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Capitale italiana dell'arte contemporanea: le 23 città candidate

Il ministero della Cultura ha comunicato le 23 città candidate a Capitale italiana dell'arte contemporanea: quello che c'è da sapere sulla nomina

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Per la prima volta, il ministero della Cultura (MIC) ha istituito il titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea e ha annunciato le 23 città d’Italia candidate. Ecco quali sono e tutto quello che c’è da sapere sulla nomina.

Le 23 città candidate a Capitale italiana dell’arte contemporanea

Il 3 agosto il ministero della Cultura ha comunicato che sono 23 le città italiane ad aver inviato la candidatura per concorrere al titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea edizione 2026, istituito per la prima volta quest’anno.

Il nuovo riconoscimento è stato istituito, come si legge sul sito del ministero, “per incoraggiare e sostenere la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea, attraverso la realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione, affinché venga recepito, in maniera sempre più diffusa, il valore della cultura per il processo identitario nazionale, per la coesione e l’inclusione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo”.

“L’avviso pubblico – prosegue la nota del MIC -, promosso dalla Direzione generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura, finanzia progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea”.

Il bando di partecipazione si è chiuso il 30 giugno scorso, data in cui i Comuni hanno inviato le proprie domande corredate da dossier alla Direzione generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura.

Di seguito le 23 candidature in ordine alfabetico:

  • Aielli (L’Aquila);
  • Bolsena (Viterbo);
  • Carrara (Massa Carrara);
  • Cassano allo Ionio (Cosenza);
  • Catanzaro;
  • Fabriano (Ancona);
  • Gallarate (Varese);
  • Gibellina (Trapani);
  • Lignano Sabbiadoro (Udine);
  • Mantova;
  • Moliterno (Potenza);
  • Nichelino (Torino);
  • Palazzolo Acreide (Siracusa);
  • Palmi (Reggio Calabria);
  • Peccioli (Pisa);
  • Pescara;
  • Quarto (Napoli);
  • Quattordio (Alessandria);
  • Reggio Calabria;
  • Rionero in Vulture (Potenza);
  • Todi (Perugia);
  • Venezia;
  • Vigevano (Pavia).

Come viene scelta la Capitale dell’Arte contemporanea

Ad individuare la Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026 sarà una giuria composta da 5 esperti indipendenti, “di comprovata fama nel settore della cultura e delle arti visive contemporanee”, hanno spiegato dal ministero.

Entro il 15 settembre 2024, la giuria esaminerà i progetti pervenuti, per poi selezionare tra questi un massimo di 5 città finaliste, che saranno invitate ad audizioni pubbliche. Entro il 30 ottobre 2024, la giuria proporrà al ministro della Cultura la candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026, che godrà di un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione delle attività progettate nel dossier.

Il commento del ministro Sangiuliano

“La Capitale italiana dell’Arte contemporanea, iniziativa da me fortemente voluta che si affianca a quelle già esistenti della Capitale della cultura e della Capitale del libro, nasce per creare il passato del nostro futuro, ponendo l’obiettivo di proiettarsi in avanti e soprattutto permettere ai giovani di misurarsi con l’arte e le loro idee“, ha dichiarato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

“Nell’Italia di domani – ha proseguito -, ci dovrà essere qualcosa di bello e apprezzabile che è stato creato in questi anni. Questa attività consentirà di accendere un faro sulle città capaci di fare della creatività il cardine del proprio sviluppo”, ha concluso il ministro Sangiuliano.