Arthur Rimbaud è il poeta francese che, con Charles Baudelaire e Gerard de Nerval, ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna. È considerato l’incarnazione del poeta maledetto. Jean Nicolas Arthur Rimbaud nasce a Charleville il 20 ottobre del 1854 e compone versi già all’età di dieci anni. Il padre lo abbandona quando ha 6 anni e la madre, puritana estremamente religiosa, lo cresce secondo gli schemi più tradizionali.
A 16 anni il ragazzo inizia a manifestare il suo desiderio di fuga, l’anticonformismo e la ribellione lo portano a scappare di casa nel 1870 per andare a Parigi.
Viene arrestato dalla polizia perché trovato senza il biglietto del treno, viene liberato grazie all’intervento del suo maestro di retorica George Izambart. Scappa ancora una volta e inizia un lungo vagabondaggio ricco di esperienze di ogni genere che non escludono droga, alcool e carcere.
Mentre la Francia è in guerra, Rimbaud attraversa a piedi il Paese senza soldi e inizia a leggere e conoscere i poeti considerati immorali come Baudelaire e Verlaine. Scrive una lettera a quest’ultimo piena di ammirazione, alla quale allega anche suoi componimenti. Verlaine resta colpito dal talento dell’ammiratore e lo invita nella capitale francese per farne il suo “protege”. Tra i due nasce una lunga e difficoltosa storia d’amore che culminerà, durante un litigio, nel quale Arthur verrà ferito a un polso da un colpo di pistola.
Nel lungo poema Le Bateau ivre (“Il battello ebbro”) del 1971, Rimbaud descrive simbolicamente il viaggio alla scoperta di un mondo nuovo e sconosciuto. Legge libri di alchimia e occultismo e comincia a concepire se stesso come un santo della poesia. Nella Lettera al veggente elabora l’idea che l’artista deve conseguire “la confusione dei sensi”.
Nel 1973, conclusa la relazione con Verlaine, torna a Charleville e scrive uno dei suoi capolavori: Una stagione all’inferno. Il testo è un’autobiografia in prosa poetica in cui racconta il suo fallimento, gli anni maledetti passati con il collega poeta e dà un addio alla dissolutezza, ma anche alla sperimentazione poetica, per ritrovare la semplicità.
Nel 1974 torna a Londra, dove era stato anni prima anche con Verlaine, accompagnato da un altro poeta, Germain Nouveau, lavora a un’opera in prosa poetica intitolata le Illuminazioni che sarà pubblicata nel 1886. All’età di soli 21 anni Rimbaud pone fine alla sua breve carriera poetica, ma continua a viaggiare tra Giava, Cipro, l’Africa dell’est, dove sembra abbia trascorso gli ultimi anni come commerciante e trafficante di armi.
Nel marzo del 1891 Arthur è ad Aden, nello Yemen, ma è costretto a tornare in Francia per un dolore al ginocchio. Nel suo Paese gli viene diagnosticato un tumore alle ossa, la gamba destra gli viene amputata e viene accudito dalla famiglia d’origine. Il 10 novembre del 1891 muore a soli 37 anni a Marsiglia. La sua poesia è rimasta eterna e lo ha consacrato come poeta rivoluzionario e uno dei più commoventi della letteratura francese.