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Scoppia il caos lauree Fonte foto: iStock

Caos lauree a Padova, voti abbassati dopo la proclamazione

Essere proclamati con un voto, ma laurearsi con un altro, è possibile? In un ateneo italiano è successo ed è scoppiato il caos lauree: la vicenda

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Laurearsi con tanto di proclamazione di fronte a professori, famiglie e amici pronti ad applaudire il bel voto raggiunto, per poi scoprire alcuni giorni dopo che in realtà era più basso? Sembra impossibile, ma è ciò che è successo a Padova. Vittime di questo caso sarebbero almeno 12 laureati su 45 nell’ultima sessione alla Scuola di Economia della città, che hanno denunciato il problema all’ateneo, ricevendo una risposta inaspettata.

Cos’è successo a Padova con i voti delle lauree

Finalmente quel giorno è arrivato. Dopo anni di “studio matto e disperatissimo”, vi trovate di fronte alla commissione e al presidente che proclama il voto di laurea raggiunto. A festeggiare con voi ci sono parenti e amici accorsi per celebrare il vostro percorso universitario. Ma pochi giorni dopo, come una doccia fredda, scoprite attraverso una e-mail che il voto annunciato è stato abbassato. Un errore di calcolo dell’ateneo? A quanto pare sì.

È quanto successo ad almeno 12 neolaureati dell’Università di Padova, in particolare della Scuola di Economia, che sono stati proclamati con un voto, ma che si sono laureati con un altro nell’ultima sessione conclusasi il 28 marzo.

A raccontare quanto accaduto, sono gli stessi neodottori, come riportato da Il Gazzettino: “Il 28 marzo, giorno della proclamazione almeno dodici studenti, su un totale di 45, sono stati proclamati con un voto superiore a quello atteso, ma abbiamo tutti pensato di aver sbagliato i calcoli“, spiegano Jacopo De Luca, Pasqualexia Ambrosini, Matteo Baldo, Alessandra Carella, Laura Cenedese e Gloria Lucchin.

Ma a rovinare la gioia dei festeggiamenti qualche giorno dopo, il 2 aprile, è stata una e-mail di errata corrige dell’UniPd. Il voto definitivo è stato infatti modificato e abbassato rispetto a quello comunicato nel corso della proclamazione. Una brutta notizia per gli studenti coinvolti, che diventa anche un problema per l’ammissione ad alcuni corsi di laurea magistrale, per i quali alcuni studenti si trovano al di sotto del punteggio minimo richiesto: “Troviamo che questa situazione sia non solo inusuale, ma anche piuttosto sgradevole – commentano – perché ci ha creato imbarazzo e disguidi. Per fare solo un esempio: ci siamo trovati sopra la soglia di ammissione per determinati corsi di laurea magistrale, salvo poi scoprire di non esserlo più. Il tempo per fare calcoli accurati c’era tutto, dato che le discussioni di tesi si sono concluse il 14 marzo”.

Un caso che si ripete? I dubbi degli studenti

Quello accaduto nell’ultima sessione è un caso isolato? A detta degli studenti che hanno denunciato il fatto, non sarebbe la prima volta che si verificano errori simili: “Se è vero che in questo caso l’errore è stato corretto tempestivamente, è anche vero che è inaccettabile che una simile situazione si sia ripetuta – aggiungono -. Confidiamo nel fatto che saranno adottate maggiori precauzioni per evitare che riaccada”.

La risposta dell’Università di Padova ai neolaureati

“L’ateneo ha sbagliato i calcoli. E incolpa noi di non averlo segnalato“, denunciano gli studenti freschi di laurea. Dopo aver reso noto il caso all’ateneo, per sottolineare la scarsa attenzione riservata al calcolo e alla proclamazione dei voti, infatti, i ragazzi lamentano di essere stati incolpati dallo stesso: “Invece di ricevere spiegazioni o scuse concerete, siamo stati incolpati di non aver segnalato la discordanza tra il voto atteso e quello di proclamazione. Nessuno l’ha fatto – concludono -, perché ci sembrava più probabile che i calcoli sbagliati fossero i nostri, non certo quelli dell’ateneo. E poi, in quel momento, il nostro unico pensiero era festeggiare il traguardo raggiunto”.