Le citazioni di: John Ruskin

aforismi noti John Ruskin

John Ruskin è uno scrittore, pittore, poeta e critico d’arte britannico, la cui interpretazione dell’arte e dell’architettura influenza fortemente l’estetica vittoriana ed edoardiana. Nasce a Londra l’8 febbraio del 1819 da una famiglia di origine scozzese e sin da piccolo riceve una rigida educazione religiosa.

La madre lo iscrive a lezioni private e, a soli sei anni, segue i suoi genitori in giro per l’Europa. Si trasferisce a Oxford per frequentare i corsi universitari, ma senza liberasi della presenza materna. In questo periodo, Ruskin è turbato da un amore non corrisposto, una sofferenza che si trasforma in un’importante lezione di vita.

Nel 1843 pubblica la sua prima opera, Modern Painters. Due anni dopo compie un viaggio in Italia, trascorrendo un lungo periodo in Toscana. In questa fase produce i suoi migliori acquerelli e comprende i meriti dell’architettura e dell’arte gotica. È grazie a lui, infatti, se gli inglesi scoprono le bellezze del nord Italia tramite i testi The Seven Lamps of architecture (1849), e Le pietre di Venezia (1851-1853).

Comincia a maturare anche una sua personale filosofia anti-utilitaristica scagliandosi contro la nuova civiltà industriale. Alcuni dei testi che contengono queste sue teorie sono giudicati rivoluzionari e ne viene impedita la pubblicazione. Si tratta dei saggi raccolti in un volume dal titolo Unto this Last (1860) e Munera Pulveris (1872).

Ruskin continua l’attività di propaganda delle sue idee tramite l’attività di professore universitario ad Oxford. Nel 1847, su consiglio della sua famiglia, sposa Effie Grey, ma dopo sette anni i due ottengono l’annullamento del matrimonio.

Dal punto di vista sentimentale vive una vita infelice. Dopo la separazione dalla moglie si innamora di Rose La Touche, per la quale nutre degli intenti matrimoniali non appoggiati dai genitori di lei. Una situazione che lo manda in depressione.

Nel 1888, si propone alla sua allieva Kathleen Olander, ma anche in questo caso l’intervento dei genitori della ragazza impedisce le nozze, gettando Ruskin di nuovo in uno stato depressivo dal quale non si risolleva più. Dopo la morte della madre si ritira a Brantwood, continuando la sua attività di critica e di ricerca e il suo insegnamento a Oxford, dove tra i suoi allievi c’è un giovane Oscar Wilde.

Negli ultimi anni della sua vita, nonostante la poca lucidità dovuta a problemi psicologici, riesce a scrivere la sua autobiografia Praeterita. John Ruskin muore a causa di una influenza il 20 gennaio del 1900 a Brantwood, all’età di 80 anni.

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