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Bando choc Policlinico di Messina Fonte foto: Ansa

Bando choc dell'università a Messina: "Solo per uomini". È bufera

L'Associazione degli specializzandi ha denunciato il caso del bando per una borsa di studio riservata a soli uomini, cosa sta succedendo

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Una borsa di studio da 40mila euro per 12 mesi può essere ambita da un gran numero di giovani, ma un primo ostacolo è il possesso di tutti i requisiti previsti nel bando. Un caso che sta generando polemiche è quello dell’avviso pubblico per l’assunzione a Messina presso il Policlinico universitario G. Martino di un “professionista con ruolo di ricercatore aggiunto under 40”.

Il bando choc per soli uomini a Messina

Nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea coi Fondi Next Generation Eu, è stato pubblicato un bando per l’assunzione al Policlinico di Messina di un ricercatore con meno di 40 anni per 12 mesi, “eventualmente prorogabile fino alla scadenza del progetto”, per un costo di 40.000 euro lordi. Fin qui nulla di strano, ma al punto 6 dei requisiti di “ordine specifico” spunta la richiesta: genere maschile.

Il bando che ha l’obiettivo di migliorare, attraverso tecniche e metodiche sempre più raffinate, la prevenzione del cancro al seno in donne ad alto rischio, è riservato a soli uomini.

I requisiti per accedere al concorso

Tra gli altri requisiti per concorrere non appare nulla di strano. Per quanto riguarda quelli di ordine generale sono richiesti: cittadinanza italiana, assenza di lavoro dipendente con amministrazioni pubbliche o private, nessuna condanna penale.

Tra quelli “di ordine specifico“, i primi cinque sono prevedibili, ovvero laurea in medicina, specializzazione in radiodiagnostica, iscrizione all’ordine dei medici, assenza di rapporti di lavoro in essere con l’azienda ospedaliera G. Martino di Messina ed età inferiore ai 40 anni. A destare critiche è appunta la sesta specifica che discriminerebbe le giovani ricercatrici.

Le critiche e le spiegazioni sui requisiti

A puntare il dito contro il bando è Massimo Minerva, anestesista, presidente di ALS, Associazione Liberi Specializzandi e di Fattore 2a, un’associazione di giovani medici, che denuncia: “Con questo bando vogliono far vincere qualcuno? Che significa il fatto che al Policlinico di Messina cercano solo un maschio per quel ruolo? Il sesto requisito del bando, appunto l’appartenenza al genere maschile, lascia francamente perplessi. In tempi di tutela di LGBTQ+ qui si precisa che il prescelto deve essere uomo? Non c’è ritegno ormai”.

Il Corriere della Sera ha interpellato il dottor Paolo Giorgi Rossi dell’USL3 di Reggio Emilia che figura con il ruolo di “Principal investigator“, mentre come responsabile a Messina dell’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica del policlinico universitario c’è la professoressa Maria Adele Marino.

Rossi ha spiegato l’importanza del progetto che è quella di “adottare la mammografia con enhancement grazie a mezzo di contrasto” che “consente di contrastare il tumore alla mammella in donne ad alto rischio in numeri molto più alti rispetto alla risonanza magnetica multiparametrica. Quindi di salvare molte più donne”.

Sul tema del genere, invece, Rossi, che non è la figura che ha scritto il bando, ha detto di credere “che questo brutto svarione formale sia dovuto a una serie di fattori: c’era da sostituire un ricercatore che ha abbandonato il ruolo perché probabilmente ha trovato un incarico migliore” e poi “può essere che paradossalmente ci fosse un fatto di gender balance nel senso che nel team lavorano già, logicamente, molte donne. Detto questo, probabilmente il bando è stato formulato frettolosamente, offrendosi così a critiche. Questo nulla toglie alla validità del progetto, che è quello di aiutare il maggior numero possibile di donne con alto rischio di cancro al seno a sottoporsi a uno screening efficace”.

L’azienda ospedaliera universitaria, alla luce delle polemiche, ha rettificato il bando giustificando l’empasse, stando a quanto riportato da Rainews, come errore materiale di scrittura.