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voto in condotta Fonte foto: 123rf

Voto in condotta: cos'è e quanto incide sul giudizio finale

Il voto in condotta è uno dei criteri di valutazione degli studenti. Scopriamo come funziona nello specifico.

Danila Franzone

Danila Franzone

ESPERTA DI EDUCAZIONE

Amante della scrittura a tutto tondo, lavoro da anni come web content editor e writer con un’attenzione particolare alla scuola, alla crescita personale e ai bambini con bisogni speciali. Nel tempo libero amo leggere libri di ogni genere e scrivere per progetti legati alla cucina e al benessere in tutte le sue forme.

Quando si pensa alla scuola e alle materie di studio, ci si sofferma sempre troppo poco sul voto in condotta e sull’importanza che ha sia sulla formazione degli studenti che sul giudizio finale degli stessi.

Questo voto, infatti, tiene conto di tutto il periodo di permanenza degli studenti nella sede scolastica, estendendosi anche al loro modo di comportarsi in situazioni esterne come le gite, le visite guidate e i viaggi di istruzione. Si tratta pertanto di un parametro essenziale e che, tra le altre cose, incide sia sul giudizio di fine anno che sulla scelta di promuovere o bocciare uno studente.

Voto in condotta: cos’è, chi lo elargisce e che peso ha

Come già accennato, il voto in condotta tiene conto del comportamento globale degli studenti e non di singoli avvenimenti che, però, possono ovviamente incidere sullo stesso. La valutazione è in decimi e concorre all’attribuzione del voto finale. Un voto in condotta accettabile dovrebbe sempre aggirarsi tra nove e dieci mentre un otto indica solo una sufficienza piena che evidenzia delle mancanze come la troppa esuberanza, la scarsa partecipazione, etc… Il sette e il sei rientrano ancora nella sufficienza ma con una flessione negativa. Al di sotto del sei, infatti, si va incontro alla non ammissione all’anno successivo o all’esame finale. È quindi molto importante tenere sempre sotto controllo questo voto, in quanto in grado persino di far perdere l’anno scolastico.

Per quanto riguarda la votazione, questa viene data dall’intero Consiglio di classe che valuterà il tutto in base a diversi criteri. tra questi ci sono il rispetto per gli altri, per la scuola e per gli insegnanti. Il rispetto delle regole scolastiche (sia durante le lezioni che durante gite ed eventi esterni) e l’interesse dimostrato nell’apprendere le materie di studio e nel prendere parte alle attività scolastiche.

Le nuove modifiche in programma

Intanto, al fine di frenare i comportamenti spesso inappropriati di alcuni studenti, gli atti di bullismo e quelli di violenza in generale sia verso i compagni che insegnanti, il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha proposto una riforma proprio per il voto in condotta. La stessa potrebbe partire dal prossimo anno, portando delle aggiunte alle regole sopra descritte.

È infatti previsto un atteggiamento più severo verso coloro che dimostrano atteggiamenti violenti, mentre il voto pari a sei, pur consentendo ancora di passare all’anno successivo o agli eventuali esami, produrrà un debito che si tradurrà in un esame di Educazione Civica da dare a Settembre. Inoltre, il voto potrà incidere anche sui crediti per l’ammissione agli esami di maturità.

Potrebbero poi esserci dei cambiamenti anche per le sospensioni. Se di breve durata, queste potranno infatti prevedere delle lezioni aggiuntive. Mentre per quelle più gravi si dovrà svolgere dell’attività di cittadinanza sociale che oltre i due giorni di sospensione potrebbe estendersi anche dopo il rientro a scuola. Il voto in condotta, inoltre, torna anche nelle scuole secondarie di primo grado dove era stato abolito con la riforma del 2017. Tutte restrizioni che puntano, come già accennato, a una vita scolastica più serena e, non ultimo, a una formazione più completa dal punto di vista civico e sociale.