Prendere appunti in maniera efficace durante una lezione equivale a dare il via alla fase di studio con netto anticipo. Frequentare scuola e Università con attenzione vuol dire avvantaggiarsi sul lavoro. Si ha infatti la possibilità d’avere dinanzi a sé non una pagina stampata che impone un enorme sforzo di comprensione, a seconda della materia.
È possibile ascoltare una persona pronta a spiegare i passaggi più ostici, offrendo di fatto la soluzione a ogni domanda, alla quale è possibile rivolgersi per chiarire eventuali dubbi. Difficile trovare maggior assistenza. Molto spesso, però, la noia interviene e ci porta a sprecare quest’opportunità. L’età, la poca esperienza e il fatto di sentirsi costretti a restare in quell’aula ci porta a ignorare la chance.
Vi è però un’enorme differenza tra prendere appunti confusi, atti a trascrivere concetti per evitare di dimenticarli, e farlo in maniera adeguata, predisponendo questi preziosi fogli per lo studio successivo. Un modo per risparmiare tempo prezioso, dal momento che in seguito si potrà leggere proprio quanto scritto in classe per avere un quadro generale, e anche alquanto approfondito, della materia in questione. Il tutto potrà essere poi integrato con il manuale vero e proprio, scendendo nei dettagli per una preparazione completa.
Durante gli anni scolastici, tra medie e liceo, ogni studente sviluppa il proprio stile d’appunti. Alcuni preferiscono essere schematici, altri trasportano su carta il caos che vige nella propria mente, che spesso si riflette anche sulla scrivania o il banco di lavoro (riescono però a trovarsi a proprio agio). A nessuno, o quasi, viene impartito un metodo per risparmiare tempo e risultare il più efficaci possibile. Dovrebbe essere un’arma a loro vantaggio, soprattutto in vista del percorso di laurea successivo. Una piccola pausa a inizio anno della prima media e del primo liceo cambierebbe tante cose nella carriera futura degli studenti. Se non appartenete a quella piccola fetta di studenti che ha ricevuto lezioni in merito al metodo per prendere appunti efficaci più adatto al proprio stile di studio, di seguito potrete trovare qualche risposta.
Come prendere appunti
La prima cosa da comprendere è che cosa annotare e cosa, invece, ignorare in questa fase. Vi sarà modo, poi, di approfondire in un secondo momento, quando si studierà con il manuale. Mentre si è in classe, occorre dedicarsi all’essenziale, ovvero a ciò di cui avremo certamente bisogno per comprendere e far propri i concetti primari della lezione.
Perché all’Università gli studenti registrano le lezioni dei professori? Il motivo è semplice, per avere sempre con sé l’intera lezione, così da essere certi di non perdere nulla. In un secondo momento potranno creare i propri appunti, dando inizio alla lezione a piacimento, interrompendola e riprendendola. Quella voce è ormai di loro dominio. Ciò però aggiunge tempo alla sessione di studio, quando in realtà si ha la possibilità di avvantaggiarsi durante la spiegazione. In diretta, per così dire.
Imparare a prendere appunti vuol dire anche correre un rischio. Nello specifico parliamo del fatto di lasciar correre alcune parole, intere frasi o anche concetti. La valutazione può farla soltanto lo studente in persona, basandosi sulla propria esperienza accumulata. Trascrivere l’intero discorso del professore in aula ci porta a una rilettura del testo, spesso molto lungo, così da evidenziare le parti cruciali. Si andrà così a creare un altro testo, o magari si lavorerà con un evidenziatore sul primo. Risulta chiaro come tutti questi passaggi vadano a occupare gran parte degli slot temporali che abbiamo deciso di dedicare allo studio.
Tendiamo a perderci nei nostri procedimenti introduttivi allo studio. Sono rassicuranti ma, al tempo stesso, rappresentano una trappola generata dalla nostra mente, così da tenerci al sicuro dall’ansia il più possibile. Prima o poi, però, toccherà compiere quel salto. Ciò vuol dire creare degli appunti efficaci mentre il professore spiega, su due piedi. Saltare senza rete di sicurezza. Si risparmierà un enorme lavoro, effettuando una sintesi che sarà di cruciale importanza in seguito. Si avrà infatti modo di approcciare al manuale con l’aiuto di un sunto personale, facilmente interpretabile perché vedrà al suo interno collegamenti effettuati attraverso parole chiave che hanno senso per lo studente e non per l’insegnante o altri soggetti. Questo è un altro aspetto chiave: scrivere secondo il proprio stile. Studiare sarà più semplice perché la mente farà meno sforzi interpretativi. Il testo parlerà la sua stessa lingua.
Essere attivi in aula
Un concetto semplice, che però molti ignorano, preferendo il silenzio assoluto, nascondendosi dietro le spalle dei propri compagni, senza rendersi conto che proprio loro rappresentano una fonte di informazioni cruciale. È possibile studiare in aula e prendere appunti che possano rappresentare il 40% del lavoro di preparazione di un esame o un’interrogazione.
