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Autoritratto: testo, analisi e parafrasi della poesia

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Ugo Foscolo, una delle figure più emblematiche della letteratura italiana a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, offre nei suoi versi una profonda esplorazione dell’animo umano e delle contraddizioni dell’esistenza. Tra le sue opere più affascinanti, il sonetto Autoritratto si distingue per l’introspezione e la tensione poetica che caratterizzano ogni sua parola. Composto nel 1802, questo sonetto rappresenta un viaggio nella personalità del poeta, delineando un ritratto intimo e universale al tempo stesso.

Autoritratto: il testo e la parafrasi

Testo del sonetto:

Solcata ho fronte, occhi incavati intenti;
Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto;
Labbro tumido acceso, e tersi denti,
Capo chino, bel collo, e largo petto;

Giuste membra, vestir semplice eletto;
Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti,
Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
Avverso al mondo, avversi a me gli eventi.

Talor di lingua, e spesso di man prode;
Mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
Pronto, iracondo, inquieto, tenace:

Di vizi ricco e di virtù, do lode
Alla ragion, ma corro ove al cor piace:
Morte sol mi darà fama e riposo.

Parafrasi:

Ho la fronte segnata da rughe, occhi infossati e intensi, capelli di colore rossiccio, guance scavate, un aspetto fiero; labbra carnose e accese, denti puliti e bianchi; il capo leggermente inclinato, un bel collo e un petto ampio; il corpo proporzionato; un abbigliamento semplice ma scelto con cura; passi, pensieri, gesti e parole rapidi; sobrio, umano, leale, generoso e sincero; ostile al mondo e bersaglio di avversità: talvolta eloquente, spesso abile nelle azioni; triste la maggior parte del tempo e solo, sempre pensieroso, pronto, irascibile, inquieto e tenace: pieno di vizi e di virtù, rendo omaggio alla ragione, ma seguo dove mi conduce il cuore: solo la morte mi porterà fama e pace.

Autoritratto: il significato della poesia

Il sonetto “Autoritratto" fu composto in un periodo di grande fermento intellettuale e personale per Foscolo, nel 1802, mentre si trovava a Milano. Questo periodo coincide con la pubblicazione delle sue prime opere maggiori, tra cui “Le Ultime lettere di Jacopo Ortis", e rappresenta una fase di consolidamento della sua poetica.

In “Autoritratto", Foscolo si confronta direttamente con la propria identità. Il sonetto si inserisce nella tradizione degli autoritratti letterari, seguendo l’esempio di autori come Vittorio Alfieri. Tuttavia, Foscolo va oltre, utilizzando la descrizione fisica e morale per esplorare la condizione umana e le tensioni interiori che contraddistinguono il suo animo. Il sonetto è un dialogo con sé stesso e con il lettore, in cui emerge una personalità complessa, segnata da un profondo dualismo tra ragione e passione, tra virtù e vizi, tra il desiderio di conformità e l’insofferenza verso le regole sociali.

La chiusa del sonetto (“Morte sol mi darà fama e riposo") rivela il desiderio di Foscolo di raggiungere l’immortalità attraverso la poesia, in un’epoca in cui la gloria letteraria era una delle massime aspirazioni di un intellettuale.

Autoritratto: analisi e metrica

Il sonetto è composto da quattordici versi endecasillabi, divisi in due quartine e due terzine. La struttura classica si sposa con una musicalità raffinata e un ritmo serrato, che riflette la complessità delle emozioni del poeta.

La prima quartina si concentra sulla descrizione fisica, tracciando un ritratto vivido e dettagliato. La seconda quartina amplia il discorso, integrando tratti caratteriali e atteggiamenti morali. Le terzine finali, invece, offrono una sintesi filosofica, in cui il poeta riflette sulla sua natura contraddittoria e sul destino che lo attende.

Autoritratto: le figure retoriche

La poesia è ricca di figure retoriche che amplificano l’intensità espressiva del testo:

  • Anastrofe e iperbato: l’inversione dell’ordine sintattico (“Solcata ho fronte") crea un effetto di enfasi, attirando l’attenzione del lettore sulla prima immagine visiva.
  • Allitterazione: il ripetersi di suoni simili (“labbro tumido acceso, e tersi denti") conferisce musicalità e coerenza ritmica al testo.
  • Antitesi: la coesistenza di opposti (“di vizi ricco e di virtù") sottolinea il dualismo che domina la personalità del poeta.
  • Metafora: la “solcata fronte" suggerisce un’esistenza segnata dalla sofferenza e dalle esperienze vissute.
  • Personificazione: gli “eventi avversi" diventano quasi entità vive che agiscono contro il poeta.
  • Climax: “mesto i più giorni e solo, ognor pensoso" sviluppa un crescendo emotivo che culmina nella rivelazione della natura inquieta e tormentata del poeta.

Il sonetto è un manifesto della poetica di Foscolo. La tensione tra ragione e passione, tra l’anelito verso l’immortalità e la consapevolezza della caducità della vita, rappresenta il nucleo del pensiero foscoliano. In questo testo, il poeta esprime anche il suo legame con il Romanticismo nascente, pur rimanendo ancorato a una visione classicista dell’arte. L’"Autoritratto" anticipa molti dei temi che saranno sviluppati nelle opere successive, come la centralità del ricordo, il valore della poesia e la ricerca di un senso nell’esistenza umana. L’"Autoritratto" di Ugo Foscolo è un capolavoro di introspezione e di analisi poetica, che riesce a coniugare la descrizione personale con una riflessione universale. Attraverso un linguaggio ricco e complesso, il poeta traccia un ritratto di sé che è al contempo una rappresentazione dell’uomo universale, in lotta con le proprie contraddizioni e alla ricerca di una verità che solo l’arte e la morte possono rivelare.

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