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Andreuccio da Perugia, trama della novella del Decameron

“La fortuna aiuta gli audaci”: è il senso del racconto ideato da Boccaccio, in cui un giovane e inesperto mercante si ribella alle sue disavventure e viene premiato dalla sorte

Silvia Pino

Silvia Pino

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Ho iniziato con le lingue straniere, ho continuato con la traduzione e poi con l’editoria. Sono stata catturata dalla critica del testo perché stregata dalle parole, dalla comunicazione per pura casualità. Leggo, indago e amo i giochi di parole. Poiché non era abbastanza ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermata.

Andreuccio da Perugia è una delle novelle più conosciute e caratteristiche di Giovanni Boccaccio. Fa parte del Decameron, la più importante opera in prosa della letteratura italiana, pubblicata, secondo le diverse ricostruzioni, tra il 1349 e il 1353. Si tratta di un novelliere a cornice in cui dieci giovani decidono di abbandonare una Firenze in preda alla feroce peste nera, per ritirarsi in una villa in campagna, dove ingannano il tempo narrando a turno novelle ed eleggendo ogni giorno un re o una regina, designati alla scelta del tema della giornata. Nel caso di Andreuccio da Perugia la narratrice è Fiammetta e la giornata si articola secondo il tema scelto dalla regina Filomena, la Fortuna e il suo impatto sulla vita delle persone. Andreuccio è un personaggio ingenuo e scalognato, apparentemente in contrasto con il tema giornaliero, ma che ha il merito di opporre la propria determinazione alla serie di peripezie che gli capitano, venendo infine premiato dalla sorte. “La fortuna aiuta gli audaci” è il significato sotteso alla novella, tramite la quale Boccaccio esalta la caparbietà e la scaltrezza della borghesia mercantile e ne ritrae l’irresistibile ascesa che la porterà dopo la peste a prendere in mano le redini della società del Trecento.

Trama della novella

Andreuccio da Perugia è un giovane e inesperto mercante che per la prima volta si mette in viaggio alla volta di Napoli, determinato ad acquistare dei cavalli da cui ricavare 500 fiorini d’oro. Arrivato in città, viene puntato dalla prostituta Fiordaliso, che prima lo ammalia con la sua bellezza, poi lo inganna fingendosi la sorella di secondo letto del padre e infine, dopo averlo fatto cadere in una latrina, lo deruba della borsa di monete che serviva a finanziare l’investimento. Ritrovatosi a vagare nella notte per strade sconosciute, si imbatte in due ladri, che lo convincono a rifarsi del furto subito e a trafugare insieme a loro la tomba di un importantissimo arcivescovo seppellito proprio quel giorno. Prima, però, viene condotto dalla coppia di ladri presso un pozzo, nel quale lavarsi per liberarsi del terribile olezzo dovuto ai liquami della latrina di Fiordaliso. Al sopraggiungere di due soldati, i due malviventi si danno alla fuga, come i gendarmi poco dopo, terrorizzati dall’emergere di una figura dal fondo del pozzo. Riunitosi nuovamente con i ladri, si reca con loro al cimitero per portare a termine il colpo, ma questi lo chiudono nel sepolcro e fuggono con la refurtiva. Andreuccio non si perde d’animo e sfrutta il colpo di fortuna che vuole un secondo gruppo di ladri, guidati da un sagrestano infedele, scoperchiare la tomba per appropriarsi dei beni dell’alto prelato: fingendosi un fantasma li mette in fuga e fa ritorno a Perugia con in tasca un grosso anello con un rubino incastonato, del valore di 500 fiorini d’oro esatti.

Tematiche principali

All’interno della seconda giornata del Decameron, il tema riguarda il rapporto tra la Fortuna e le azioni umane e il saper vivere, inteso come essere in grado di superare gli ostacoli e liberarsi da situazioni difficili. Nel racconto di Fiammetta è infatti la caparbietà di Andreuccio e la capacità di apprendere dai propri errori, a permettere che la novella si concluda con un lieto fine. Certo, se il caso non avesse voluto che sopraggiungesse un secondo gruppo di ladri mentre era rinchiuso nella tomba dell’arcivescovo, la vicenda del mercante perugino si sarebbe conclusa in maniera sicuramente tragica, ma l’intento di Boccaccio è proprio quello di dimostrare che, usando accortezza e determinazione, ci si possa trovare, ben poco casualmente, nel posto giusto al momento giusto. Lo schema narrativo della novella presenta infatti un percorso di maturazione del protagonista, che passa progressivamente da una situazione di ingenuità iniziale a una consapevolezza finale, cui giunge attraverso il superamento di una serie di prove, salvato dalla caparbietà e la scaltrezza accumulate dalle disavventure precedenti.

Sotto il profilo linguistico, Boccaccio ha avuto l’enorme merito di conferire anche alla prosa italiana una forma alta e riconosciuta, facendosi portatore di uno stile basato sulla complessità ipotattica del latino, ma adattata alle caratteristiche del volgare italiano del Duecento e del Trecento. Tramite le novelle del Decameron, Boccaccio dà voce a personaggi provenienti da tutte le classi sociali, che gli consentono di inserire una pluralità di registri linguistici e modi di dire che sono ancora alla base dell’intera letteratura in prosa occidentale e che testimoniano la continua ricerca del realismo da parte del sommo scrittore. Testimonianza ne sono in Andreuccio da Perugia i riferimenti geografici e storici riguardanti i quartieri di Napoli, come il malfamato Malpertugio dove il protagonista viene irretito da Fiordaliso, e la tomba dell’Arcivescovo Minutolo, tutt’oggi visitabile nel Duomo, tramite i quali Boccaccio con il Decameron si proponeva l’obiettivo di ritrarre il mondo tardo-medievale nelle sue sfaccettature più significative e complete.