Cos'è la Triplice Intesa e da quali Stati è composta
Fu un sistema di accordi politico-militari tra Regno Unito, Francia e Russia, in contrapposizione alla Triplice alleanza di Germania, Austria-Ungheria e Italia
A differenza della Triplice Alleanza, l’analoga Intesa non poneva al centro dell’accordo il concetto di difesa: ad esempio la Gran Bretagna, durante la crisi di luglio nel 1914, prese decisioni politiche in totale autonomia. I tre imperi controllavano assieme 68,5 milioni di km², quasi la metà dei territori abitabili della Terra, e contavano 600 milioni di abitanti. Il problema principale, invece, fu rappresentato dall’assenza di continuità territoriale: nessuna colonia britannica e transalpina, infatti, confinava con il Paese degli zar che, durante la Prima Guerra Mondiale, non ebbe modo di ricevere adeguati approvvigionamenti.
L’Alleanza franco-russa
Nota anche come Duplice intesa, fu un patto militare difensivo tra la Francia e la Russia raggiunto – in tre fasi – nel 1891, nel 1892 e tra il 1893 e il 1894. Si trattò sostanzialmente di una risposta alla Triplice Alleanza tra Germania, Austria e Italia e rimase in vigore fino allo scoppio della Rivoluzione Russa del 1917. I negoziati iniziarono fra mille difficoltà, il più grande di ordine geopolitico: il Paese transalpino premeva per un accordo in chiave antitedesca, l’impero zarista, invece, per uno antibritannico. Il primo, vago accordo del 1891 si concentrò sul fatto che “la situazione creata in Europa dal rinnovamento manifesto della Triplice Alleanza e l’adesione più o meno probabile della Gran Bretagna alle mire politiche che questa alleanza persegue, ha motivato […] uno scambio di idee tendente a definire l’atteggiamento che […] potrebbe meglio convenire ai nostri Governi rispettivi, i quali, rimasti all’infuori di ogni lega, sono tuttavia sinceramente desiderosi di assecondare il mantenimento della pace e delle più efficaci garanzie“. All’articolo 1 si stabilisce che “i due Governi dichiarano che si concerteranno su ogni questione suscettibile di mettere in causa la pace generale“, e al 2 che, “per il caso […] in cui l’una delle due Parti fosse minacciata da un’aggressione, le due Parti convengono di intendersi sulle misure la cui adozione immediata e simultanea […] sarebbe imposta da questa eventualità“. Motivato ad impedire che l’intesa minasse col tempo la storica amicizia con la Gran Bretagna, l’anno seguente il ministro degli Esteri francese Alexandre Ribot spinse per una dettagliata convenzione militare. Anzi, ne portò con sé un abbozzo durante un viaggio in Russia, accettato dalla controparte dopo alcune modifiche. Il testo definitivo era così sviluppato:
“Art. 1: se la Francia fosse stata attaccata dalla Germania, o dall’Italia sostenuta dalla Germania, la Russia avrebbe impiegato tutte le sue forze disponibili per attaccare la Germania. Se la Russia fosse stata attaccata dalla Germania, o dall’Austria sostenuta dalla Germania, la Francia avrebbe impiegato tutte le sue forze disponibili per combattere la Germania.
Art. 2: nel caso che le forze della Triplice Alleanza, o di una delle potenze che ne fanno parte, venissero mobilitate, la Francia e la Russia […] mobiliteranno immediatamente e simultaneamente la totalità delle loro forze, e le porteranno il più vicino possibile alle loro frontiere.
Art. 3: le forze disponibili che devono essere impiegate contro la Germania saranno, da parte della Francia, di 1.300.000 uomini. Da parte della Russia potranno variare fra i 700.000 e gli 800.000 uomini. Queste forze si impegneranno […] in modo che la Germania abbia da lottare contemporaneamente all’est e all’ovest.
Art. 4: gli Stati maggiori […] si concerteranno in ogni tempo per preparare e facilitare l’esecuzione delle misure previste qui sopra; e si comunicheranno, fin dal tempo di pace, tutte le informazioni relative agli eserciti della Triplice alleanza che sono o perverranno alla loro conoscenza. […]
Art. 5: la Francia e la Russia non concluderanno pace separata.
Art. 6: la presente convenzione avrà la stessa durata della Triplice alleanza.
