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L'ascesa al Monte Ventoso di Petrarca: riassunto e temi

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

L’ascesa al Monte Ventoso è una celebre lettera di Francesco Petrarca, indirizzata al frate agostiniano Dionigi da Borgo San Sepolcro. In questo scritto, Petrarca narra la scalata del Mont Ventoux, situato in Provenza, compiuta insieme al fratello Gherardo. L’episodio, sebbene presentato come un resoconto di viaggio, è carico di significati simbolici e offre una profonda riflessione sull’interiorità umana e sul rapporto tra l’uomo e il divino.

La lettera, inserita nel quarto libro delle Familiares, è scritta in latino e si articola in diverse sezioni che combinano narrazione, descrizione e riflessione filosofica. L’incipit introduce il desiderio di Petrarca di compiere l’ascesa, seguito dalla descrizione dell’incontro con il pastore e delle diverse strategie adottate dai due fratelli durante la scalata. La parte centrale è dedicata alle riflessioni scaturite dalla fatica del percorso e dalla lettura delle Confessioni. La conclusione sottolinea la presa di coscienza dell’autore riguardo alla necessità di un cambiamento interiore.

Riassunto dell’ascesa al Monte Ventoso

Petrarca inizia la lettera confessando a Dionigi il desiderio, coltivato per anni, di salire sulla vetta del Monte Ventoso, spinto sia dalla curiosità naturale sia dall’ispirazione tratta dalla lettura delle imprese di Filippo V di Macedonia, descritte da Tito Livio. Dopo aver scelto come compagno di viaggio il fratello Gherardo, i due si mettono in cammino, nonostante gli avvertimenti di un anziano pastore che cerca di dissuaderli, definendo l’impresa faticosa e priva di reali benefici.

Durante la salita, emerge una differenza significativa tra i due fratelli: mentre Gherardo procede spedito lungo i sentieri più ripidi e diretti, Francesco tende a cercare percorsi più agevoli, finendo spesso per allontanarsi dalla meta e rendendo la scalata più lunga e complessa. Questa scelta riflette una metafora della vita spirituale: Gherardo, che in seguito abbraccerà la vita monastica, rappresenta l’anima dedita all’ascesi e al distacco dalle cose terrene, mentre Francesco incarna l’uomo attratto dalle comodità mondane, che fatica a intraprendere il cammino virtuoso.

Giunti finalmente in cima, Petrarca apre casualmente il libro delle Confessioni di Sant’Agostino, che porta sempre con sé, e si imbatte in un passaggio che lo colpisce profondamente:

E vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti, i vasti flutti del mare, le ampie correnti dei fiumi, le immensità dell’oceano, il corso degli astri… e trascurano se stessi.”

Queste parole lo inducono a riflettere sulla vanità delle ambizioni terrene e sull’importanza dell’introspezione. Comprende che la vera elevazione non si ottiene attraverso imprese esteriori, ma mediante un percorso interiore di purificazione e conoscenza di sé.

Temi principali

Tre sono i temi principali presenti in questa lettera:

  • La metafora dell’Ascesa: l’intera narrazione della scalata al Monte Ventoso è una potente allegoria della vita umana e del percorso spirituale. La montagna rappresenta le difficoltà e le sfide che l’individuo deve affrontare per raggiungere una condizione di elevazione morale e spirituale. La scelta dei sentieri, più o meno ripidi, simboleggia le diverse vie che si possono intraprendere: quella diretta ma ardua della virtù e dell’abnegazione, e quella più facile ma ingannevole delle tentazioni mondane.
  • Il conflitto interiore: Petrarca esprime un profondo conflitto interiore tra il desiderio di elevazione spirituale e l’attrazione per le cose terrene. Questo dualismo è emblematico della sua personalità e della sua epoca, caratterizzata dalla tensione tra gli ideali medievali e le nuove istanze umanistiche. La figura di Gherardo, che sceglie la via monastica, accentua il senso di inadeguatezza di Francesco, evidenziando la sua difficoltà a rinunciare ai piaceri mondani.
  • La vanità delle cose terrene: la riflessione scaturita dalla lettura delle Confessioni di Sant’Agostino porta Petrarca a riconoscere la vanità delle imprese esteriori. La contemplazione delle bellezze naturali e delle grandi opere umane appare insignificante se confrontata con l’importanza della conoscenza di sé e della cura dell’anima. Questo tema richiama la concezione agostiniana della necessità di rivolgersi all’interno per trovare la verità e la felicità autentica.

