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Test di Medicina Fonte foto: ANSA

Stop a test di Medicina e numero chiuso: le novità della riforma

Stop ai test e al numero chiuso per l'accesso a Medicina: tutte le novità della riforma che potrebbe entrare in vigore già dal prossimo anno

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Stop al test di Medicina: è ufficiale. La novità è stata presentata poco fa in Senato dai presidenti delle commissioni Istruzione, Roberto Marti, e Sanità, Francesco Zaffini. La riforma prevede l’abolizione del numero chiuso, consentendo l’iscrizione aperta alle facoltà mediche per tutti gli aspiranti camici bianchi senza sostenere le prove d’ingresso. Ecco tutte le novità.

Addio al test di ingresso a Medicina

Il cambio di passo era già stato annunciato in un recente question time alla Camera della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e adesso è ufficiale: stop al numero chiuso e ai test di ingresso per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria e Medicina veterinaria. È infatti arrivato il via libera dalla settima commissione del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso.

Cosa prevede la riforma

Come riportato da ‘Il Corriere della Sera’, l’accesso per l’iscrizione alle facoltà di Medicina sarà libero senza passare da un test d’ingresso. La ‘prova’ per proseguire gli studi viene spostata alla fine del primo semestre, in cui si studieranno materie comuni anche ad altre facoltà di area “biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria”.

Trascorsi 6 mesi, chi passa gli esami (che sono gli stessi per tutte le facoltà mediche), sarà inserito in una graduatoria nazionale. Coloro che rientreranno nei posti disponibili potranno accedere al secondo semestre di Medicina, mentre gli altri potranno proseguire gli studi in un’altra facoltà simile. Sulle facoltà, nei lavori parlamentari si è parlato di Biologia, Biotecnologie e Scienze motorie, ma bisognerà attendere i decreti ministeriali per avere l’elenco completo.

Nell’ottica del ministero, questo permetterà a chi non riesce ad entrare nella graduatoria di non perdere tempo, visto che i crediti gli verranno comunque riconosciuti per proseguire gli studi in percorsi formativi simili. Gli studenti dovranno scegliere la facoltà di “default” al momento dell’iscrizione a Medicina e il passaggio avverrà automaticamente.

Il commento della ministra Bernini

“Questa giornata rappresenta un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico”, ha commentato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

“Il fabbisogno di futuri nuovi medici è di 30mila professionisti i più nei prossimi sette anni – ha proseguito -. Per soddisfarlo abbiamo già aumentato i posti disponibili per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e Veterinaria. Ma con oggi rivediamo completamente i criteri di selezione”.

Per il primo anno aboliamo il numero chiuso e i test d’ingresso – ancora la ministra -, ma prevediamo un semestre-filtro con esami caratterizzanti, i cui risultati saranno comunque riconosciuti per percorsi formativi alternativi. In questo modo non solo investiamo nelle giuste aspirazioni dei nostri ragazzi, ma garantiamo anche una preparazione di qualità attraverso un’offerta formativa d’eccellenza“, ha concluso Bernini.

I nodi da sciogliere

Il governo, che ha 12 mesi di tempo per approvare i decreti attuativi, spera di introdurre la riforma già a partire dall’anno accademico 2025-2026.

Secondo indiscrezioni riportate da ‘Il Corriere della Sera’, i posti per Medicina dall’anno prossimo potrebbero diventare 25mila, dai circa 20mila attuali, ma non è ancora chiaro quali saranno le sorti di coloro che, pur avendo passato tutti gli esami richiesti, non rientrino nei posti disponibili e vogliono ripresentarsi per la graduatoria dell’anno successivo. Dovranno rifare tutti gli esami o solamente quelli in cui hanno ottenuto i voti più bassi? È uno dei tanti nodi da sciogliere con i decreti.

Come da capire sono i criteri con i quali le università potranno accettare le iscrizioni al primo semestre visto che, come si legge sul quotidiano, ogni ateneo avrà comunque un numero di posti limitato.