Art. 7: tutte le clausole qui sopra enumerate saranno tenute rigorosamente segrete“.
Tale disegno, accettato dai generali dei due Paesi, venne ratificato da Alessandro III e del governo francese il 27 dicembre 1893 (dallo zar) e il 4 gennaio seguente (da Ribot, nel frattempo divenuto presidente del Consiglio).
L’Intesa anglo-francese
Noto anche come ‘Entente cordiale’, fu l’accordo stipulato a Londra l’8 aprile 1904 tra Francia e Regno Unito per il reciproco riconoscimento di sfere d’influenza coloniale: nello specifico, quella transalpina sul Marocco e quella britannica sull’Egitto. Ad ogni modo, servirono nove lunghissimi mesi di trattative, iniziate ufficialmente nel luglio del 1903: il punto di contrasto fu la richiesta del ministro degli Esteri inglese – ma di origine irlandese e di madre francese – Lansdowne affinché il governo di Parigi collaborasse con quello di Londra in una vera e propria penetrazione economica in Egitto. L’omologo Delcassé ritenne tale pretesa eccessiva, ma alla fine fu costretto a cedere e, contestualmente, a rinunciare ai diritti di pesca esclusivi detenuti a ovest dell’isola di Terranova. In cambio il Regno Unito, oltre a riconoscere un’indennità, cedette all’alleato le isole di Los al largo della Guinea francese ed effettuava una rettifica dei confini sia alla destra del fiume Niger, che presso il lago Ciad. Inoltre, il Siam venne diviso in tre zone d’influenza e nelle Nuove Ebridi vennero fissate le modalità per un’amministrazione congiunta, mentre alcune convenzioni riguardarono Madagascar, Gambia e Senegal.
L’accordo anglo-russo per l’Asia
Conosciuto anche come ‘entente anglo-russa’, fu firmato a San Pietroburgo il 31 agosto 1907 dall’ambasciatore britannico in Russia Arthur Nicolson e il ministro degli esteri conte Aleksandr Petrovič Izvol’skij: alla base del trattato, il reciproco riconoscimento delle sfere d’influenza coloniale in Asia. Di fatto, si trattò dell’ultimo step prima della definitiva nascita della Triplice Intesa, futura vincitrice della Prima Guerra Mondiale e prese forma, esattamente come gli accordi precedenti, tra numerosi contrasti e differenze di vedute. Sostanzialmente, l’accordo riguardava quattro specifici territori del vasto continente ‘giallo’:
(I) Tibet: sotto l’influenza cinese dal XVIII secolo, Gran Bretagna e Russia convennero di astenersi da ogni interferenza nei suoi affari interni, di non chiedere concessioni ferroviarie, stradali, telegrafiche o minerarie, di non inviare propri rappresentanti, di rispettarne l’integrità territoriale e di non trattarvi se non per l’intermediario del governo cinese.
(II) Afghanistan: la Russia dichiarò che il Paese si trovava fuori dalla sua influenza, ne riconobbe il protettorato britannico e si impegnò di avvalersi di un intermediario della fazione alleata per i suoi contatti politici e di non inviare agenti sul territorio. Dall’altra parte, il Regno Unito promise una mera influenza pacifica, di non incoraggiare il governo di Kabul a prendere misure ostili contro l’impero zarista e di garantire ai commercianti russi le medesime agevolazioni di cui godevano i propri.
(III) Persia: si impegnarono entrambe a rispettare l’indipendenza dell’attuale Iran, ma ‘disegnarono’ due diverse zone di influenza, separate da una zona neutra. Alla Russia andò la parte settentrionale con un cuneo verso il centro del Paese (da Kasri-Chirin a Isfahan, Iezd, Khakh, fino all’intersezione delle frontiere russa e afghana), mentre alla Gran Bretagna quella sud-orientale, in modo tale da riparare il Belucistan e da assicurare il controllo dello stretto per il golfo Persico. Come ‘zona cuscinetto’, invece, furono intesi quei territori che andavano dalla frontiera afghana a Gazik, passando per Bridgand, Kerman e Bender-Abbas.
(IV) Dardanelli: qui la Russia ottenne soltanto una vaga promessa – mai mantenuta – circa una revisione da parte britannica dei trattati che consentivano ai turchi di chiudere lo stretto dei Dardanelli alle navi da guerra di tutte le nazioni.