L’influenza di Sant’Agostino

Uno degli elementi più evidenti nel testo è il debito verso Sant’Agostino, il cui pensiero pervade l’intera narrazione. Il concetto della conversione interiore e della necessità di volgere lo sguardo verso l’anima piuttosto che verso le meraviglie esteriori si rifà direttamente alle Confessioni. L’episodio della lettura casuale di un passo delle Confessioni in vetta al monte è una chiara allusione alla stessa esperienza vissuta da Agostino nella sua celebre conversione, quando aprì la Bibbia e lesse il passo che lo spinse a cambiare vita (Tolle lege).

Petrarca, proprio come Agostino, vive il contrasto tra il desiderio di Dio e l’attrazione per il mondo, tra l’ascesi e le passioni terrene. La sua ascesa fisica alla vetta si conclude con una presa di coscienza spirituale e filosofica: la vera elevazione non è quella corporea, ma quella dell’anima.

La tradizione classica: Tito Livio e Seneca

Petrarca fa riferimento anche agli storici e ai filosofi dell’antichità classica. Nella lettera menziona Tito Livio, la cui opera Ab Urbe Condita racconta le imprese di Filippo V di Macedonia, ispirando il poeta a intraprendere l’ascesa. Questo rimando non è casuale: il mondo classico è per Petrarca un modello di virtù, ma anche di vanità e di gloria effimera.

Un’altra influenza importante è Seneca, filosofo stoico che insisteva sulla necessità di distaccarsi dalle passioni e dai beni materiali per raggiungere la serenità interiore. Il messaggio di Petrarca richiama questa concezione: l’uomo cerca la grandezza fuori di sé, ma la vera saggezza risiede nell’introspezione e nella padronanza di sé.

Il pensiero medievale e il passaggio all’Umanesimo

Sebbene l’opera abbia un forte legame con la tradizione cristiana medievale, si intravedono già elementi che anticipano l’Umanesimo. Petrarca, infatti, non si accontenta di una visione esclusivamente teologica della realtà: la sua ascesa è un’esperienza personale, una ricerca individuale che lo porta alla conoscenza di sé stesso.

Questa centralità dell’io e della coscienza individuale segna un passaggio fondamentale dalla mentalità medievale, incentrata su Dio e sulla collettività, a quella umanistica, che valorizza l’individuo e la sua esperienza interiore. L’Ascesa al Monte Ventoso può dunque essere vista come un testo di transizione tra due epoche, che fonde il pensiero medievale con le nuove prospettive rinascimentali.

Centralità dell’individuo e dell’esperienza personale

L’Ascesa al Monte Ventoso è una riflessione interiore basata sull’esperienza personale del poeta. A differenza della visione medievale, in cui la conoscenza era subordinata all’autorità della Chiesa, Petrarca pone al centro l’individuo e il suo percorso di crescita. Questa attenzione all’io è un elemento fondamentale dell’Umanesimo, che porterà nei secoli successivi a una concezione più laica e autonoma del sapere.

Il rapporto tra natura e spirito

Un altro elemento innovativo è il rapporto tra la natura e la spiritualità. Se nel Medioevo la natura era spesso vista come un luogo pericoloso e ostile, in Petrarca essa diventa il teatro dell’elevazione interiore. La montagna, invece di essere un ostacolo o un simbolo di punizione divina, diventa lo strumento attraverso cui l’anima può riflettere su sé stessa e avvicinarsi alla verità.

Questo tema sarà ripreso nei secoli successivi, fino al Romanticismo, quando la natura sarà vista come lo specchio dell’anima e della condizione interiore dell’uomo.

Il viaggio come metafora della conoscenza

L’ascesa al Monte Ventoso può essere interpretata anche come una metafora della conoscenza. Il cammino difficile e pieno di ostacoli simboleggia il percorso di apprendimento e di scoperta che ogni uomo deve affrontare. Anche in questo senso, Petrarca anticipa un concetto che diventerà centrale nel pensiero rinascimentale e moderno: la conoscenza non è statica, ma è il risultato di un processo di ricerca e di crescita personale.

L’Ascesa al Monte Ventoso non è solo una lettera autobiografica, ma un testo profondamente simbolico, che rappresenta un passaggio cruciale tra il Medioevo e l’Umanesimo. Attraverso la metafora della scalata, Petrarca riflette sul senso dell’esistenza, sul valore della conoscenza e sul contrasto tra le ambizioni terrene e la ricerca interiore.

Quest’opera continua a essere un riferimento essenziale per chiunque voglia comprendere il pensiero umanistico e la complessità della condizione umana. La sua attualità dimostra come le domande fondamentali sulla vita e sulla ricerca della verità rimangano universali e senza tempo.