
A Piacenza nasce la prima scuola senza voti di Daniele Novara
Nasce a Piacenza la prima scuola basata sul metodo del pedagogista Daniele Novara che sarà senza voti: ecco come funziona e perché è rivoluzionaria
Andare a scuola senza telefonini, senza essere giudicati dai voti e senza lezioni frontali impartite dai professori: può sembrare una fantasia, ma sarà presto realtà. A Piacenza, nasce infatti la prima scuola basata sul metodo del pedagogista Daniele Novara, che stravolgerà la classica impostazione che tutti noi conosciamo.
- Dove nascerà la prima scuola "novariana"
- Come sarà la scuola basata sul metodo di Daniele Novara
- No ai voti e agli smartphone nella scuola di Novara
- Perché la scuola tradizionale "è per pigri" secondo Novara
- Cosa ne pensano gli insegnanti
Dove nascerà la prima scuola “novariana”
La prima scuola basata sul metodo studiato da Daniele Novara, che ha più volte ribadito che la scuola tradizionale non funziona più e ha spiegato perché i compiti per le vacanze non servono, sorgerà negli spazi dell’Istituto delle suore Orsoline di Piacenza, e sarà diretta dalla Fondazione Licei San Benedetto. Un liceo paritario al quale si aggiungerà una secondaria di primo grado dove il modello gentiliano della scuola tradizionale verrà ribaltato.
Come sarà la scuola basata sul metodo di Daniele Novara
Innanzitutto, la prima scuola “novariana” non prevede il classico schema di insegnamento in cui il docente fa lezioni frontali con gli alunni. “È una scuola che impiega un metodo maieutico, che va oltre il modello studio, interrogazione, voto – ha spiegato Daniele Novara a La Repubblica -. Modalità agonistiche che rendono la scuola un ambiente difficile”.
“La scuola non è una gara e al limite l’apprendimento è una gara con sé stessi”, ha aggiunto il pedagogista, che ha garantito che il suo metodo si inserirà nelle normative già esistenti e che sposterà il baricentro dalle lezioni impartite dal docente “alle attività in cui il centro diventano gli alunni”.
Per Novara, infatti, la scuola gentiliana è basata su “un’idea ottocentesca” secondo la quale “la spiegazione sia il metodo più efficace per insegnare”. A dimostrare il contrario, però, è la ricerca psico-evolutiva: “Nella realtà si apprende non per ripetizione, ma attraverso l’elaborazione dei contenuti“, ha spiegato l’esperto facendo l’esempio dello studio del romanico: “Vado in una chiesa romanica, faccio in modo che le domande nascano da lì, mi interrogo sul perché sia buia, poi magari vado a cercare le risposte sul manuale se non le trovo altrove”, ha aggiunto. Si parte quindi da una situazione stimolo per sviluppare l’apprendimento, che varia da persona a persona.
No ai voti e agli smartphone nella scuola di Novara
Anche i voti non sono previsti nella scuola di Novara. O meglio, “nel limite delle norme in corso si evitano”, visto che l’istituto deve seguire la normativa ministeriale. Le valutazioni non cessano di esistere, ma saranno evolutive: “Si guarda ai progressi, non agli errori, che anzi diventano una possibilità”, ha chiarito.
Banditi anche i cellulari dalla scuola basata sul metodo di Daniele Novara, che è anche firmatario di una proposta di legge, firmata con Alberto Pellai, volta a limitare l’uso degli smartphone sotto i 14 anni. “Se li hanno con sé non devono nemmeno tirarli fuori dallo zaino”, ha sottolineato Novara.
Perché la scuola tradizionale “è per pigri” secondo Novara
Quello di Daniele Novara è un metodo che supera il “mito tutto italiano” dello “studio fine a sé stesso”. Ha quindi raccontato che i ragazzi che studiano un anno all’estero spesso “tornano stupiti nello scoprire che nel resto del mondo non è così”. Infatti, secondo il pedagogista, “la scuola gentiliana è per pigri“. Perché? “In fondo basta solo ripetere”, ha spiegato.
Cosa ne pensano gli insegnanti
Il metodo di Daniele Novara è seguito soprattutto dagli insegnanti più giovani, “che hanno un cervello più plastico”, mentre “chi ha alle spalle molti anni di scuola fatica di più”, ha affermato l’esperto, perché “è un metodo in cui si può avere la sensazione di perdere il controllo”.
Quest’anno verranno quindi formati gli insegnanti del San Benedetto a questo modello di scuola pedagogico, per poi iniziare a metterlo in pratica.
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