino tu impedisci di accedere a questi dispositivi? Quando lui vede il mondo adulto assorto e interessato a guardare dentro questi oggetti?”.
A influenzare negativamente i bambini e gli adolescenti, infatti, sarebbero proprio i comportamenti dei genitori, che possono dar vita a contraddizioni educative. In questo modo è chiaramente più difficile imporre restrizioni ai più piccoli.
Non a caso, alcuni studi recenti confermano tali comportamenti: è emerso infatti che il 30% dei genitori usa lo smartphone per calmare i figli nel primo anno di vita, e 8 bambini su 10, tra i 3 e i 5 anni, sanno già usare il cellulare dei genitori.
Terragni ha infine sottolineato che, nonostante siano ormai chiari i rischi per i bambini, legati allo sviluppo emotivo e cognitivo, “probabilmente i genitori non sono sufficientemente avvertiti. Ed è quindi bene che si cominci a muovere qualche cosa in questo senso, anche se probabilmente un’iniziativa come quella siciliana promuoverà grande sconcerto e forse non sarà possibile vedere quello che succede nelle case. Però, è bene che apra la discussione”, ha concluso la Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.