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Movesi il vecchierel canuto et biancho: parafrasi e analisi

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Nel sonetto Movesi il vecchierel canuto et biancho, Francesco Petrarca dipinge con toccante delicatezza l’immagine di un anziano pellegrino che, nonostante la fatica e l’età avanzata, si mette in cammino spinto dalla speranza e dalla devozione.

Attraverso questa scena semplice ma profondamente evocativa, il poeta crea un’intensa analogia con il proprio viaggio interiore: come il vecchio affronta il cammino con fede incrollabile, così l’anima del poeta, segnata dagli anni e dalle esperienze, cerca una meta spirituale. Il sonetto, denso di significati simbolici, si carica di una riflessione sul tempo, sull’amore e sulla ricerca di un senso più alto dell’esistenza.

Movesi il vecchierel canuto et biancho: testo e parafrasi

Testo:

Movesi il vecchierel canuto et biancho
del dolce loco ov’à sua età fornita
et da la famigliuola sbigottita
che vede il caro padre venir manco;

indi trahendo poi l’antiquo fianco
per l’extreme giornate di sua vita,
quanto piú pò, col buon voler s’aita,
rotto dagli anni, et dal camino stanco;

et viene a Roma, seguendo ’l desio,
per mirar la sembianza di colui
ch’ancor lassú nel ciel vedere spera:

cosí, lasso, talor vo cerchand’io,
donna, quanto è possibile, in altrui
la disïata vostra forma vera.

Parafrasi:

Il vecchietto dai capelli bianchi si allontana dal luogo caro dove ha trascorso la sua vita e dalla famiglia sconvolta che vede il caro padre venire meno; quindi, trascinando il vecchio corpo negli ultimi giorni della sua vita, si aiuta, per quanto può, con la buona volontà, fiaccato dagli anni e stanco per il cammino; e arriva a Roma, seguendo il desiderio, per ammirare l’immagine di Colui che spera ancora di vedere lassù nel cielo: così, ahimè, talvolta io cerco, o donna, per quanto è possibile, in altre persone la vostra desiderata vera forma.

Movesi il vecchierel canuto et biancho: contesto e significato

Composto intorno al 1337, durante un soggiorno a Roma, questo sonetto è il sedicesimo del “Canzoniere" di Petrarca. In esso, il poeta paragona la sua ricerca dell’immagine di Laura a quella di un anziano pellegrino che si reca a Roma per vedere la Veronica, la reliquia che si crede contenga l’impronta del volto di Cristo. Il vecchio lascia la sua casa e la famiglia, nonostante l’età avanzata e la fatica del viaggio, spinto dal desiderio di contemplare l’immagine sacra.

Petrarca utilizza questa similitudine per esprimere il suo tormento interiore: così come il pellegrino cerca il volto di Cristo nella reliquia, egli cerca il volto di Laura nei tratti di altre donne. Tuttavia, mentre il pellegrino è mosso da una devozione religiosa, la ricerca di Petrarca è di natura profana, evidenziando il conflitto tra l’amore terreno e l’aspirazione spirituale.

Metrica, struttura e analisi

Il sonetto segue la forma metrica tradizionale, con due quartine e due terzine, e uno schema di rime ABBA ABBA CDE CDE. Nelle prime tre strofe, Petrarca descrive dettagliatamente il pellegrinaggio dell’anziano, soffermandosi sulla sua determinazione nonostante l’età e la stanchezza. Nell’ultima terzina, il poeta introduce sé stesso, stabilendo la similitudine tra la sua ricerca e quella del vecchio pellegrino.

La descrizione del viaggio del vecchio è ricca di particolari che sottolineano la sua devozione e la fatica affrontata: lascia la famiglia sbigottita, trascina il corpo stanco negli ultimi giorni della sua vita, sostenuto solo dalla forza di volontà. Questi dettagli enfatizzano la profondità del desiderio che lo spinge verso Roma.

Nell’ultima terzina, il tono cambia: Petrarca esprime il suo lamento (“lasso") e confessa di cercare, per quanto possibile, la vera forma di Laura in altre persone. Questa ammissione rivela la sua sofferenza e il senso di perdita, poiché non riesce a trovare un’immagine che equivalga a quella dell’amata.

Le principali figure retoriche

Petrarca impiega diverse figure retoriche per arricchire il sonetto e trasmettere le sue emozioni. L’uso di dittologie sinonimiche, come “canuto et biancho", sottolinea l’età avanzata del pellegrino. La sineddoche “antiquo fianco" rappresenta l’intero corpo del vecchio, enfatizzando la sua fragilità.

