
Burioni e Riforma Medicina, l'allarme lanciato a Che Tempo Che Fa
Roberto Burioni, ospite di Che Tempo Che Fa, ha spiegato quali possono essere i problemi principali della nuova riforma per l'accesso a Medicina
Nella punta di “Che Tempo Che Fa” andata in onda domenica 23 marzo 2025, Fabio Fazio ha intervistato Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, insieme al professor Roberto Burioni, medico virologo e immunologo e docente universitario. Il tema del dibattito è stato l’approvazione delle nuove modalità per l’accesso alla facoltà di Medicina. Durante il suo intervento, Roberto Burioni ha lanciato un allarme per quello che riguarda la riforma sul test di Medicina.
Roberto Burioni preoccupato per il numero di studenti a Medicina
Per Roberto Burioni un tema delicato della nuova riforma per accedere alle Facoltà di Medicina in Italia riguarda il numero di studenti che a settembre 2025 si iscriveranno all’anno accademico 2025/2026. “Siccome tutti quelli che avrebbero fatto il test quest’anno invece potranno accedere giustamente ai primi sei mesi, quello che accadrà è che ad esempio l’esame del primo anno di Fisica Medica invece di avere 200 studenti ce ne saranno 800″.
Il problema secondo il docente universitario non è dove verranno messi questi studenti nel primo semestre per seguire i corsi dei primi tre esami caratterizzanti. “Il fatto è che Medicina è una facoltà pratica. È come imparare a sciare: non ci sono le piste da sci a Taormina, perché ci vuole la neve per imparare a sciare”, ha spiegato il professore, aggiungendo: “Però le materie del primo semestre non sono materie che hanno un’impronta pratica così evidente”. Quindi il problema non sono gli spazi all’Università.
La sfida, piuttosto, è quella di assicurare che gli studenti abbiano in questo nuovo contesto un’istruzione di qualità, anche nel caso di “sovraffollamento” dei corsi.
Burioni felice per la fine del mercato di preparazione ai test
Roberto Burioni, invece, ha sottolineato la sua felicità per la fine del mercato dei corsi di preparazione ai test di Medicina, concordando con le parole dette in trasmissione dalla ministra Anna Maria Bernini. “Io sono completamente d’accordo con il ministro”, ha spiegato il professore, in riferimento al “mercato della preparazione completamente fuori da ogni controllo, che ha drenato tantissimi soldi dalle famiglie”. Per lui è davvero “molto positivo che non ci sia più”.
Per il virologo è altrettanto positivo il fatto che “gli studenti siano esposti alla medicina, perché magari qualcuno capisce che non c’è portato. È vero che darà solo tre esami, però è anche vero che quando uno frequenta la facoltà parla con i colleghi, parla con i professori, parla con i medici e magari capisce che quella non è la sua strada”.
Il professore ha poi aggiunto che “tutte le scienze che riguardano la salute richiedono una grossa motivazione, perché sono un po’ particolari”. Secondo lui lo “sbarramento” dopo i primi tre esami del primo semestre, come previsto dalla nuova riforma per l’accesso a Medicina, potrebbe essere utile a far continuare chi è motivato e realmente portato per quelle materie di studio.
Roberto Burioni e la questione della classifica nazionale
Fabio Fazio alla ministra e al professore universitario ha fatto notare che la classifica nazionale che si verrà a formare dopo il primo semestre potrebbe causare problemi agli studenti, che magari si sono iscritti a Milano e si ritrovano a dover frequentare a Cagliari o a Genova. Il problema è anche dato dal fatto che i voti degli esami non sono soggettivi e la valutazione di un professore in un’università potrebbe essere profondamente diversa da quella di un docente di un’altra città.
“La questione dello spostamento c’è anche adesso. Quello che un po’ preoccupa è la valutazione nazionale“, ha spiegato Burioni. “Immaginiamo l’Università di Somaropoli: i professori danno a tutti 30 e lode”. È logico che tutti gli studenti di questa facoltà saranno primi in graduatoria e che l’anno successivo tanti studenti decidano di iscriversi lì per avere più chance. Sia Fazio sia Burioni, allora, hanno invocato i correttivi alla riforma.
Per ovviare al problema Anna Maria Bernini ha accennato alla possibilità non solo di una classifica nazionale, ma anche di esami nazionali, che potrebbe risolvere la questione.