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Perché a Pisa una scuola abolirà i voti: il progetto iStock

Perché a Pisa una scuola abolirà i voti: il progetto

In due classi di un istituto scolastico si avvierà un progetto di sperimentazione in cui le valutazioni saranno scritte e dettagliate

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Il dibattito sulle valutazioni agli studenti è sempre aperto. C’è chi ritiene sia ancora adatto il sistema numerico, chi pensa che non si dovrebbero dare voti agli studenti perché potrebbero risultare discriminatori e avvilenti e chi sostiene che, forse, sarebbe preferibile argomentare il giudizio su un compito e una verifica in modo che l’alunno abbia un’idea più chiara dei punti da migliorare. In questa ultima direzione sembra andare una scuola di Pisa che dal prossimo anno scolastico farà partire una sperimentazione intitolata “Oltre il voto”.

La decisione della scuola di Pisa sui voti

Al liceo Buonarroti di Pisa, a partire dall’anno scolastico 2025/2026, due classi prime saranno coinvolte in un percorso che prevede la sostituzione del voto numerico nelle verifiche con valutazioni scritte e dettagliate.

“Il voto numerico risucchia tutto: semplifica la valutazione, crea ansia, limita negli studenti la capacità di autogiudicarsi e li allontana dal loro percorso personale”, fanno sapere dall’istituto.

La sperimentazione è stata chiamata “Oltre il voto” e non si tratta di una novità assoluta dal momento che già altre scuole di roma e Torino, in passato, hanno adottato dei sistemi simili.

Anche allo stesso Buonarroti, seppur in misura limitata, è stato avviato un processo di modifica delle valutazioni, rese più discorsive e i risultati sono stati “molto positivi, soprattutto sul piano della serenità dei ragazzi e della loro capacità di autovalutazione”, hanno spiegato i docenti.

Le nuove valutazioni degli studenti

I professori promotori della sperimentazione sono Daniele Ippolito, Silvia Azzarà, Natalia Cantella, Susanna Genovesi e Maria Clara Pellegrini.

Proprio loro hanno chiarito che l’obiettivo del nuovo sistema di valutazione è quello di “restituire centralità alla relazione educativa e alla responsabilità personale. Il voto è solo un linguaggio, non l’unico possibile. Spesso si riduce a una cifra che appiattisce tutto, trasmette un giudizio assoluto e genera ansia o peggio umiliazione, senza offrire reali indicazioni su come migliorare”.

Nel nuovo approccio sono previste “valutazioni articolate che accompagnano lo studente nel tempo, aiutandolo a riconoscere i propri punti di forza e le aree di miglioramento. I ragazzi saranno stimolati a riflettere su se stessi, imparando dai propri errori ad autovalutarsi con lucidità”.

Non sarà però “una scuola più facile, ma più seria, dove la valutazione diventa un momento di partecipazione e collaborazione formativo e rigoroso, non una semplice fotografia del momento”.

I docenti hanno infatti sottolineato quanto sia molto più facile scrivere un numero “piuttosto che analizzare in modo dettagliato, preciso e ampio l’elaborato di uno studente”.

Cosa dicono i genitori degli studenti

A La Nazione alcuni genitori hanno confidato che il nuovo sistema potrebbe aiutare “l’autovalutazione con criteri oggettivi senza l’umiliazione del brutto voto” e potrebbe essere “uno stimolo a migliorarsi”.

Il metodo, secondo un altro genitore, favorirebbe anche “la trasparenza tra scuola e famiglia” restituendo “centralità al singolo percorso di crescita”.

La sperimentazione ha trovato il supporto anche del preside del Buonarroti, Alessandro Salerni, che ha sottolineato “la coerenza del progetto con la vocazione originaria del liceo, che 50 anni fa non aveva le valutazioni numeriche. Le verifiche servono per comprendere dove si è nel proprio percorso, non per assegnare un’etichetta”.