Woody Allen, pseudonimo di Heywood Allen (nato Allan Stewart Königsberg) viene al mondo a New York il 1º dicembre 1935, è un regista, attore, sceneggiatore, comico, scrittore e commediografo statunitense. Oggi l’artista è considerato tra i più famosi umoristi dell’epoca contemporanea. Nel tempo, durante la sua carriera, diventa infatti uno dei più noti e importanti esponenti della comicità intellettuale ebraica-newyorkese.
Nasce da Martin e Nettie, ebrei americani, trascorre infanzia e adolescenza tranquille, sia dal punto di vista economico che familiare, anche se i genitori erano abbastanza litigiosi (come lui stesso dichiara in alcune interviste). Ha solamente 15 anni quando inizia a scrivere le sue prime gag per alcune rubriche di gossip; comprende che gli studi universitari non sono la sua strada e quindi intraprende quella artistica, rivolgendosi al mondo dello spettacolo.
Inizialmente lavora come presentatore comico nei night club, scrive testi per programmi TV e inizia poi la sua carriera come attore e sceneggiatore al cinema, con la sua prima opera Ciao Pussycat, nel 1965 (quando Allen ha 30 anni). Debutta come regista nel 1969 con Prendi i soldi e scappa, e poi realizza, in pochi anni, i film che lo rendono famoso in tutto il mondo.
I titoli più noti di quel periodo sono Amore e guerra del 1975, Il dittatore dello stato libero di Bananas del 1971 e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere del 1972, tutte pellicole caratterizzate da una scatenata e folle comicità.
La svolta però avviene pochi anni dopo, nel 1977, con Io e Annie, che senza dubbio è un film divertente, ma che tratta anche alcune tematiche amare. La pellicola piace anche a Hollywood, dove fino a quel momento Woody Allen non ha mai ricevuto un grande apprezzamento, e vince ben 4 Oscar: miglior regia, sceneggiatura, miglior film e migliore attrice protagonista (Diane Keaton, sua compagna nella vita).
Il capolavoro dell’artista risale al 1979, Manhattan; in seguito lancia Zelig e poi, negli anni Ottanta, si concentra dietro la macchina da presa, affidando ad altri il ruolo di protagonista. La rosa purpurea del Cairo e Radio Days sono le pellicole più significative di questo periodo. Inizia quella che viene definita epoca “crepuscolare” del regista americano, che subisce l’influenza della poetica bergmaniana, dove i temi della religione e della morte, esorcizzati dall’ironia, sono sempre più fitti.
Negli anni Novanta Woody Allen dà vita a nuovi film, con tematiche differenti da quelle a cui era abituato, o almeno, così sembra. Per fare un esempio, Ombre e Nebbia, Misterioso omicidio a Manhattan, Pallottole su Broadway. Il regista, come è noto, non distingue mai vita e cinema, le sue pellicole infatti raccontano ad esempio quello che è stata il rapporto coi genitori ossessivi, con amori difficili (si sposa tra volte, l’ultima con la figlia adottiva, che fa ‘scandalo’). Nelle sue opera troviamo anche un riferimento costante a New York, sua isola felice, e le citazioni dei suoi grandi miti cinematografici, come Fellini, Humphrey Bogart, Bergman, i fratelli Marx.