Non è affatto raro che ci si ritrovi a scrivere la recensione di un libro in ambito scolastico. Basti pensare al classico assegno per le vacanze, con gli insegnanti di tutt’Italia che, soprattutto tra elementari e medie, tendono a incitare i propri studenti alla lettura. Alcuni offrono assoluta libertà di scelta, altri invece impongono una determinata rosa, spesso di classici. Selezionato un volume, occorre poi recensirlo e analizzarlo.
Di seguito proviamo a spiegare in che modo operare la recensione di un libro e non solo. Guardando ad esempio all’ambito lavorativo, post laurea, suggeriamo anche dei consigli da non dimenticare per un’altra tipologia di recensione, quella di film e serie TV. Si tratta del secondo ampio filone di questo tipo di test, che in realtà comprende anche analisi di prodotti messi in vendita. Quest’ultima categoria, però, apre un discorso fin troppo ampio, da analizzare in separata sede, soprattutto per quanto concerne le regole SEO per il posizionamento online delle schede inerenti al mondo dei marketplace.
Come recensire un libro
Iniziamo con lo spiegare cosa si intenda per recensione di un libro. Di fatto, dopo aver completato la lettura e compreso il tutto, si procede con la stesura di un testo che si divide tra riassunto, analisi e commento. In ambito scolastico ciò ha l’obiettivo di evidenziare la comprensione, sviluppando al tempo una capacità di ragionamento, su spunto delle tematiche suggerite dall’autore. In ambito lavorativo, invece, generalmente si offre un servizio di tipo differente, atto a consigliare o meno l’acquisto di un volume.
A differenza di una semplice lettura di piacere, in questo caso risulta molto importante prendere appunti. C’è chi preferisce scrivere sul libro stesso, annotando magari alcune pagine di particolare importanza, e chi fa ricorso a un gran numero di post-it da incollare sul volume. Altri, invece, realizzano un quaderno di appunti dedicato. L’obiettivo è quello di fissare in qualche modo i passaggi cruciali, così da poterli avere rapidamente a portata di mano per l’analisi successiva, non correndo inoltre il rischio di dimenticare delle riflessioni nate in maniera spontanea tra una pagina e l’altra.
Poter fare affidamento su una struttura ben precisa è importante per evitare di divagare eccessivamente, perdendosi nel proprio commento e rendendo le parti della recensione decisamente disarmoniche, con una che sovrasta decisamente l’altra per numero di parole. Ecco cosa suggeriamo:
- Riferimenti generali all’opera letta, che siano titolo, autore, anno di pubblicazione ed eventualmente casa editrice. Poco rilevante il tipo di edizione letta, a meno che all’interno non vi siano aggiunte rilevanti ai fini dell’apprezzamento del testo, come nel caso di prefazioni particolarmente rilevanti;
- Dagli accenni all’autore a una vera e propria mini biografia, così da spiegare chi si celi dietro il volume;
- Un po’ di dettagli sullo stile dello scrittore o scrittrice, così come sul periodo di pubblicazione, fornendo riferimenti su come il contesto sociale del tempo possa aver influenzato tematica e approccio;
- Si può passare, poi, alla recensione vera e propria, da articolare in tre momenti: trama, analisi stilistica e commento personale.
Recensione di un libro: consigli utili
Abbiamo sottolineato come la recensione vera e propria del libro si articoli in tre parti: trama, analisi stilistica e giudizio personale. Guardiamo nel dettaglio questi momenti e proviamo a suggerire delle indicazioni da annotare e tener presenti quando si passerà alla pratica.
La parte dedicata alla trama ha una sua complessità intrinseca. Occorre infatti dimostrare d’aver effettivamente letto totalmente il libro, aggiungendo magari delle sfumature che sono al di fuori dei brevi testi rintracciabili online sugli store. Al tempo stesso, però, ci si deve frenare, evitando di svelare troppo all’eventuale lettore, nel caso in cui non si stia operando in ambito scolastico ma lavorativo, ad esempio pubblicando un articolo sul web. La cosa più importante, da ricordare, è che in questa sezione occorre essere alquanto sintetici, anche se efficaci e intriganti. Meglio non andare oltre le 15 righe.
Per quanto concerne l’analisi stilistica, invece, proviamo a essere schematici, ponendoci sempre le stesse domande, a prescindere dal tipo di libro in questione:
- Che tipo di periodi utilizza l’autore. Frasi semplici e brevi o lunghe e complesse;
- Fa un utilizzo particolare della punteggiatura;
- Tendenzialmente dominano le subordinate o le coordinate quando si pongono in connessione le varie fasi del discorso;
- Il lessico abbonda di termini comuni o ricercati o, in alternativa, offre un giusto mix;
- Che tipo di figure retoriche sono presenti nel volume. Fa, esempio, gran uso di metafore;
- Come vengono caratterizzati i personaggi. I principali dominano su tutto o vi è particolare attenzione anche ai secondari, non abbandonati al ruolo di ombre sullo sfondo;
- A che genere appartiene l’opera (può rientrare anche in più categorie).
