La grafia corretta è lassù, con doppia s e l’accento sulla u. La versione senza segno grafico, lassu, è un errore grammaticale, così come quella che prevede due parole separate di cui la prima accentata, là su.
L’avverbio lassù nasce infatti dall’univerbazione di là e su, ossia dalla formazione di una terza parola a partire da altre due. In questo caso, poi, si assiste al raddoppiamento fonosintattico della prima lettera della seconda parola – la s – preceduta da vocabolo che finisce con vocale – la a – e all’aggiunta dell’accento sull’ultima u.
Quest’ultimo è fondamentale per dare la giusta intonazione; ometterlo significherebbe generare un lemma privo di significato: lassu. Per distinguere i vocaboli piani – che in italiano sono la maggioranza – da quelli tronchi bisogna infatti servirsi dell’accento e in questo caso, trattandosi di una u, il segno grafico deve sempre essere grave, ossia un ricciolo che dall’angolo sinistro in alto scende verso l’angolo destro in basso.
Insomma, in lassù si verificano esattamente gli stessi fenomeni linguistici che vediamo in quassù e chissà: si duplica la prima consonante della seconda parola e si aggiunge un accento per identificare la giusta pronuncia di parola tronca.
Vediamo una serie di esempi in cui l’avverbio lassù è scritto correttamente in modo da fissare la giusta grafia del vocabolo.
Esempio 1: Abita lassù sulla montagna (sinonimo di in alto)
Esempio 2: Le rondini hanno fatto il nido lassù tra i rami dell’albero (sinonimo di in alto)
Esempio 3: Sono certa che mia nonna ci guardi di lassù (sinonimo di cielo)
Esempio 4: Lassù in Finlandia gli inverni sono molto rigidi (per indicare un posto a Nord)