usato in passato per assommare le qualità di un sapore o di un suono aspro e pungente ma non sgradevole o come sinonimo di acidità, oggi il vocabolo si riferisce all'acredine che manifesta negli atti e nelle parole l'astiosità di un temperamento inasprito; livore
"Lucrezia non si riconosceva più, tanto s'era trasformata ed imbruttita. Il corpo era diventato un sacco di carne, dove non si distinguevano piu né seno, né vita, né fianchi; il viso, dalla continua acrimonia che la animava, dall'inguaribile scontento della propria condizione, era divenuto duro, arcigno" (Federico De Roberto)