Si può passare, infine, al proprio giudizio personale. Quando si procede con il proprio commento, si pone nero su bianco ciò che il libro ci ha trasmesso. Cosa abbiamo compreso del messaggio dell’autore e, al tempo stesso, si offre un giudizio sul modo di scrivere dello stesso. Possibile che si sia intuito l’intento, ma la resa non soddisfi. Chi si ritrovi a scrivere la recensione di un libro per la prima volta, potrebbe cadere in un passo falso molto comune, quello delle banalità. Ciò vuol dire semplificare questa fase, che dovrebbe invece essere alquanto profonda, limitandosi a scrivere cose come "mi è piaciuto perché". Meglio suddividere l’opera in differenti aspetti, così da essere certi di guardarla nel suo complesso, esprimendo opinioni a riguardo e argomentandole ogni volta. Occorre entrare in contatto con le proprie emozioni, descrivendole. Per questo motivo si consiglia di prendere appunti durante la lettura, così da non dimenticare determinate sensazioni.
Come recensire un film
L’obiettivo principale di una recensione di un film è quello di consentire al lettore d’avere gli strumenti necessari per avvicinarsi alla pellicola in maniera più consapevole. Al suo interno trovano spazio elementi informativi, come trama e cast (evitando spoiler sul finale o altri elementi cruciali), interpretativi, come un’analisi approfondita delle tematiche trattate dalla sceneggiatura, e infine valutativi, il che presuppone un giudizio sull’opera nella sua totalità.
Ancor prima di guardare il film, occorre prepararsi adeguatamente, ottenendo informazioni riguardanti elementi basilari come titolo, regista, genere e cast. A ciò aggiungiamo un sunto della trama e l’ambientazione generale. In fase di preparazione, sono da leggere le informazioni diffuse dalla produzione in fase di promozione, ovviamente guardare il trailer e indagare sull’eventuale storia vera alla base di tutto o il possibile libro adattato.
Guardare il film
Si consiglia di prendere appunti mentre si guarda il film, il che dovrebbe avvenire possibilmente in un ambiente quieto. Se si ha la chance di apprezzarlo in streaming, non si avranno problemi nell’isolarsi. In caso di pellicola apprezzata in sala, su grande schermo, sarebbe preferibile optare per un giorno e una fascia oraria generalmente poco allettanti per il pubblico generico.
Gli appunti sono cruciali, dal momento che la prima visione genera differenti emozioni e riflessioni. Lasciarle scorrerle e forse perderle per sempre sarebbe un vero danno per l’originalità della propria recensione.
Quanto scritto dovrebbe riguardare ogni dettaglio che colpisce in qualche modo la propria attenzione. Megli annotare tutto, per poi decidere cosa tralasciare in un secondo momento. Da ricordare come anche per un film apprezzato, si debbano riportare eventuali lati negativi. Occorre ragionare da esperti di settore e non da fan. Infine, dopo la prima visione, che è generalmente quella emotiva, si può ricorrere a una seconda, in caso di pellicole più ostiche da comprendere. In questo modo si è certi di non tralasciare nulla.
Schema di una recensione
Ognuno può impostare una recensione cinematografica come meglio crede, individuando punti di vista intriganti che possano rendere il testo differente da tutto il resto venga pubblicato in merito a una data pellicola. Vi sono però degli aspetti da non poter ignorare, il che ci porta alla realizzazione di uno schema da seguire:
- Regista: una pellicola è figlia soprattutto della mano del regista che l’ha girata. Al di là della trama e delle capacità del cast, se chi è dietro la macchina da presa ha un’idea e crede nel progetto, questo sarà plasmato quasi totalmente dalla sua mente. Basti pensare a grandi nomi come James Cameron, in grado di infondere il proprio genio nei lavori portati in sala. Si deve quindi valutare in che modo abbia deciso di ritrattare gli eventi della storia, tenendo conto il resto della sua filmografia, così da individuare parallelismi o netti cambi di rotta;
- Sceneggiatura: ciò comprende l’insieme dei dialoghi, la trama e il modo con cui il cast ha portato tutto ciò in scena. Tutto ciò dev’essere valutato principalmente dal punto di vista delle capacità recitative, dell’impatto emotivo e della capacità di legare i vari capitoli tra loro;
- Attori: occhio al cast e alle performance, tanto dal punto di vista individuale quanto sotto l’aspetto dell’alchimia del gruppo;
- Montaggio: ciò che avviene una volta terminate le riprese è forse più importante delle scene in sé. Un film cambia ritmo e acquisisce valore, se in post produzione viene svolto un lavoro eccellente, dove spesso la rimozione di alcune scene è ben più importante dell’aggiunta;
- Costumi: un elemento cruciale in alcuni generi piuttosto che in altri. Pensiamo all’adattamento di Dune di Denis Villeneuve, a Blade Runner, a Orgoglio e Pregiudizio o al Mercante di Venezia. L’impatto degli abiti fa tutta la differenza del caso in determinate opere;
- Colonna sonora: vi sono film quasi totalmente trascinati dalle musiche di fondo. Ennio Morricone ne Il buono, il brutto e il cattivo ne è l’esempio perfetto. Da valutare l’impatto che ha sulla pellicola in toto e sull’emotività di alcune scene.