(linguistica) figura retorica che consiste nel dare parola a defunti o a persone immaginarie o assenti oppure nel conferire prerogative umane ad animali, oggetti inanimati, concetti
(senso figurato) (spregiativo) contegno goffamente sdegnoso di chi si atteggia con affettazione risibile a persona di grande importanza, mescolando arroganza, presunzione, gravità e sussiego a una meschinità di fondo; boria, altezzosità pomposa
Tranne le poche commendatoresse, che soffiavano la prosopopea , le altre signore, quasi tutte milanesi, appartenevano al ceto medio degli stipendiati a mille e otto, a due mila (Emilio De Marchi; Demetrio Pianelli)