Le opere più famose della corrente dadaista e gli esponenti
Dalla Fontana alla Ruota di bicicletta, passando per l’assurdo Scolabottiglie e l’irriverente L.H.O.O.Q, gli artisti dada hanno dato scandalo, gettando il seme del Surrealismo
Il Dadaismo, o movimento Dada, è stato un movimento d’avanguardia artistico e letterario, nato a Zurigo nel 1916 e sviluppatosi particolarmente tra Francia e Germania, prima di sbarcare in America. Sorto come reazione alla prima guerra mondiale e in contrapposizione a tutte le correnti, passate e contemporanee, il movimento Dada, come preferivano chiamarlo gli appartenenti, contrari a tutti gli “-ismi”, ha sconvolto l’arte dell’epoca, proponendo una nuova estetica disturbante e provocatoria. Non solo, ha anche cambiato le forme e i mezzi dell’arte e ha posto le basi per l’arrivo di nuove correnti come il surrealismo.
Tra i movimenti artistici che hanno attraversato i primi anni del Novecento il Dadaismo è quello che più ha estremizzato il concetto di arte e il valore dell’artista. Il dada è caratterizzato dal rifiuto degli standard artistici, dall’irriverenza, dalla provocazione e dall’utilizzo di nuove forme d’arte, come il fotomontaggio, il collage, il ready-made, le registrazioni sonore, la grafica e i manifesti. Gli artisti sono eccessivi, anticonvenzionali e il loro fine è quello di suscitare scandalo.
Maggiori esponenti
Gli intellettuali rifugiati in Svizzera che danno vita al Dada sono lo scultore alsaziano Hans Arp, il poeta rumeno Tristan Tzara, fondatore e teorico del movimento, il filosofo e scrittore tedesco Hugo Ball e i compatrioti Richard Huelsenbeck e Hans Richter e il pittore rumeno Marcel Janco. Ad essi, tra i principali rappresentanti della nuova corrente, si aggiungeranno Marcel Duchamp, Hannah Hoch e il fotografo americano Man Ray.
La prima “uscita pubblica” di Dada è datata 5 febbraio 1916, giorno in cui si inaugura il Cabaret Voltaire, nel retro di una taverna sulla Spiegelgasse, in una zona desolata della città, un luogo di riunione zurighese che ospiterà serate poetiche, esposizioni e atti di provocazione culturale.
“Cabaret Voltaire. Sotto questo nome si è formato un gruppo di giovani artisti e scrittori con l’obiettivo di diventare un centro di intrattenimento artistico. In linea di principio, il Cabaret sarà gestito da artisti, gli artisti ospiti verranno e daranno spettacoli musicali e letture durante gli incontri quotidiani. I giovani artisti di Zurigo, qualunque siano le loro tendenze, sono invitati a portare suggerimenti e contributi di ogni tipo”. (Hugo Ball)
Le opere
Se tutto può essere arte, nulla è arte. Questo il pensiero alla base della corrente dadaista e la chiave per accostarsi ad opere altrimenti incomprensibili. Come accennato, una delle nuove forme d’arte che il Dada ha introdotto è quella del ready made, ovvero l’utilizzo di oggetti reali e di uso comune non realizzati dall’artista e senza un particolare valore o scopo estetico. Il ready-made può a sua volta essere “rettificato”, ovvero modificato rispetto alla funzione iniziale dell’oggetto, o “puro”, in cui l’oggetto non viene modificato in nessun modo, ma semplicemente ricollocato, e la sfida dell’artista dada sta nel riuscire a dare un nuovo significato alle cose.
Ruota di bicicletta e Fontana
Opere esemplificative di “dada ready-made rettificato” sono Ruota di bicicletta e Fontana, entrambe realizzate da Marcel Duchamp. Nella prima, la ruota è esposta al contrario e quindi non può più svolgere la sua funzione originale, ma ha comunque un nuovo scopo, quello di muoversi grazie all’intervento di chi la osserva. E’ questo un altro elemento innovativo del dadaismo, che consente allo spettatore di interagire con l’opera e non solamente di osservarla a distanza. La seconda è invece un orinatoio rovesciato, che non assolve più alla sua mansione originale, ma invertendo il flusso si trasforma in una fontana. Considerata scandalosa, l’opera sarà ferocemente criticata e la Società degli Artisti Indipendenti ne impedirà l’esposizione a New York.
Scolabottiglie
Anche il più noto esempio di “dada ready-made puro” appartiene a Duchamp, che però la firma con lo pseudonimo di Rose Selavy, ed è lo Scolabottiglie. Scultura del 1914 consiste in un oggetto acquistato ed esposto direttamente, senza modifiche, alla quale l’artista assegna arbitrariamente lo statuto di opera, ponendosi in aperta e ironica sfida all’idea dell’artista faber.
Le violon di Ingres, Noire et Blanche e Lacrime di vetro
Altre importanti opere dadaiste si trovano nelle fotografie dell’artista visivo Man Ray, autore dei celebri scatti Le violon di Ingres, Noire et Blanche e Lacrime di vetro. La modella Kiki de Montparnasse, protagonista delle due foto in bianco e nero, nella prima viene ritratta da dietro, nuda fin sotto la vita, con due fori a F dipinti per far sembrare il suo corpo un violino, e nella seconda con pelle diafana e capelli corvini tiene in mano una scultura d’ebano africana, per rimarcare la differenza cromatica degli opposti. In Lacrime di vetro, Man Ray propone un primo piano estremo di un viso femminile con goccioline di vetro poste sulle sue guance per imitare le lacrime, opera discussa perché probabilmente destinata alla pubblicità di un nuovo mascara.
L.H.O.O.Q.
Tra le opere fotografiche dada più dissacranti, un posto d’onore lo merita L.H.O.O.Q., ancora di Marcel Duchamp, che raffigura una riproduzione della Gioconda, alla quale sono applicati baffi e pizzetto con l’irriverente sigla che, letta in francese, suona “elle a chaud au cul”, con riferimento all’eccitazione sessuale della modella ritratta.
Gadji Beri Bimba
Uno dei primi esempi di Dada è Gadji Beri Bimba, la poesia fonetica di Hugo Ball, composta da parole senza senso:
“Gadji Beri bimba glandridi laula lonni cadori/ gadjama gramma berida bimbala glandri galassassa laulitalomini/gadji beri bin blassa glassala laula lonni cadorsu sassala bim/gadjama tuffm i zimzalla binban gligia wowolimai bin beri ban/o katalominal rhinocerossola hopsamen laulitalomini hooo gadjama/rhinocerossola hopsamen/ bluku terullala blaulala looooo…”.