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Scrutini, critica alla media matematica dei voti Fonte foto: ANSA

Novara e scrutini: perché la media matematica è dannosa a scuola

Secondo il noto pedagogista Daniele Novara, la media matematica dei voti agli scrutini finali sarebbe controproducente e dannosa: ecco perché

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Si avvicina il momento degli scrutini finali per migliaia di studenti in tutta Italia. Manca poco più di un mese, infatti, al termine delle lezioni e alla formazione della pagella con i voti finali dell’anno per ciascuna materia. Ma il sistema della media matematica utilizzato per stabilire i voti è ancora adatto? Secondo Daniele Novara, noto pedagogista e scrittore, si tratterebbe di una tecnica controproducente e, anzi, “una vera e propria violazione del diritto dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze ad avere una valutazione giusta e rispondente alla realtà“. Vediamo perché.

Perché Novara è contro la media matematica dei voti

“Che il registro elettronico non sia una grande idea appare ormai piuttosto chiaro”, ha dichiarato Daniele Novara a Orizzontescuola. Secondo il pedagogista, tale strumento ha una funzione che si rivelerebbe dannosa, ovvero la creazione della media dei voti ricevuti da ogni studente. “Un elemento apparentemente raffinato che trovo del tutto tragico”, ha commentato.

“Che senso ha una valutazione sulla base della media numerica che mette assieme voti presi da un alunno mesi prima, agli inizi del suo apprendimento quando era del tutto normale poter incepparsi, sbagliare, indugiare in qualche errore?”, ha aggiunto Novara nel suo intervento. Secondo lo studioso, infatti, “se la scuola funziona, gli alunni migliorano progressivamente in quanto la scuola è proprio quella comunità dove si va per imparare, ossia per passare da uno stato di ignoranza a uno stato di apprendimento”.

Gli effetti negativi della media matematica dei voti nelle pagelle finali, che comprendono anche i primi voti presi nell’anno, sarebbero preoccupanti: “Se viceversa la scuola basa la sua valutazione sugli errori compiuti dagli alunni, non solo perde la sua funzione, ma addirittura diventa controproducente. Ritengo che dare i voti sulla base della media matematica, che include quelli inferiori ricevuti durante i primi tempi dell’apprendimento, rappresenti una vera e propria violazione del diritto dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze ad avere una valutazione giusta e rispondente alla realtà”.

Come dovrebbero essere decisi i voti finali agli scrutini secondo Novara

Come risolvere il problema? Secondo Daniele Novara, “occorre enfatizzare al massimo non la media ma il progresso, ossia come sia importante l’ultima valutazione acquisita nel percorso di un alunno e di un’alunna”, ha spiegato, sottolineando come “la media matematica è una delle peggiori pratiche inerziali e arcaiche della scuola tradizionale, che produce esclusione”.

Dal punto di vista del pedagogista, è proprio l’inclusione a venir meno a causa della media matematica dei voti: “Che inclusione può essere quella di giudicare gli alunni non sulla base dei loro progressi, ma del recupero dei voti iniziali, come se questi dovessero già in partenza essere all’altezza di un processo che si deve ingenerare proprio dentro l’istituzione scolastica?”, ha aggiunto Novara.

L’appello di Daniele Novara agli insegnanti

Infine, l’appello di Novara rivolto ai docenti: “In vista degli scrutini prossimi venturi, invito tutti gli insegnanti a sospendere questa pratica e a valutare gli alunni dando un peso maggiore all’ultimo voto preso che definisce se il progresso c’è stato o no”.

L’invito è a liberare la scuola “dal vincolo della media matematica, dal giudizio sull’errore, che dev’essere considerato, come ci ricorda tutta la grande pedagogia, un momento di costruzione del sapere, della conoscenza, dell’apprendimento”, ha concluso Novara.