
Accesso Medicina, le novità del Decreto tra crediti e 3 tentativi
La ministra Bernini ha varato al Cdm il decreto attuativo per la riforma dell'accesso a Medicina: ecco quali sono le novità per gli aspiranti medici
Si va sempre più a delineare il “modello italiano”, come lo ha definito la ministra dell’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini, per le nuove modalità di ingresso degli studenti alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Dopo l’approvazione della Riforma, prima in Senato e poi alla Camera dei Deputati, si attendevano i decreti attuativi e le informazioni utili a capire come funzionerà dall’anno accademico 2025/2026 l’accesso a Medicina. Quali sono le novità e come si svolgerà il primo semestre dopo il quale ci sarà una sorta di “sbarramento” per gli aspiranti medici?
Riforma, primo Decreto per l’accesso a Medicina al CdM
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha varato presso il Consiglio dei Ministri, nella giornata di venerdì 28 marzo 2025, il primo Decreto legislativo di attuazione della legge delega 26/2025, per dire per sempre addio al vecchio modello di accesso a Medicina. La legge sarà formalmente in vigore dal 2 aprile 2025.
Il testo redatto dalla ministra Anna Maria Bernini si compone di 11 articoli ed è solo il primo Decreto legislativo di attuazione.
Il primo varo al Consiglio dei Ministri è solo preliminare. L’iter prevede poi che il decreto legislativo venga emanato dalla Conferenza Stato-Regioni e dalle commissioni parlamentari competenti, che potranno esprimere eventuali pareri entro 30 giorni. Solamente in quel momento il Dlgs tornerà a Palazzo Chigi per ottenere il via libero definitivo e da qui inizieranno i 60 giorni per i decreti ministeriali previsti.
Come cambia l’accesso a Medicina
La riforma per l’iscrizione alla facoltà di Medicina e Chirurgia si basa sull’abolizione del “vecchio” test di ingresso e sull’introduzione di un semestre a libero accesso. Tutti potranno iscriversi liberamente, provando a superare gli esami previsti per lo sbarramento iniziale.
Il numero chiuso com’era stato pensato fino a oggi viene superato, con un graduale aumento dei posti disponibili (si attende, come riportato da ANSA, un incremento di 30mila unità dal 2023 nell’arco dei 7 anni successivi alla riforma). In questo modo si potrà rafforzare il personale operativo nel Sistema Sanitario Nazionale.
Le novità del primo semestre di Medicina
Tra le novità riportate oggi, si scopre che saranno almeno 18 i crediti formativi che gli studenti dovranno conseguire nei primi sei mesi, per poter sperare di continuare la formazione. Il Sole 24 Ore ipotizza che potranno essere sei Cfu per ognuna delle tre materie caratterizzanti e saranno comuni ai corsi dell’intera area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria. Materie che saranno scelte tramite un altro decreto ministeriale. Secondo quanto inserito nel testo, però, si sa che apparterranno alle scienze biologiche, chimiche e fisiche.
Si potrà cercare di superare quello che è stato definito come il “semestre filtro” per tre volte al massimo. Le modalità di erogazione di queste prime lezioni saranno gestite autonomamente dagli atenei, che potranno decidere se farle in presenza o da remoto. Non ci sarà l’obbligo di frequenza.
Secondo quanto previsto dalla riforma, chi si iscrive a Medicina dovrà iscriversi contemporaneamente ad un altro corso di laurea o di laurea magistrale a ciclo unico in ambio biomedico, sanitario, farmaceutico, veterinario. L’iscrizione a questo secondo corso di laurea è gratuita per quello che riguarda il primo semestre ed è obbligatoria. La riforma, però, prevede anche che lo studente possa anche iscriversi a un corso di studio al di fuori dell’area di Scienze della Salute.
All’atto dell’iscrizione ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Veterinaria bisognerà indicare un certo numero di sedi, che, secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore, non potrà essere inferiore a cinque. Questo verrà definito meglio nei successivi Dm.
Cosa succede se non si passa il primo semestre
Lo sbarramento per gli aspiranti camici bianchi, dunque, viene rimandato all’inizio del secondo semestre, al quale si potrà accedere in base al voto d’esame e alla relativa graduatoria nazionale (che verrà redatta, come riportato dal Corriere della Sera, in base a esami standardizzati a livello nazionale).
Chi supererà il primo semestre potrà iscriversi al secondo, mentre chi non ce la farà potrà continuare a studiare in una delle altre facoltà dell’ambito di Scienze della Salute scelte in fase di iscrizione. Chi ha tutti i crediti maturati potrà conservarli, in caso contrario sarà l’ateneo di destinazione a stabilire quelli che potranno essere riconosciuti.
Le stesse regole si applicano anche a chi è iscritto nell’anno accademico 2024/2025 a un corso “affine” e che vuole provare a passare a Medicina. Dovranno superare di nuovo gli esami, ma potranno contare su eventuali Cfu già conseguiti.