In che senso, però, i propri compagni sono una fonte da sfruttare? Parliamo in questo caso delle loro domande. Essere attivi in aula vuol dire anche ascoltare tutti. I quesiti che gli altri possono porre al professore, spingono quest’ultimo a deviare dal proprio discorso o tornare su un passaggio ostico. Chance per approfondire, sistemare i propri appunti e comprendere meglio qualcosa. Si dovrebbe inoltre lasciarsi alle spalle la paura di alzare la mano e chiedere. Il lavoro di un insegnante è quello di spiegare e trasferire informazioni. Chiedere è parte dei vostri diritti. Rispondere, invece, è uno dei loro principali doveri.
Come prendere appunti: metodi
Dopo aver parlato prevalentemente del giusto atteggiamento da tenere, scendiamo un po’ nel dettaglio. Parliamo infatti di alcuni metodi consigliati per prendere appunti. È bene capire come non vi sia una linea unica da seguire a ogni costo. Il giusto metodo è quello che si addice al proprio tipo di memoria e intelligenza. Occorre conoscersi e imparare a sfruttare le proprie capacità. Il principale errore che si può compiere è quello di paragonarsi agli altri, ritenendo utile solo ciò che funziona per loro. Si può agire diversamente e raggiungere lo stesso obiettivo.
Mappa ad albero
Abbiamo parlato brevemente di parole chiave e di come sia possibile sfruttarle per suddividere gli appunti in aree collegate tra loro. Tutto ciò ci conduce a quella che viene definita mappa mentale, che si sviluppa con una struttura ad albero. Questo metodo è ideale per chi vanta una mente sintetica, e se non sapete che di che tipo è la vostra, non scoraggiatevi, continuate a tentare fino a che la risposta giusta non sarà palese.
Secondo i dettami di questo metodo, si individua una parola chiave primaria, alla quale dover collegare quelle secondarie, a loro volta interconnesse con altre di minore rilevanza. Un diagramma dalla divisione gerarchica, che mette ordine nel discorso del professore e, di conseguenza, nella nostra mente. Risulta più facile studiare, ripassare e memorizzare, perché regna l’ordine. Questo, almeno, in determinati tipi di persone, come detto.
Appunti creativi
Una mente creativa potrebbe invece essere attratta da appunti in versione sketch, o disegno. Avrete di certo visto dei compagni di classe prendere appunti in maniera quasi artistica. Vi sono svariati colori a evidenziare differenti sezioni, così come elementi in risalto con scritte più grandi di altre. Vi sono anche delle decorazioni, in alcuni casi. Tutto ciò aiuta a porre in risalto ciò che più conta o che la mente registra come tale.
Se l’albero di cui sopra ha bisogno di una struttura per funzionare con determinate menti, e quello creativo necessita di colori e una certa verve, si può dire che le menti semplificatrici siano una sorta di sunto dei due. Importante in questo caso l’impaginazione. L’ordine regna sovrano e, come spiegato, dev’essere di una tipologia riconoscibile e apprezzabile dalla propria mente.
Titoli incorniciati in maniera precisa, colori, abbreviazioni che il soggetto può facilmente riconoscere e, cosa più importante, spazio. Questo dev’essere lasciato vacante, laddove necessario. Lo scopo è quello di non creare blocchi giganteschi di testo. Gli appunti devono respirare, o per meglio dire è la mente ad averne necessità. In questo modo le informazioni vengono recepite meglio e in ordine, e non tutte insieme, generando caos.
Cos’è il metodo Cornell
Chi ama schematizzare potrebbe trovare di grande giovamento il metodo Cornell, che prevede la divisione dei propri appunti in quattro sezioni. Ogni pagina va divisa in questo modo, inserendo nel proprio riquadro le informazioni generali durante la lezione. Nel secondo riquadro, invece, vi sono gli appunti. Nel terzo lasceremo spazio alle possibili domande, proprie o di altri. Nell’ultimo, infine, vi è un riassunto generale, da svolgere in seguito. Ciò è utile per sintetizzare gli appunti presi, apprendendo facilmente gli elementi cardine.
Quali strumenti per prendere appunti
Se al tempo dei nostri genitori non vi era scelta, oggi si può optare per carta e penna o appunti digitali. Utilizzare un tablet in classe non è più un taboo da svariati anni ormai. Gli strumenti tecnologici sono ben integrati con l’apprendimento in molte scuole. Sfruttateli senza timore, ma anche senza distrarvi.
Entrambi i metodi hanno dei vantaggi. Da una parte vi è l’immediatezza della versione analogica. Non c’è batteria da caricare ed è possibile esprimersi in maniera davvero libera, seguendo i dettami della propria mano. Dall’altra parte, però, i documenti digitali possono essere facilmente custoditi e condivisi. La rapidità della battitura su tastiera è superiore rispetto alla penna. Si fa inoltre meno fatica, se vi è una dose di abitudine. Vi sono sistemi di correzione del testo e, utilizzando un tablet, ad esempio, si possono disegnare tutte le forme e gli schemi che si preferisce. Lo schermo digitale diventa il proprio quaderno e con le giuste penne si possono tracciare linee in totale libertà, su di un foglio che non ha fine.