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Perché il Carnevale cade in giorni diversi?

I festeggiamenti del Carnevale, che nell'occidente cristiano precedono la festività di Pasqua, cadono ogni anno in giorni diversi. Ma perché?

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Il periodo del Carnevale è uno dei più attesi e amati dai bambini perché rappresenta un’occasione per mascherarsi, mangiare dolci golosi e fare baldoria (e, magari, saltare qualche giorno di scuola). Come probabilmente tutti sapranno, di anno in anno il Carnevale non si festeggia mai nella medesima data del calendario. Ma perché? Prima di scoprire perché il carnevale cade in giorni diversi approfondiamo meglio la storia della nascita di questa particolare festività.

Le origini del Carnevale

Sebbene il Carnevale sia presente nel ciclo di festività cattoliche (ancora oggi si celebra nei Paesi di tradizione cristiana e, più nello specifico, in quelli di rito cattolico), questa festa ha radici antiche e pre-cristiane. Sovente, infatti, il Carnevale viene associato alle festività dionisiache greche (le antesterie) o ai saturnali romani. Durante queste feste, tra gli scherzi, l’uso delle maschere ed altri eccessi, si verificava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto a un rovesciamento dell’ordine.

Da un punto di vista etimologico, l’interpretazione maggiormente accreditata fa derivare la parola "carnevale" dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne", in riferimento al banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale, cioè il "martedì grasso", immediatamente prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima). Un’ipotesi alternativa collega la parola "carnevale" all’espressione latina "carne levamen" (che ha il medesimo significato di "carnem levare", cioè fa riferimento all'"eliminazione della carne").

Altre teorie ipotizzano, invece, che la parola possa derivare dall’espressione "carnualia" ("giochi campagnoli") o dalla locuzione "carrus navalis" ("nave su ruote", come esempio di carro carnevalesco) oppure ancora da "currus navalis" ("corteo navale").

Le prime testimonianze dell’utilizzo del vocabolo moderno "carnevale" (anticamente detto anche "carnevalo") risalgono alla fine del XIII secolo (nei testi del giullare Matazone da Caligano) e al 1400 circa (nei testi del novelliere Giovanni Sercambi).

Quando si festeggia il Carnevale

I festeggiamenti del Carnevale, nell’occidente cristiano, precedono la festività di Pasqua. Hanno luogo, in particolare, il "giovedì grasso" e il "martedì grasso", cioè in occasione dell’ultimo giovedì e dell’ultimo martedì prima dell’inizio della Quaresima. Più precisamente, il "martedì grasso" è il giorno che chiude i festeggiamenti per il Carnevale, dal momento che la Quaresima, nel rito romano, prende inizio con il "mercoledì delle Ceneri".

A tal proposito, c’è una curiosità di cui è necessario far menzione: nel rito Ambrosiano, cioè quello che viene osservato nelle aree che dipendono dall’Arcidiocesi di Milano, la ricorrenza del Carnevale si conclude il sabato successivo al "martedì grasso". Ciò si deve a un particolare episodio della tradizione, secondo cui la città meneghina attese il proprio Vescovo (Sant’Ambrogio), di ritorno da un pellegrinaggio, per dare inizio all’astinenza e alle purificazioni previste in occasione della Quaresima.

Perché il periodo del Carnevale varia di anno in anno

Come già detto in precedenza, nell’Occidente cristiano, il periodo del Carnevale precede la Pasqua e, di conseguenza, esso varia di anno in anno proprio come la data della festività che celebra la resurrezione di Gesù Cristo. Ciò accade perché, nella scelta del giorno di tale ricorrenza, si fa riferimento alle fasi lunari.