Giovanni Verga nasce a Vizzini, alle porte di Catania, il 2 settembre 1840. È di origini nobili: il suo nome completo è Giovanni Carmelo Verga di Fontanabianca e da parte di padre ha ascendenze aragonesi. Insieme a Luigi Capuana è considerato il fondatore della corrente letteraria del Verismo. Giovanni Verga passa la sua giovinezza nel proprio paese natale. Di solidi ideali liberali, è un fervente sostenitore dell’unità nazionale e del Risorgimento.
Le sue prime opere risentono fortemente del suo spirito patriottico: nel 1861 pubblica a sue spese il romanzo storico I carbonari della montagna, mentre nel 1863 è la volta di Sulle lagune, romanzo patriottico ambientato a Venezia. La svolta artistica per Verga arriva in seguito al suo soggiorno a Firenze, nel periodo tra il 1869 e il 1872. Nel 1871 compone Storia di una capinera, romanzo epistolare che raccoglie grande successo. Tra il 1872 e il 1893 si trasferisce a Milano, a quel tempo vera capitale letteraria d’Italia. È del 1874 la novella Nedda, che anticipa la svolta verista.
Nel 1877, insieme al siciliano Luigi Capuana, forma un gruppo di scrittori aderenti alle idee del francese Émile Zola. È la nascita del Verismo. Lo scrittore deve limitarsi a mostrare la realtà oggettiva, senza spazio per le sue interpretazioni e i suoi sentimenti. Da ciò deriva l’uso dell’impersonale, che consente al narratore di mantenere il dovuto distacco con i fatti. Nel 1878 pubblica Rosso Malpelo e inizia la scrittura di Padron ‘Ntoni: è l’embrione de I Malavoglia, del 1881, l’opera più conosciuta dello scrittore siciliano.
Gli anni Ottanta dell’800 sono particolarmente prolifici. Nel 1883 pubblica Novelle rusticane e Per le vie, e nel 1884 mette in scena il dramma Cavalleria rusticana, nel quale l’attrice protagonista è la grande Eleonora Duse. Nel 1887 I Malavoglia vengono stampati in edizione francese e nel 1889 pubblica Mastro Don Gesualdo. Da un punto di vista politico, con il passare degli anni sembra abbandonare le sue posizioni liberali per avvicinarsi alla Destra Storica e a un complesso di valori conservatori, se non addirittura reazionari. Inizia anche a mostrare una sempre più profonda disillusione per lo stato dell’unità d’Italia. Dichiaratosi interventista nel 1915, nell’immediato primo dopoguerra non nasconde apprezzamenti per la figura di Benito Mussolini.
Dopo l’esperienza fiorentina e quella milanese, nel 1893 Verga ritorna a Catania. A inizio secolo si dedica al teatro, con il dramma Dal tuo al mio. Nel 1920 è nominato senatore del Regno d’Italia e per i suoi 80 anni Luigi Pirandello tiene un famoso discorso in suo onore. Il 24 gennaio 1922 è colpito da un ictus: non riprende conoscenza e tre giorni dopo muore.