Il gelsomino notturno: testo, parafrasi e analisi della poesia
Giovanni Pascoli, uno dei più grandi poeti italiani del XIX e XX secolo, ha saputo catturare la bellezza della natura e i misteri dell’animo umano attraverso una poetica intrisa di simbolismo e sensibilità. Tra le sue opere più celebri si annovera Il gelsomino notturno, una poesia che racchiude in sé temi profondi come la vita, la morte e la nascita, con una delicatezza che solo un maestro della parola può offrire.
- Il gelsomino notturno: il testo e la parafrasi
- Il gelsomino notturno: storia e significato
- Il gelsomino notturno: l'analisi metrica
- Il gelsomino notturno: le figure retoriche
Il gelsomino notturno: il testo e la parafrasi
Testo della poesia
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso ai miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento…
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Parafrasi
Nella quiete della notte si schiudono i fiori, in quel momento di raccoglimento in cui il pensiero si volge ai propri cari. Tra i cespugli di viburno, appaiono le falene che si muovono nelle ultime luci del crepuscolo. Da tempo sono cessati i rumori del giorno, e una casa distante si distingue per un tenue bisbiglio. Gli uccelli riposano nei loro nidi, protetti dalle ali, come occhi chiusi sotto le palpebre. I fiori, ora aperti, diffondono nell’aria un profumo intenso e dolce, che ricorda le fragole mature. Da una finestra nella sala, una luce risplende e si intravede la crescita dell’erba che copre le tombe, simbolo della vita che continua oltre la morte.
Un’ape tarda, ancora in cerca di nettare, ronzando scopre che i fiori sono già stati visitati. Intanto, nel cielo stellato, la costellazione delle Pleiadi brilla come una chioccia con i suoi pulcini. Durante tutta la notte, il profumo dei fiori si diffonde nell’aria, trasportato dal vento. Una luce si sposta all’interno della casa, salendo le scale, per poi spegnersi improvvisamente al piano superiore. Con l’arrivo dell’alba, i fiori si richiudono, mostrando petali leggermente appassiti. Dentro di loro, però, si cela un segreto: una nuova felicità, simbolo di un ciclo vitale che si rinnova.
Il gelsomino notturno: storia e significato
Il gelsomino notturno fu composto da Giovanni Pascoli nel 1901, un anno dopo il matrimonio della sorella Maria con un amico di famiglia. Questo evento segna un punto cruciale nella vita del poeta, che da sempre aveva condiviso un legame molto stretto con la sorella, quasi simbiotico. La poesia riflette il contrasto tra la gioia della nascita di una nuova famiglia e il dolore della separazione e della solitudine.
Il significato della poesia si articola attorno a simboli che rimandano alla vita, alla morte e alla rigenerazione. I fiori notturni rappresentano l’intimità della notte, il momento in cui nascono nuovi legami e si perpetua il ciclo della vita. Il profumo che si diffonde è metafora di una felicità che si sviluppa nel silenzio, lontano dagli occhi indiscreti, ma che lascia un segno profondo. La casa, con la luce che si accende e si spegne, evoca l’immagine di un matrimonio consumato nella notte, da cui scaturisce la possibilità di una nuova vita. Tuttavia, Pascoli non abbandona mai il suo caratteristico velo di malinconia: la felicità, pur reale, è fragile e destinata a trasformarsi.
Il gelsomino notturno: l’analisi metrica
La poesia è composta da otto strofe di quattro versi ciascuna, caratterizzate da un metro vario, con prevalenza di novenari e settenari. Questa scelta conferisce al testo un ritmo delicato e flessuoso, che richiama il movimento del vento e l’atmosfera crepuscolare. Lo schema delle rime è ABAB, con alternanza tra rime maschili e femminili, che sottolineano l’armonia del componimento. L’uso di versi brevi e musicali accentua il carattere intimistico della poesia, avvolgendo il lettore in una sensazione di calma e introspezione.
Pascoli sfrutta anche enjambement per collegare i versi, creando un flusso continuo che simula la naturalezza del pensiero e dell’osservazione. La struttura metrica, quindi, non è solo formale, ma funzionale alla rappresentazione simbolica dell’intimità notturna e del mistero della vita.
Il gelsomino notturno: le figure retoriche
La poesia è ricca di figure retoriche che amplificano il significato simbolico e la potenza evocativa delle immagini. Una delle più evidenti è la metafora, presente ad esempio nell’“urna molle e segreta” che allude alla maternità e alla generazione di una nuova vita. Questa immagine suggerisce qualcosa di prezioso e delicato, protetto nel silenzio della notte.
Un’altra figura centrale è la sinestesia, che mescola sensazioni diverse, come nel verso “l’odore di fragole rosse”, dove il profumo evoca un’immagine visiva e gustativa. Questo intreccio sensoriale contribuisce a creare un’atmosfera avvolgente e quasi onirica.
L’allitterazione, particolarmente presente nei suoni morbidi e liquidi come la “s” e la “l”, accentua la musicalità del testo e richiama la dolcezza della notte. Ad esempio, nel verso “s’esala l’odore che passa col vento” si percepisce un movimento fluido e delicato, che rispecchia il tema del respiro vitale.
Pascoli utilizza anche l’analogia, una tecnica tipica della sua poetica. L’immagine delle Pleiadi, descritte come una chioccia con i suoi pulcini, stabilisce un collegamento tra il cielo stellato e la vita terrena, tra l’universo e la natura. Questo parallelismo suggerisce una continuità tra il microcosmo umano e il macrocosmo cosmico.
Infine, la poesia è caratterizzata da un forte uso del simbolo, che si ritrova nei fiori notturni, nel lume e nell’ape. Ogni elemento naturale diventa un veicolo per esprimere significati più profondi legati alla fragilità dell’esistenza, alla bellezza effimera e alla perpetuazione della vita.