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Voto in condotta, cos'è il nuovo compito di cittadinanza

Dal prossimo anno scolastico, chi alle medie e alle superiori avrà 6 in condotta dovrà presentare un compito di cittadinanza: cos'è e come funziona

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Mercoledì 30 luglio, il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva i regolamenti che rendono pienamente operativa, dal prossimo anno scolastico, la riforma del voto in condotta (legge 150/2024). Il provvedimento introduce un’importante novità: chi, allo scrutinio finale, otterrà 6 in condotta non sarà automaticamente promosso alla classe successiva ma dovrà presentare un compito di cittadinanza. Ma cos’è e come funziona?

Cos’è il nuovo compito di cittadinanza per chi ha 6 in condotta

Con l’ultimo passaggio in Consiglio dei ministri, entra in vigore anche l’ultima parte della riforma del voto in condotta voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. A partire dal prossimo anno scolastico, 2025-2026, per studenti e studentesse di medie e superiori non basterà più una valutazione del comportamento uguale o superiore a 6 per passare alla classe successiva: solo chi otterrà dal 7 in su verrà promosso automaticamente (ovviamente, se i voti nelle materie lo permetteranno).

Per chi avrà 6 in condotta allo scrutinio finale, invece, l’ammissione alla classe successiva non sarà automatica. Il giudizio di ammissione, infatti, rimarrà sospeso e si dovrà presentare “un elaborato su tematiche di cittadinanza attiva collegato ai motivi che hanno determinato il voto ottenuto”, hanno spiegato dal ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM).

Il ministro Valditara ha sottolineato che questa novità, come le altre introdotte dalla riforma, non deve essere vista come una punizione, ma piuttosto come un’opportunità educativa: “Il voto di condotta torna a essere un importante strumento educativo per far crescere cittadini responsabili e consapevoli”, ha specificato.

Come funziona l’elaborato in cittadinanza attiva

Secondo le anticipazioni raccolte da Fanpage.it, l’elaborato di cittadinanza richiesto a chi avrà 6 in condotta potrebbe avere una lunghezza compresa tra le 800 e le 1200 parole. Alcuni istituti, inoltre, potrebbero prevedere anche forme alternative per lo svolgimento del compito, come presentazioni multimediali o discussioni orali, adattandosi alle proprie risorse e necessità didattiche.

Indipendentemente dalla forma scelta, il contenuto dovrà essere strettamente connesso ai motivi che hanno determinato il 6 in condotta, come precisato dal MIM, con l’obiettivo primario di stimolare una riflessione profonda dello studente o della studentessa sul proprio comportamento.

Gli argomenti del compito, dunque, dovrebbero riguardare principalmente argomenti come il rispetto delle regole e delle persone e le conseguenze di atteggiamenti violenti e aggressivi. Ma anche le strategie per una risoluzione pacifica dei conflitti tra compagni e compagne di scuola e l’uso responsabile della tecnologia.

Per arricchire ulteriormente questa esperienza formativa, il percorso potrebbe prevedere anche letture mirate, attività di gruppo o sessioni di confronto con tutor scolastici dedicati.

Come cambiano le sospensioni

Il principio dichiarato alla base della riforma è che ogni comportamento sbagliato può essere trasformato in un’occasione di apprendimento. L’intento è riscontrabile anche nella revisione del sistema delle sanzioni disciplinari scolastiche, ovvero le sospensioni.

Come evidenziato dal MIM, queste non saranno più “strumenti unicamente punitivi”, trasformandosi in “una occasione di crescita educativa”. Come? Con oltre due giorni di allontanamento dagli istituti scolastici, saranno previste “attività di approfondimento sulle conseguenze dei propri comportamenti o lo svolgimento di attività di cittadinanza solidale presso enti o associazioni previamente individuati dalle scuole”.

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