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Perché si dice “pietra dello scandalo”?

In italiano viene utilizzata spesso la particolare espressione "pietra dello scandalo". Ma cosa significa questo modo di dire e come è nato?

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Nella lingua italiana esiste una particolare espressione, cioè "pietra dello scandalo", che sta a indicare un qualcuno che si ritrova oggetto di particolare clamore a causa delle sua azioni riprovevoli. L’origine di questo curioso modo di dire è, però, sconosciuta ai più. In questo focus è spiegato in maniera dettagliata perché si dice "pietra dello scandalo". Prima, però, è importante conoscere a fondo il suo preciso significato.

Cosa significa l’espressione "pietra dello scandalo"

Il significato esatto della locuzione "essere la pietra dello scandalo" è spiegato in maniera dettagliata dall’Enciclopedia Treccani, secondo la quale questa espressione molto comune, di cui si sottolineano i riferimenti già presenti nella Bibbia, sta a indicare "essere il primo a dare motivo di scandalo" o "essere di cattivo esempio agli altri".

In questa particolare accezione, lo scandalo è inteso come un "turbamento della coscienza e della serenità altrui, provocato da azione, contegno, fatto o parola che offra esempio di colpa, di male o di malizia".

L’Enciclopedia Treccani, parlando dell’espressione "pietra dello scandalo", sottolinea i riferimenti presenti nella Bibbia. Nello specifico, è possibile trovare questa particolare locuzione in Isaia, 8, 14, nella lettera di Paolo ai Romani, 9, 33 e nella I lettera di Pietro, 2, 8, in tutti e tre i casi nella forma stereotipa "lapis offensionis et petra scandali".

L’origine dell’espressione "pietra dello scandalo" è però comunemente legata a una pratica tipica risalente al periodo dell’Antica Roma. Scopriamo ora, nel dettaglio, perché si dice "pietra dello scandalo" e cosa rappresenta, per la precisione e più concretamente, questa pietra.

L’espressione "pietra dello scandalo" nell’Antica Roma

La cosiddetta "pietra dello scandalo" era l’oggetto protagonista di una punizione esemplare che veniva applicata ai tempi dell’Antica Roma. Si dice che sia stata inventata dall’Imperatore Giulio Cesare, allo scopo di sostituire una delle Leggi delle XII tavole in cui venivano autorizzati i creditori non soddisfatti a uccidere o ridurre in schiavitù il debitore moroso, secondo l’istituto della cosiddetta "manus iniectio".

In quell’epoca, i debitori e i commercianti che cadevano in fallimento venivano infatti condannati e sottoposti a una pubblica umiliazione, che veniva chiamata "Bonorum cessio culo nudo super lapidem", ossia la "cessione dei beni a natiche denudate sopra una pietra".

Seduto sulla pietra in quelle particolari condizioni, il malcapitato di turno era costretto a gridare "cedo bona" (o "cedo bonis"), ossia "cedo i miei averi".

Dove si trovavano le "pietre dello scandalo"

La "pietra dello scandalo", così come appena descritta, era presente in molte città italiane. A Roma, per esempio, si trattava di un macigno collocato nei pressi del Campidoglio.

A Firenze, una "pietra dello scandalo" si trovava nella loggia del Mercato Nuovo. Su questo tondo, che rappresentava la ruota del Carroccio (il simbolo della Repubblica Fiorentina) si compiva l’"acculata": il fondoschiena dei debitori e degli individui disonesti veniva sbattuto violentemente sulla pietra, con le braghe calate, tra gli sberleffi e le grida delle persone presenti.

A Modena, infine, la pietra "ringadora" (ossia dell’arringa, perché veniva utilizzata anche come palco dagli oratori) si trovava in Piazza Grande. Spesso, la pietra veniva unta con la trementina.