Sostantivo
apologo m (plurale: apologhi)
- racconto simbolico con uno scopo educativo
- (letteratura) succinta operetta narrativa che può apparire come episodio di una più vasta opera o essere in sé conchiusa e indipendente, scritta o anche declamata con fini educativi, formativi, didattici o di elevazione morale e composta in forma di allegoria
Sillabazione
a | pò | lo | go
Pronuncia
IPA: /a'pɔlogo/
Etimologia
dal latino apolŏgus, a sua volta dal ἀπόλογος ossia "storia", "favola"
Citazioni
" Cosa mai riportò alla concordia cittadina la plebe romana che già stava per spingersi ad atti irreparabili? Forse un discorso filosofico? Nemmeno per sogno! Al contrario, fu il ridicolo e puerile apologo del ventre e delle altre membra. Altrettanto si dica dellanalogo apologo di Temistocle, della volpe e del riccio''" (Erasmo da Rotterdam)
"Parmi che questo genere di libri e di composizioni cada nella classe delle favole così dette Milesie, che sono racconti spropositati i quali mirano a dilettare e non a dare insegnamento, a differenza degli apologhi che dilettano ed ammaestrano ad un tempo stesso" (Miguel de Cervantes)