Come schematizzare un argomento: metodi e consigli
Apprendere le tecniche di schematizzazione significa essere in grado di elaborare concetti, creare collegamenti logici e comprendere gli argomenti, ottimizzando l’utilizzo del tempo e delle energie
Alla base di ogni percorso di studio, scolastico o universitario che sia, si pone la necessità di adottare un metodo di studio efficace. Tra i tanti a disposizione, certamente gli schemi rientrano tra i più efficaci in termini di velocità di comprensione di un argomento. Apprendere le tecniche di schematizzazione significa essere in grado di elaborare concetti, creare collegamenti logici e comprendere gli argomenti, ottimizzando l’utilizzo del tempo e delle energie.
- Cos’è uno schema
- Gli schemi a cascata
- Schematizzazione meccanica
- Schematizzazione analitica
- L’esperimento di Tulving
- “Quanto” schematizzare
- Schemi e mappe: affinità e differenze
Cos’è uno schema
D’altro canto il significato di schema fornisce già una foto esaustiva della sua stessa utilità: “Lo schema è un modello convenzionale e semplificato di una realtà, di un fenomeno, di un oggetto, di un problema”.
Gli schemi a cascata
Tra gli schemi più utilizzati, ci sono sicuramente quelli a cascata. Questa formula, che permette di organizzare tutte le nozioni in ordine gerarchico, punta sulla stimolazione delle capacità di memorizzazione, anche dei concetti astratti, e sull’importante ruolo svolto dalla componente visiva. Utilizzare gli elenchi, infatti, è molto utile per fissare nella mente dati e definizioni che possono essere integrati con simboli, disegni e altri elementi. Ad esempio, frecce e altri simboli possono arricchire questi schemi per evidenziare eventuali collegamenti tra i concetti: in questo modo, si renderà più completa e profonda la comprensione del testo. Stabilito questo punto generale, si possono distinguere poi due modalità diverse di fare gli schemi a cascata per studiare: la schematizzazione meccanica e la schematizzazione analitica.
Schematizzazione meccanica
In questa modalità, si procede per brevi segmenti di testo da schematizzare nell’ordine in cui si presentano, identificando gli elementi chiave ed elencandoli nella forma più sintetica possibile.
La schematizzazione meccanica è ideale quando il testo è più ricco di dati che di concetti: in questo caso lo schema ha soprattutto lo scopo di abbreviare il materiale di partenza.
Schematizzazione analitica
In questa modalità, si procede con segmenti di testo più lunghi e solo al termine di ognuno di essi si passa a fissare le idee e i dati principali, non necessariamente secondo l’ordine con cui si sono presentati nel testo. In tal modo si combinano le idee fra loro, si approfondisce la comprensione dell’argomento, si iniziano a fare i primi collegamenti. La schematizzazione analitica è ideale quando il testo è più concettuale e si vuole dare un ordine personale al materiale di partenza.
L’esperimento di Tulving
Uno psicologo canadese, Endel Tulving, condusse un esperimento su due gruppi da 50 studenti. Per questa ricerca furono fornite delle schede con delle informazioni: lo studioso chiese al primo gruppo di memorizzarle, mentre al secondo venne richiesto solamente di ordinare i dati secondo alcune categorie. Il risultato fu che il secondo gruppo di studenti riuscì a memorizzare le informazioni e a comprenderle in maniera migliore rispetto al primo gruppo, anche se questo non era stato espressamente richiesto.
“Quanto” schematizzare
Una tendenza comune è quella di schematizzare “troppo”. Che lo si faccia per risparmiare tempo o per non dover tornare a consultare il testo, l’effetto che si rischia di ottenere è spesso opposto a quello desiderato. Per far sì che gli schemi a cascata siano davvero efficaci, è importante che siano brevi, sintetici e schematici: non devono contenere pensieri complessi e frasi lunghe. Solo in questo modo, infatti, permettono di ottimizzare tempo e impegno, rielaborare i concetti complessi in una forma semplificata e facile da comprendere, memorizzare le nozioni e ripassare più velocemente. Inoltre, utilizzando gli schemi a cascata nel modo corretto, ovvero limitando e selezionando le informazioni davvero importanti, si potranno comprimere tante nozioni ed eliminare tutto ciò che è superfluo. Gli schemi a cascata, infatti, sono utili quando si ha a che fare con una grande quantità di dati e concetti complessi e quando si deve fare una sintesi di un volume notevole di materiale. Lo schema a cascata, insomma, offre notevoli benefici consentendo di:
- Isolare i concetti e fissarli nella mente, facendo una “fotografia” delle informazioni da ricordare
- Ridurre le informazioni complesse in concetti più semplici, destrutturando gli argomenti e rendendoli più facili da memorizzare
- Stimolare la memoria visiva, perché lo schema offre un colpo d’occhio con tutte le informazioni utili
- Cogliere immediatamente le connessioni tra gli argomenti e costruire un discorso più fluido
In più, gli schemi richiedono diversi sforzi di sintesi per essere costruiti; tale sforzo aiuta ad affinare questa qualità e a cogliere i concetti davvero importanti per lo studio di un determinato argomento.
Schemi e mappe: affinità e differenze
Come detto, gli schemi a cascata non sono l’unica scelta possibile, è così utile fare una piccola comparazione con altri due noti strumenti che si utilizzano per comprendere e ricordare un argomento: le mappe concettuali e le mappe mentali.
- Le mappe concettuali condividono con gli schemi la struttura ordinata, logica, gerarchica. Servono soprattutto per evidenziare le relazioni logiche, ma sono poco sintetiche e non presentano elenchi, quindi si può dire che servono solo “a capire”.
- Le mappe mentali utilizzano parole chiave, si basano sulla capacità associativa del pensiero, poco logica, non gerarchica. Sono ancora meno sintetiche delle concettuali. Si può dunque dire che servono a “generare idee”.
Entrambe hanno regole di costruzione e rappresentazione abbastanza ferree. Gli schemi a cascata invece, per prima cosa sono molto più flessibili e hanno meno regole fisse. Assomigliano per alcuni aspetti alle mappe concettuali, ma sono più sintetici e al contempo rappresentano molte più informazioni. Dunque la comparazione con questi altri due strumenti conferma che quando ci si trova alle prese con argomenti lunghi e complessi, gli schemi a cascata sono nettamente superiori a qualunque tipo di mappa.