La perifrasi “la sembianza di colui ch’ancor lassù nel ciel vedere spera" indica Cristo, aggiungendo solennità al pellegrinaggio. L’uso di enjambement crea un ritmo fluido, riflettendo il movimento del viaggio e la continuità del desiderio del poeta.

La similitudine centrale del sonetto è introdotta nell’ultima terzina con “cosí, lasso, talor vo cerchand’io", stabilendo un parallelo tra il pellegrino e il poeta. Questa struttura rafforza il confronto tra la ricerca spirituale del vecchio e quella amorosa di Petrarca.

Il tema del pellegrinaggio e la ricerca dell’assoluto

Il pellegrinaggio è una metafora ricorrente nella letteratura medievale e rinascimentale, simbolizzando il viaggio dell’anima verso la salvezza o la ricerca di un ideale. Nel sonetto, il viaggio del vecchio verso Roma rappresenta la ricerca di una connessione con il divino. Petrarca, invece, utilizza questa immagine per descrivere il suo tormento amoroso, traslandola in una dimensione più personale e profana. La sua ricerca dell’amata Laura è paragonata a quella del pellegrino che desidera contemplare il volto di Cristo nella Veronica. Tuttavia, mentre il pellegrino ha una meta chiara e sacra, il poeta è destinato a un cammino senza risposte, perché la bellezza di Laura è unica e insostituibile.

Questa analogia mette in evidenza un tema fondamentale della poetica petrarchesca: la tensione tra ideale e realtà, tra desiderio e impossibilità del suo compimento. Petrarca è consapevole dell’irraggiungibilità della perfezione e dell’illusorietà della sua ricerca, il che conferisce al sonetto un tono malinconico e sofferto.

Il rapporto tra amore e spiritualità

Uno degli aspetti più interessanti di questo sonetto è il parallelo tra l’amore terreno e la dimensione spirituale. Se il vecchio pellegrino compie il suo viaggio animato dalla fede, il poeta è spinto dal desiderio di ritrovare Laura, che ormai gli è preclusa.

Petrarca sembra riconoscere che il suo amore è un’ossessione irrisolvibile, un pellegrinaggio che non può avere compimento. Qui emerge la sua tipica concezione dell’amore: non come via di elevazione spirituale, come in Dante, ma come una forza che lo consuma e lo condanna a un’eterna insoddisfazione.

Questa riflessione rientra nella più ampia visione petrarchesca della vita umana come un continuo oscillare tra desiderio e impossibilità, tra bellezza e perdita. La religiosità, quindi, è presente nel sonetto non come soluzione, ma come termine di paragone per evidenziare la differenza tra una ricerca con una meta chiara (quella del pellegrino) e una destinata a rimanere incompiuta (quella dell’amante).

Confronto con altri sonetti di Petrarca

Questo sonetto può essere messo a confronto con altri componimenti del Canzoniere, come “Solo et pensoso i più deserti campi", in cui il poeta esprime lo stesso senso di inquietudine e di ricerca senza soluzione.

Anche in “Pace non trovo et non ho da far guerra", Petrarca racconta il doppio vincolo dell’amore, che lo spinge verso un ideale impossibile e lo tormenta, rendendolo prigioniero di un sentimento irrisolvibile.

Rispetto a questi sonetti, Movesi il vecchierel ha una particolarità: invece di soffermarsi esclusivamente sul proprio stato d’animo, Petrarca costruisce un’immagine narrativa, quella del vecchio pellegrino, che permette un confronto più ampio tra il tema amoroso e la dimensione spirituale.

Il sonetto Movesi il vecchierel canuto et biancho è una delle composizioni più evocative del Canzoniere di Petrarca. Attraverso la metafora del pellegrinaggio, il poeta racconta la sua ricerca dell’amore perduto, consapevole della sua irrealizzabilità.

La similitudine con il vecchio pellegrino evidenzia la tensione tra desiderio e impossibilità, un tema centrale nella poetica petrarchesca. La struttura armoniosa del sonetto, l’uso raffinato delle figure retoriche e la profondità del significato ne fanno un testo di straordinaria bellezza e rilevanza letteraria.

Petrarca ci lascia un’immagine potente e malinconica della condizione dell’uomo, destinato a cercare incessantemente un ideale che non potrà mai raggiungere, proprio come il poeta continua a inseguire il volto dell’amata, pur sapendo che nessuno potrà mai sostituirla davvero.

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