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Bernini, vita e opere dello scultore italiano

Fonte d’ispirazione per generazioni di artisti, ha lavorato per papi e nobili. Con la sua arte ha trasformato Roma e portato il barocco ai suoi vertici più alti

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

Gian Lorenzo Bernini è stato uno dei grandi protagonisti del Seicento europeo e l’artista con cui la scultura barocca raggiunse i suoi vertici più alti. Scultore, architetto, pittore, scenografo e immenso interprete della cultura figurativa del suo tempo, durante una carriera durata oltre sessant’anni, il Bernini non ha mai smesso di essere uno sperimentatore, rinnovandosi continuamente. Fonte d’ispirazione per generazioni di artisti e di imitatori, ha ricevuto incarichi da papi e grandi famiglie romane come i Borghese, i Barberini, i Pamphilj e gli Aldobrandini, ma anche da uno stuolo regnanti europei, desiderosi di essere ritratti da questo famosissimo artista.

La vita

Lorenzo Bernini nasce a Napoli il 7 dicembre del 1598, da Pietro Bernini, un importante scultore, originario di Sesto Fiorentino, e Angelica Galante, una donna napoletana. Alle pendici del Vesuvio, il giovane Bernini viene iniziato alla scultura dal padre e, quando questi viene chiamato a Roma da papa Paolo V, ne diventa prima apprendista e quindi collaboratore, mostrando grandi capacità. Appena adolescente realizza le sue prime opere autonome, il Martirio di san Lorenzo, oggi conservato agli Uffizi, e il San Sebastiano del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid. Le sue qualità non passano inosservate agli occhi del cardinale Scipione Borghese, che nel 1618 gli commissiona l’Enea e Anchise, primo dei gruppi borghesiani. Nel 1623 il cardinale Maffeo Barberini diventa pontefice col nome di Urbano VIII e, nonostante la giovane età, sceglie quale commissario delle fontane di Piazza Navona proprio Bernini, cui commissiona anche la realizzazione del baldacchino di San Pietro e successivamente il suo monumento funebre. Nel 1629 muore il padre Pietro e Gian Lorenzo ne eredita l’incarico di Architetto delle Acque, a soli trentun anni viene anche nominato sovrintendente della Fabbrica di San Pietro gli sono affidati i lavori di completamento di Palazzo Barberini. Nel 1630 è eletto Principe dell’Accademia di San Luca. Dopo la turbolenta relazione con Costanza Bonarelli, nel 1639 sposa Caterina Tezio, che gli darà undici figli.

Nel 1642, per i Barberini, Gian Lorenzo esegue la celebre Fontana del Tritone, e nel 1644 Il nuovo papa Innocenzo X, Giovanni Battista Pamphilj, gli assegna la realizzazione della Fontana dei Quattro Fiumi, preferendolo al grande rivale del Bernini, Francesco Borromini. Il rapporto con il successore di Urbano VIII non è tuttavia idilliaco, Innocenzo X lo costringe a demolire, a sue spese, i campanili di San Pietro per problemi di statica e l’artista, deluso e amareggiato, risponde simbolicamente con la Verità svelata dal Tempo, oggi alla Galleria Borghese e lascia Roma.

Nel 1655 Fabio Chigi diventa papa Alessandro VII e Bernini entra nelle sue grazie per realizzare alcune sculture per la cappella di famiglia nella chiesa di Santa Maria del Popolo, l’anno seguente progetterà il famoso colonnato di San Pietro, ultimato nel 1665.

Dopo una poco gratificante esperienza a Versailles, torna in Italia nel 1667, giusto in tempo per ricevere dal nuovo pontefice Clemente IX, al secolo Giulio Rospigliosi, l’incarico di scolpire le statue per Ponte Sant’Angelo. Quattro anni più tardi realizza l’Estasi della beata Ludovica Albertoni, uno dei suoi maggiori capolavori, quindi si dedica alla tomba di Alessandro VII, che sarà terminata nel 1678. Il 28 novembre del 1680 il grande Bernini si spegne a Roma, senza sapere di averne cambiato l’aspetto per sempre.

