Salta al contenuto
Niqab Fonte foto: ANSA

Bimba a scuola col niqab: il caso arriva in Parlamento?

A Pordenone una bimba si è presentata a scuola col niqab, il velo che lascia scoperti solo gli occhi: la Lega vuole portare il caso in Parlamento

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Sta facendo discutere il caso di una bimba di 10 anni che frequenta la quarta elementare in una scuola di Pordenone, arrivata in classe con il niqab, il velo indossato da alcune donne musulmane che copre tutto il corpo (viso compreso), lasciando visibili solo gli occhi. Il senatore Marco Dreosto, segretario della Lega del Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato che presenterà un’iniziativa in Parlamento per vietare il niqab a scuola e nei luoghi pubblici.

Il caso della bimba di 10 anni a scuola col niqab

Quando la bimba di 10 anni, nata in Italia da una famiglia musulmana della Nigeria, è arrivata a scuola con il niqab, la maestra l’ha fatta entrare in classe per lo svolgimento delle lezioni. Dopo di che, conclusa la giornata scolastica, ha chiamato i genitori per chiedere di sostituire il niqab con l’hijab, il foulard utilizzato per coprire solo i capelli, lasciando scoperto il volto. Il giorno seguente la bambina è tornata a scuola con l’hijab al posto del niqab, come suggerito dall’insegnante.

Questo è il fatto, come raccontato da ‘Ansa’. La vicenda, dunque, si è risolta nel giro di un giorno senza l’intervento di nessuna ‘autorità’, preside della scuola compreso. Come spiegato da alcuni genitori dei compagni di classe della bambina “è bastato l’intervento della maestra perché il niqab venisse sostituito dall’hijab”. Peraltro, “per quell’unico giorno è rimasta in classe con il volto coperto e per i compagni è stato una sorta di gioco. Dalla mattina seguente nessuno è mai più tornato sul discorso”, hanno detto i genitori, segnalando che “la maestra ha sempre agito con saggezza e anche con grande discrezione”.

La Lega vuole portare il caso niqab in Parlamento

La notizia è comunque girata, ed è subito entrata nel dibattito politico. “È un fatto inaccettabile“, ha commentato il segretario della Lega friulana e senatore del Carroccio Marco Dreosto. “Obbligare una bambina di 10 anni ad andare a scuola con l’intero volto coperto, tranne gli occhi, contravviene alle più basilari regole del vivere comune, dei diritti fondamentali dei bambini e dell’identità femminile”, ha scritto su una nota riportata da ‘Ansa’.

“Una cosa è la libertà religiosa – ha continuato il parlamentare leghista -, un’altra invece è il fondamentalismo religioso imposto su bambine innocenti”.

Il senatore Dreosto ha così dichiarato che porterà il caso in Parlamento. “Dopo questo e altri casi, penso sia arrivato il momento che anche l’Italia prenda iniziative per vietare il niqab a scuola e nei luoghi pubblici, per il rispetto dei diritti delle donne e per la sicurezza pubblica – ha spiegato -. Ricordo come Francia e Belgio abbiano vietato il niqab nei luoghi pubblici e anche l’Egitto, paese mussulmano, ne abbia vietato l’uso a scuola. Presenterò un’iniziativa in Parlamento in questo senso il prima possibile”, ha concluso nella nota.

Nel frattempo, Marco Dreosto si è messo al lavoro con Anna Maria Cisint, la sindaca leghista di Monfalcone (Gorizia), che ha già varato “una circolare sul divieto” del niqab “per gli uffici pubblici e stiamo vedendo l’eventuale possibilità di estensione della norma alla scuola”. E sulla proposta di legge contro il niqab ha dichiarato: “Ci stiamo lavorando con il legislativo qui e poi la porterò giù a Roma per confrontarmi anche con gli uffici in Parlamento”, annunciando che “sarà a mia prima firma”.