Scritta “Si scrive chirurgi o chirurghi? Scopri come si scrive...” su foglio di quaderno a quadretti bianco; a sx interno di copertina beige
Come Si Scrive

Si scrive chirurgi o chirurghi?

Elena Arneodo

Elena Arneodo

ESPERTA DI LIBRI

Traduttrice e autrice, editor e copywriter per case editrici, magazine e siti web, specializzata in viaggi e food. Da sempre appassionata di libri di vario genere, dai romanzi della letteratura classica ai best seller, dagli albi illustrati per bambini ai graphic novel, fino ai ricettari e ai fotografici.

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Il plurale di chirurgo è chirurghi, ma è accettata anche la forma chirurgi, che non costituisce errore.

La questione è abbastanza complessa e riguarda le parole che terminano in -go e -co. Chirurgo – così come stomaco e antropofago – è una dei pochi casi in cui sono accettate entrambe le forme del plurale, quella in -chi e quella in -ci.

Per il resto dobbiamo distinguere tra termini piani – vale a dire quelli con l’accento sulla penultima sillaba – e sdruccioli – vale a dire quelli con l’accento sulla terzultima. In genere quando un lemma che finisce in -go e -co è piano, la forma plurale da utilizzare è quella in -ghi e -chi.

Esempio: Gli svaghi sono fondamentali per la salute mentale

Esempio 2: Diana lavora per una ditta che si occupa di spurghi

Esempio 3: Luca e Alfredo sono i cocchi di mamma

Esempio 4: Sono due tipi biechi, non mi piacciono per niente

Nei casi in cui invece ci sia una parola sdrucciola in -go e -co il plurale dovrebbe contemplare le forme in -gi e -ci.

Esempio 1: I medici di base devono comunque studiare molto prima di esercitare

Esempio 2: Ho degli ottimi rapporti con i sindaci di entrambi i comuni

Esistono però le eccezioni sia per il primo che per il secondo caso. In italiano abbiamo infatti le parole piane amico e nemico, porco e greco che fanno il plurale in -ci diventando quindi amici e nemici, porci e greci. E non mancano le parole sdrucciole come abaco, valico, carico e incarico, obbligo e strascico che al plurale prendono le forme -chi e -ghi trasformandosi in abachi, valichi, carichi e incarichi, obblighi e strascichi.

Altra questione è quella dei plurali dei nomi che finiscono con -logo – dal greco logos, pensiero o parola -, -fago – dal greco phagos, che mangia – e fugo. Anche in queste situazioni non esiste una regola univoca ma norme empiriche che variano a seconda dei casi.

  1. Termini che finiscono in -logo
    – in genere i sostantivi sdruccioli hanno il plurale in -ghi
    Esempio: I prologhi di questa collana di libri sono troppo lunghi
    – le professioni invece terminano di solito in -gi
    Esempio: I virologi hanno giocato un ruolo importante durante la pandemia
  2. Termini che finiscono in -fago
    – aggettivi sdruccioli d’uso sostantivale preferiscono il plurale in -gi ma non escludono quello in -ghi
    Esempio: I sarcofagi/ghi dei faraoni egizi hanno un valore materiale e culturale inestimabile
  3. Termini che finiscono in -fugo
    – aggettivi sdruccioli con plurale in -ghi
    Esempio: I tetti delle nuove costruzioni sono ignifughi

La confusione grammaticale è dovuta a due tendenze tipiche dell’italiano in contrapposizione tra loro: se da una parte il suono duro della c e della g incontrando una i tende ad addolcirsi tramite la palatalizzazione, dall’altra la coerenza morfologica fa sì che ciò non accada.

Insomma, la questione è complessa e poco chiara ma ciò che qui ci preme ricordare è che il miglior modo per formare il plurale di chirurgo è aggiungendo la sillaba -ghi – chirurghi – ma anche la forma in -gi – chirurgi – non è da demonizzare.