Lo stile

Bernini è stato uno dei protagonisti della cultura figurativa barocca, dando vita a un’arte movimentata, dinamica, scenografica, drammatica, coinvolgente. Le sue opere hanno originato una vera civiltà dell’immagine, fondata sul potere persuasivo dell’arte, cavalcata dalla Chiesa prima di diffondersi nelle corti europee, animate dai medesimi intenti propagandistici. Inoltre, con Bernini, il concetto rinascimentale che poneva l’uomo al centro del mondo, viene superato dal concetto di spazio, che si espande all’infinito, ben rappresentato dalle fughe prospettiche dilatate delle sue architetture.

Le principali opere

Per comprendere i temi e le novità introdotte dall’arte del Bernini, Apollo e Dafne rappresenta un buon punto di partenza. Il primo tema è il fondamento dell’estetica barocca, il movimento. La corsa del dio Apollo e lo slancio di Dafne che tenta di fuggire dal dio, restituiscono una sensazione di dinamismo, perfettamente delineata dalla tensione dei muscoli e la torsione dei corpi. L’altro elemento tipico della poetica berniniana presente nell’opera è la rappresentazione di un momento ben preciso della storia, quello in cui Dafne inizia a trasformarsi in una pianta di alloro, lasciando di stucco Apollo, sottolineato dal coinvolgente studio delle espressioni dei protagonisti, l’urlo disperato di Dafne che sfugge alla presa del dio, immortalato in tutto il suo stupore dinnanzi alla trasformazione della naiade.

Il David

Temi ripresi dal Bernini anche nel David, in cui viene colto un momento ben preciso della storia, quello in cui sta per scagliare la sua pietra verso Golia, un attimo dopo quindi di quello rappresentato da Michelangelo, che ritraeva l’inizio del gesto del lancio. Il David del Bernini è animato da una diversa tensione, si tratta di una figura che sembra seguire un ritmo a spirale, colta nel momento culminante della storia. Un capolavoro dell’arte barocca, il cui intento principale era proprio quello di coinvolgere lo spettatore attraverso la sensazione di movimento.

Il Baldacchino di San Pietro

Il Baldacchino di San Pietro, commissionato al Bernini da papa Urbano VIII, è un’imponente struttura di quasi trenta metri d’altezza che sovrasta l’altare maggiore della basilica di San Pietro. Pur recuperando il tradizionale baldacchino dell’arte religiosa in Italia, lo rivisita “baroccamente”, fondendo diversi tipi di arte, l’architettura, la scultura e la pittura. Contaminazione evidente nell’impianto, che assomiglia quasi a un tempio, decorato con sculture sulla sommità, mentre i particolari, come gli ornamenti delle colonne tortili, rimandano a un sapore spiccatamente pittorico.

L’Estasi di santa Teresa

L’elemento della fusione tra le arti torna nel coinvolgente L’Estasi di santa Teresa, in cui il gruppo berniniano dialoga con le architetture della cappella e con la volta dipinta. Come per il baldacchino di San Pietro, Bernini studia profondamente le condizioni di luce, che lo portarono a inserire nella cappella una finestra nascosta, in modo da far filtrare la luce naturale per illuminare tutto il gruppo.

Le Fontane

Infine, non è possibile descrivere l’arte del Bernini senza fare cenno alle sue splendide fontane che ornano Roma. Nella Fontana del Tritone, due delfini reggono le valve di una grossa conchiglia su cui trova spazio il tritone che soffia nella sua bucina, dalla quale sgorga l’acqua. La scultura ha una struttura architettonica, con i delfini che ricordano la colonna e la conchiglia un capitello. La Fontana dei Quattro Fiumi rappresenta, personificandoli, i quattro fiumi che simboleggiano il mondo conosciuto nei suoi continenti, realizzati dai suoi collaboratori: il Danubio da Antonio Raggi, il Nilo da Jacopantonio Fancelli, il Gange da Claude Poussin e il Rio da Francesco Baratta. La Fontana esalta un altro degli elementi fondanti del barocco, ovvero il gusto per la teatralità, esaltato dalla spinta verso l’alto, dagli effetti creati dalla luce e dall’acqua e dall’aspetto curioso di molti dettagli, come gli animali. Un’opera che lo consacra come massimo interprete del gusto barocco in scultura.