Sostantivo
proda f (plurale: prode)
- (geografia) in termini generali, sponda, riva; più precisamente, la parte di un approdo lambita dalle acque
- Cosí, vòlti a levante, e preso in poppa | il vento e l flutto, a tutta vela il golfo | correndo, fûr subitamente a proda | de l'amica riviera. (Virgilio, Eneide'', traduzione di Annibal Caro)
- (per estensione) ciglione di un precipizio; margine che fa da limite estremo
- Però che, come su la cerchia tonda | Montereggion di torri si corona, | così la proda che l pozzo circonda || torreggiavan di mezza la persona | li orribili giganti, cui minaccia | Giove del cielo ancora quando tuona. (Dante, Inferno'', canto 31)
- (per estensione) bordo, orlo, estremità
- Bibe metteva il mento sopra il pugno chiuso, in proda alla tavola, e stava così con gli occhi giù, divertendosi ad ascoltare, senza veder nessuno. (Federigo Tozzi, Con gli occhi chiusi)
- (per estensione) il margine di terra spesso rilevato e coperto d'erba cresciuta spontaneamente che orla un sentiero campestre, un fossato, un podere, ecc.
- - Allalba, lei può fare la strada a piedi. - Il primo cespuglietto d'erba su la proda . Ne conti i fili per me. Quanti fili saranno, tanti giorni ancora io vivrò. (Luigi Pirandello, L'uomo dal fiore in bocca'')
- (marina) (obsoleto) parte anteriore della nave, prora
- Quindi il padrone (essendosi espedito, | e spirando buon vento alla sua via) | lancore sarpa, e fa girar la proda | verso ponente, ed ogni vela snoda. (Ludovico Ariosto, Orlando furioso'', canto 18)
Sillabazione
prò | da
Pronuncia
IPA: /'prɔda/
Etimologia
dal latino prora "prua", con la seconda /r/ trasformata in /d/ per dissimilazione fonetica o per influsso dell'alto tedesco antico proth "orlo, margine"