Paul Thomas Mann, noto come Thomas Mann, nasce a Lubecca il 6 giugno 1875, è uno scrittore e saggista tedesco. Discende da una famiglia agiata, mercantile. Il padre, eletto senatore nel 1877, è titolare di una ditta di export-import in granaglie. La madre è brasiliana e molto aperta al mondo delle arti. Alla scomparsa del padre, la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera, Thomas Mann soggiorna poi tra Roma e Palestrina con il fratello e torna a Monaco, dove lavora nella redazione del Simplicissimus.
Decide poi di dedicarsi alla letteratura e nel primo dopoguerra si afferma definitivamente, trasformandosi nel massimo rappresentante della letteratura tedesca. Vince il premio Nobel per la letteratura nel 1929, qualche anno dopo lascia la Germania e si trasferisce nei Paesi Bassi e poi negli Stati Uniti (fino al 1952), spostandosi infine in Svizzera.
Altro riconoscimento importante ottenuto è il premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei, di cui è socio straniero, nel 1947. Segue i più grandi narratori russi e francesi, la sua prima raccolta di racconti è Der kleine Herr Friedemann, in cui Thomas Mann imposta il problema dell’isolamento dell’individuo di fronte alla società borghese. Una problematica che poi in altre opere quali Tristan e Tonio Kröger si precisa come quella dell’artista e dello spirito creativo di fronte alla società.
Schopenhauer, Wagner e Nietzsche, sono i dichiarati maestri dell’autore. La prima sua opera di enormi dimensioni è il romanzo Buddenbrooks, pubblicato nel 1901, in cui racconta il successo e il declino di una ricca famiglia mercantile di Lubecca, accostando anche uno spaccato di storia tedesca nell’epoca del grande capitalismo e della prussianizzazione della Germania.
Dopo il dramma Fiorenza e il nuovo romanzo molto maturo formalmente Königliche Hoheit, lo scrittore Thomas Mann riprende il tema del dissidio fra artista e mondo circostante, in chiave tragica, con il racconto Der Tod in Venedig, capolavoro del decadentismo europeo.
Altra opera nota è Mario und der Zauberer, del 1930, ambientato nell’Italia fascista; Thomas Mann torna poi all’opera ciclica con Joseph und seine Brüder, 4 volumi, rielaborazione in chiave mitica del racconto biblico. Doktor Faustus, del 1947, è il più suggestivo dei suoi romanzi, racconta la parabola della Germania tramite le vicende di un personaggio faustiano, il musicista Adrian Leverkühn. Tanti anche i saggi dell’autore, dove ritroviamo le sue vesti da umanista, erede della tradizione culturale tedesca ed europea, tra cui Adel des Geistes (1945). Thomas Mann muore a Zurigo il 12 agosto 1955, all’età di 80 anni.